Giovedì il tavolo governo-parti sociali

ROMA – Il governo incontrerà le parti sociali giovedì, a Palazzo Chigi. Una risposta al lungo pressing di imprese, banche, sindacati, culminato mercoledì scorso in un documento congiunto per chiedere misure immediate ed efficaci: un patto per la crescita, discontinuità, responsabilità, credibilità agli occhi degli investitori (ieri ancora un crollo a Piazza Affari). Sempre per giovedì, è poi atteso nel pomeriggio l’incontro di imprese, banche e sindacati con le forze politiche dell’opposizione. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha avuto ieri colloqui telefonici con la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari e i leader sindacali di Cgil e Cisl, Susanna Camusso e Raffaele Bonanni.

Al tavolo con il Governo è prevista la presenza del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi (che il giorno prima riferirà in Parlamento sulla crisi economica). E non ci saranno posti vuoti sul fronte delle imprese: non trovano infatti conferma le indiscrezioni sul rischio di una assenza dell’associazione delle banche. Tre fronti aperti, come sintetizza la lettera di convocazione firmata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta: l’incontro serve ad aprire un confronto su iniziative ‘’per la stabilità, la crescita, la coesione sociale’’.

Per le parti sociali l’impegno sul rigore era e resta necessario, ma ora servono subito anche misure per la crescita in un Paese quasi fermo (Confindustria stima un Pil 2011 sotto lo 0,9%): quindi riforme, a partire dal fisco, poi liberalizzazioni, semplificazioni, infrastrutture. C’è l’allarme occupazione, con l’emorragia di posti di lavoro che rallenta ma non si arresta. E il no più marcato della Cgil alla manovra varata dal Governo, che ‘’pesa su imprese e lavoratori’’.

Sul fronte dell’Esecutivo ha assunto un ruolo centrale, forte, il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Che in questi giorni la tenuto le fila dei contatti informali con le parti sociali, ed ha definito ‘’cinque punti’’ per avviare il tavolo di giovedì su una agenda concreta. Temi che il ministro ha anticipato in una intervista al Corriere della Sera: vanno dalla riforma fiscale, a sostegno all’internazionalizzazione delle imprese, stimolo all’impiego dei giovani, liberalizzazioni e privatizzazioni; poi un focus su investimenti e colli di bottiglia che frenano le opere pubbliche, come secondo punto; terzo: le banche, ed il freno di Basilea3 sul credito alle imprese; quindi il fronte delle relazioni industriali e degli ammortizzatori sociali; e la ‘’sobrietà democratica’’: il fronte dei tagli ai costi della politica. Non c’è un caso Tremonti, sottolinea poi il ministro del Lavoro. ‘’I mercati devono sapere che Tremonti è saldo’’.

Le richieste di imprese, banche e sindacati


ROMA – La lettera di convocazione del governo alle parti sociali, per l’incontro di giovedì prossimo a Palazzo Chigi, sintetizza in tre concetti i temi imposti da una lunga crisi economica e dal nuovo allarme mercati, quindi il fronte del pressing di imprese, banche, sindacati. Si apre un confronto, preannuncia il governo, per definire misure ‘’per la stabilità, la crescita, la coesione sociale’’.

— Rigore ma anche crescita — Le parti sociali hanno riconosciuto più volte al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, il merito di aver mantenuto ferma la barra del rigore, quindi la stabilità dei conti pubblici. Ma hanno chiesto con forza, ripetutamente, che vengano messe in campo anche misure per sostenere lo sviluppo e per affrontare le emergenze sociali a partire dall’allarme lavoro. Insieme, tutte le sigle (da Confindustria alle piccole imprese ed alle associazioni del commercio, dalle banche alle coop, con i sindacati), mercoledì hanno invocato ‘’discontinuità’’, chiesto ‘’un patto per la crescita’’.

Confindustra: «Ora sviluppo» — Da mesi la leader degli industriali Emma Marcegaglia sottolinea che il Paese soffre di una crescita bassa, troppo lenta, come confermano le stime degli economisti di viale dell’Astronomia che prevedono un Pil 2011 sotto l’1%. Da qui un pressante invito a considerare la crescita ‘’il primo obiettivo, la priorità su cui lavorare’’, mettendo in campo misure di sostegno allo sviluppo. Subito le riforme strutturali, a partire dal fisco. Poi anche liberalizzazioni, semplificazioni, infrastrutture.

— Banche: «Ora misure efficaci» — Il fronte dei banchieri chiede ‘’misure efficaci’’ subito, una ‘’grande assunzione di responsabilità da parte di tutti’’. Anche per le banche la riforma fiscale è tra le priorità. Oggi, poi, sono le più colpite dall’attacco all’Italia sui mercati finanziari, quindi in prima linea anche nel chiedere, un immediato recupero di credibilità agli occhi dei mercati finanziari.

— Sindacati: «Allarme lavoro» — Sul fronte sindacale la priorità è l’allarme occupazione, con l’emorragia di posti di lavoro che rallenta ma non si ferma. Troppe le crisi industriali aperte, ha avvertito nei giorni scorsi la Cgil, preannunciando il rischio di un settembre di tensioni. Il sindacato di Corso Italia ha poi una posizione più netta sul fronte della manovra economica, che ‘’scaricherà sul lavoro e sulle famiglie’’, ha detto la leader della Cgil Susanna Camusso, il peso di ‘’tagli su sanità, lavoro pubblico, pensioni e sulla condizione di lavoro e che ne fanno una consistente operazione di aumento delle tasse e delle imposizioni’’.