Le opposizione aspettano il premier: «Idee o lasci»

ROMA – Il lunedì nero di piazza Affari ma ancor più il nuovo record nello spread Btp-Bund preoccupano le opposizioni, niente affatto confortate dall’attivismo del governo e del premier Silvio Berlusconi, che domani sarà in Aula alla Camera e al Senato. La convinzione del segretario Pd Pier Luigi Bersani e del leader Udc Pier Ferdinando Casini, che giovedì incontreranno, dopo l’esecutivo, le parti sociali, con il via libera anche di Gianfranco Fini, è che ormai sia prioritario un cambio di scenario politico che segnali ai mercati una svolta rispetto alla crisi economica.

Nel fine settimana sono stati continui i contatti tra i vertici delle opposizioni, il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e i leader sindacali per cercare una chiave per venire incontro alle richieste di misure per la crescita e di riforme strutturali. L’incontro, chiesto nei giorni scorsi da Casini e Bersani e che si svolgerà alla Camera, ha aiutato, secondo le opposizioni, anche l’accelerazione dell’interesse del governo verso le parti sociali e così giovedì sarà il grande giorno del confronto tra la politica e gli attori economici e sociali. Un incontro in due tempi, prima il governo poi le opposizioni, ma non era nell’interesse di Bersani ottenere un tavolo unitario perchè, spiegano al Pd, ‘’noi invochiamo un cambio di scenario politico e non crediamo nel confronto con un governo che si sveglia dopo tre anni nei quali non è stato in grado di affrontare la crisi e rilanciare il paese’’. Anzi, incalza il responsabile economico Pd Stefano Fassina, sono ‘’l’incapacità del governo di affrontare i problemi e la perdita di credibilità di fronte al mondo tra le cause alla base delle pressioni speculative che colpiscono l’Italia più di altri Paesi’’.

Se per le opposizioni il governo ‘’è un fattore di aggravamento’’ della crisi, non è meno duro Luca Cordero di Montezemolo. Sul sito di ItaliaFutura, in un fondo a firma di Beniamino Quintieri, si chiede di intervenire ‘’con urgenza’’ e si stronca una manovra ‘’stile anni ‘80, periodo terribile per la finanza pubblica’’. Quindi, come sostiene il capogruppo Fli Benedetto Della Vedova, ‘’è positivo che Berlusconi venga in Aula ma questo non può cambiare il giudizio ormai negativo nei confronti del premier’’. Un giudizio che, a differenza del passato, non si tradurrà in mozioni di sfiducia in grado solo di dimostrare la maggioranza numerica in Parlamento. La richiesta di dimissioni sarà però invocata in aula così come la necessità di una nuova stagione politica, sia essa un governo di transizione o nuove elezioni, a meno che, sostiene il deputato Pd Francesco Boccia, il governo non voglia ‘’aspettare il crollo dei nostri titoli di Stato per prendere atto che è finito il suo tempo’’.