Tempesta sui mercati borse a picco e spread record

ROMA – La tempesta sui mercati è proseguita anche ieri e c’è il sospetto che possa avere conseguenze assai pesanti anche oggi. I timori di contagio, quindi, non sono affatto diradati e i mercati continuano a colpire soprattutto i titoli governativi di Italia e Spagna. Facendo volare i premi di rischio a nuovi record vicino ai 400 punti, e affondando una volta ancora gli indici di borsa e in particolare le banche. Non è riuscito a rassicurare i mercati il voto positivo del Congresso sul debito Usa: gli investitori – filtra dalle sale operative – temono un forte rallentamento della crescita americana che potrebbe far deragliare la ripresa mondiale. E in questa cornice globale aspettano segnali di stabilizzazione delle finanze pubbliche dall’Europa e si concentrano su Roma e Madrid, con forti vendite dei fondi comuni e di quelli speculativi, in particolare americani.

Gli investitori sembrano aver tratto poco beneficio dall’annunciato intervento del premier Silvio Berlusconi al Senato, quando il ministro dell’Economia Giulio Tremonti volerà a Lussemburgo per vedere il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Il risultato è un’altra giornata di perdite massicce, con l’indice Stoxx 600 che, con una perdita dell’1,92%, ha bruciato circa cento miliardi di euro piombando ai minimi di undici mesi.

Il forte calo delle auto (Fiat e Peugeot Citroen cedono oltre il 4%) rispecchia i timori per la crescita. Ma ancora una volta sono le banche a segnare le cadute più forti, a causa delle loro esposizione al debito sovrano. Va male tutto il comparto azionario europeo, da Parigi (-1,82%) a Francoforte (-2,26%) a Madrid (-2,18%). La borsa di Milano, colpita da una raffica di sospensioni per eccesso di ribasso, ha chiuso a -2,53% e dall’inizio della scorsa perde oltre l’11%, il doppio circa dell’indice Stoxx 600, con Unicredit in calo del 5,77%, Ubi del 5,50%, Mediolanum e Intesa SanPaolo del 5,24%, Mediobanca del 4,59%.

Tutti gli indicatori segnalano una decisa fuga dei mercati da qualsiasi investimento che presenti rischio: l’oro segna un nuovo record a 1.643,70 dollari, l’euro scende nuovamente sotto gli 1,42 dollari, il franco vola all’ennesimo record sul dollaro (a 0,7643) e sull’euro (1,08514). Ma è il termometro dei premi di rischio, gli ‘spread’, quello che maggiormente preoccupa. Il balzo del costo che i Paesi europei ad alto debito pagano per indebitarsi sta salendo a livelli tali da far fuggire gli investitori nel timori che diventi insostenibile, facendo scendere i prezzi dei bond e nuovamente salire i rendimenti: una spirale negativa. E così mentre Grecia, Portogallo e Irlanda sono stabili sui livelli esorbitanti di ‘spread’ a cui viaggiano da mesi, Italia e Spagna continuano a salire. Il premio di rischio dei Btp è arrivato al record di 385 punti, un nuovo record nei dodici anni di vita dell’euro, mentre la SPagna ha già superato i 400 punti (lo spread fra i due Paesi si è ristretto ancora a una quindicina di centesimi). Il rendimento dei Btp decennali ha sfiorato il 6,3%, ai massimi dal 1997, quello dei titoli spagnoli ha toccato il 6,25%, poco al di sotto dei record di luglio.