Obama: “C’è l’accordo, evitato il default”. Ma il Congresso deve votarlo


NEW YORK – La palla passa ora al Congresso. L’accordo sul tetto del debito è stato raggiunto, ma mancano i voti di Camera e Senato a una soluzione che sembra portare l’inconfondibile stampo dei Tea-Party che, ironicamente, potrebbero non appoggiarlo. L’accordo sarà votato in giornata in Congresso: il bilancio – afferma il Wall Street Journal – è a favore dei repubblicani, che sembrano aver ottenuto più di quanto volevano.


Il voto è un test per lo speaker della Camera, John Boehner, che ha lottato per tenere sotto controllo la maggioranza repubblicana. Se per far approvare l’accordo Boehner dovrà contare sui voti democratici e se perderà più della metà dei repubblicani nella votazione, avrà evitato il default, ma messo a rischio la propria leadership. Solo due giorni fa le difficoltà di Boehner sono emerse con forza, quando è stato costretto a ritardare per diverse volte il voto sul suo piano di riduzione del deficit e del debito per mancanza di voti, in una Camera a maggioranza repubblicana e di cui è il leader.


Il leader dei democratici alla Camera, Nancy Pelosi, si è riservata di decidere se appoggiare o meno l’accordo. Pelosi è stata la madrina delle riforma sanitaria, la salvatrice di Obama, che sulla legge aveva messo in gioco la presidenza. In Senato la strada potrebbe essere più facile. Il leader dei democratici, Harry Reid, potrebbe aver bisogno dei voti repubblicani. Ma Mitch McConnell, il leader dei repubblicani in Senato, appoggia l’accordo ed è in grado di raccogliere la maggioranza repubblicana. Se l’accordo sarà approvato con voto bipartisan dal Senato, la pressione sulla Camera salirà e l’approvazione sarà più semplice.


L’accordo sull’aumento del tetto del debito autorizza il presidente Barack Obama ad alzare il limite legale del debito di almeno 2.100 miliardi di dollari, “eliminando la necessità di ulteriori aumenti fino al 2013’’. Lo afferma la casa Bianca. Il piano prevede 1.000 miliardi di dollari di tagli di spese discrezionali fra difesa e altro. Una commissione bipartisan sarà creata per determinare ulteriori tagli per 1.500 miliardi di dollari. La commissione dovrà avanzare le proprie raccomandazioni entro il 23 novembre prossimo. Il Congresso dovrà votare le raccomandazioni entro il 23 dicembre prossimo. Se la commissione non determinerà i tagli, scatteranno dei meccanismi automatici che ridurranno le spese a partire dal 2013.