Le richieste di Palazzi: “Atalanta in A a -7, Doni stop”

ROMA – Richieste di squalifiche a pioggia e penalizzazioni da scontare sia nella stagione passata sia in quella che sta per cominciare. La mano pesante della Procura federale di Stefano Palazzi si abbatte su tesserati e società deferite in seguito al coinvolgimento nello scandalo del calcioscomesse scaturito dall’indagine avviata dalla Procura di Cremona sull’inchiesta ‘Last Bet’.


Il procuratore capo, davanti alla Commissione Disciplinare presieduta dall’avvocato Sergio Artico, snocciola in rapida successione numeri impressionanti che, se addizionati, raggiungo somme da capogiro: 96 anni di squalifica (esclusi i patteggiamenti), 10 richieste di radiazione, 58 punti di penalizzazione.


Tra le società che nel prossimo campionato dovranno partire ad handicap – se dovessero essere accolte le istanze della Procura federale – spicca sicuramente l’Atalanta che, assieme al Chievo, è l’unica formazione di Serie A coinvolta. Nei confronti degli orobici sono stati chiesti 7 punti di penalizzazione, mentre i veronesi tirati in mezzo per responsabilità oggettiva col ‘tesseramento d’immaginé’ di Stefano Bettarini (squalificato per 14 mesi dopo aver negoziato), hanno patteggiato uscendo dal procedimento col solo obbligo di pagare un’ammenda da 80 mila euro. Salvata la Serie A, però, l’Atalanta rischia seriamente di perdere definitivamente il proprio capitano Cristiano Doni, e il compagno di squadra Thomas Manfredini: per il primo la richiesta di stop è di 3 anni e 6 mesi, per il secondo di 3 anni.


Decisamente peggio è andata a Massimo Erodiani e Marco Paoloni: per il portiere di calcio a 5 del Pino Di Matteo e titolare di una agenzia di scommesse a Pescara, Palazzi ha chiesto 5 anni di squalifica più la proposta di preclusione (radiazione), più ulteriori 8 anni di squalifica in continuazione (per scongiurare l’eventuale richiesta della grazia), mentre per l’ex portiere di Cremonese e Benevento (che si è sempre dichiarato innocente) sono stati chiesti 5 anni di squalifica con annessa proposta di radiazione, più altri 5 anni di stop in continuazione. Simili le posizioni per l’ex azzurro Giuseppe Signori (tecnico), Antonio Bellavista (tecnico), Giorgio Buffone (ds Ravenna), Mauro Bressan (tecnico), Carlo Gervasoni (Piacenza), Gianni Fabbri (presidente Ravenna) e Nicola Santoni (tecnico Ravenna), tutti soggetti alla richiesta di radiazione e stop in continuazione.


Decisamente diverso, poi, il trattamento riservato a Vincenzo Sommese e Vittorio Micolucci, entrambi giocatori dell’Ascoli. Per il centrocampista, Palazzi ha chiesto 5 anni di squalifica con proposta di radiazione (più 2 anni di stop in continuazione), decretandone in pratica la fine della carriera tra i professionisti; il difensore invece, grazie alla strada del patteggiamento e alla fattiva collaborazione e ammissione di responsabilità (art. 24 del codice di giustizia sportiva) si è visto riconoscere dalla Commissione disciplinare un sostanzioso sconto di pena, e dovrà restare fermo ‘solo’ 14 mesi.


“E’ il primo pentito della storia del calcio italiano”, le parole del suo avvocato che rendono bene l’idea sul perché Palazzi con Micolucci non abbia calcato la mano. Sul fronte delle società coinvolte, ad uscire con le ossa rotte dalla requisitoria di Palazzi sono soprattutto Benevento e Cremonese che pagano con 14 e 9 punti di penalizzazione (più 30 mila euro d’ammenda ciascuna) i comportamenti del tesserato Paoloni.


Per i club di Serie B, richiesti 6 punti di penalizzazione da scontare nel 2011-12 (più 90 mila euro di ammenda) per l’Ascoli, mentre per Hellas Verona e Sassuolo 50 mila euro d’ammenda. Nei confronti del Piacenza, già retrocesso, chiesti 4 punti di penalizzazione da scontare nel campionato passato per consentire alla pena di essere ‘afflittiva’ (non potrà infatti in alcun modo essere ripescata nel campionato cadetto).
Infine, tra gli undici club di Lega Pro, pagano la responsabilità diretta l’Alessandria (retrocessione all’ultimo posto del campionato di competenza) e il Ravenna (esclusione dal campionato di competenza, più 50 mila euro d’ammenda). La fase dibattimentale davanti alla Commissione disciplinare riprenderà oggi (parola alle difese), e andrà avanti presumibilmente fino a domani, giorno in cui il collegio giudicante si riunirà in camera di consiglio. La sentenza di primo grado della giustizia sportiva è attesa per l’inizio della prossima settimana.