Berlusconi: ‘Italia solida, ora patto per la crescita’

ROMA – «Oggi più che mai dobbiamo reagire tutti uniti». Il Berlusconi che parla nell’aula della Camera é ben diverso da quello che ha abituato il Parlamento alle sue frequenti tirate polemiche contro l’opposizione: di fronte all’emergenza economica il messaggio che il presidente del consiglio vuole dare al paese e ai mercati che lo tengono sotto osservazione è quello di un governo che promuove l’accordo con tutte le forze politiche e con le parti sociali per facilitare la crescita economica.
– Certamente – dice il premier – è la crescita l’obiettivo fondamentale.

E per questo propone «un piano d’azione immediata per lo sviluppò». Berlusconi, che parla due ore dopo l’orario previsto, per evitare che il suo intervento si svolga a borse aperte, si richiama a quella coesione nazionale più volte auspicata dal capo dello Stato, «un monito saggio che faccio mio – dice – e che raccolgo con convinzione» . Nel discorso più impegnativo in tre anni di governo, Berlusconi propone un patto per approvare i provvedimenti necessari alla crescita dell’economia italiana: un ‘economia sulla cui vitalità’ Berlusconi giura a più riprese, sostenendo che «abbiamo i fondamentali economici solidi» e che anche le banche, il cui tonfo in borsa è «assolutamente eccessivo», sono in piedi.

La crisi, però, non può più essere minimizzata, e Berlusconi, in passato riottoso ad ammetterne l’esistenza, questa volta cambia registro:
– Nessuno vuole negare la crisi, tutti dobbiamo lavorare per superarla. State ascoltando un imprenditore che ha tre aziende in borsa e che è nella trincea finanziaria.

L’analisi dei terremoti finanziari è in parte autoassolutoria: Berlusconi sostiene che a essere sotto tiro non é solo l’Italia e che la crisi «non è solo italiana ma planetaria». Il premier rivendica gli interventi fin qui approvati dal governo per correre ai ripari subito dopo gli sconquassi di borsa: la manovra di luglio, dice, è stata tempestiva ed è stata giudicata dall’Europa «adeguata e sufficiente». Ma la speculazione è andata avanti e ora bisogna reagire con interventi decisi e coerenti «ma senza inseguire il nervosismo dei mercati». Perché , secondo il premier, bisogna tenere nel giusto anche anche l’irrazionalità dei comportamenti degli investitori che «come spesso succede nelle crisi di fiducia, non hanno valutato la nostra solidità».

Berlusconi non entra troppo nei particolari delle misure che ha in mente, non scopre troppo le sue carte, anche perché c’é l’incontro con le parti sociali. Ma su alcune cose é chiaro: fissa l’obiettivo di azzerare il fabbisogno per la fine del 2011, rispolvera la riforma dello statuto dei lavoratori («é venuto il momento che in Parlamento si verifichi il grado di consenso che può avere») e promette interventi anche sul versante dei costi della politica, come l’adeguamento delle retribuzioni degli eletti alla media europea, una sforbiciata alle auto blu, la riorganizzazione delle province. Ma Berlusconi è consapevole che tutto dipenderà dall’accoglienza che gli riserveranno le forze dell’opposizione e le parti sociali. Per questo insiste a lungo sulla necessità di mettere da parte le ostilità e lavorare insieme nell’interesse dell’Italia:
– Tutti dobbiamo rimboccarci le maniche. la stabilità politica è l’arma vincente contro la speculazione. Non chiedo all’opposizione di condividere il nostro programma ma auspico che possa contribuire con sue idee e proposte. Il governo non resterà sordo alle vostre idee se saranno animate da spirito patriottico.

L’idea di un «passo indietro» , che poco dopo gli chiederà Bersani, viene rispedita al mittente in anticipo.
– Il governo – dice Berlusconi – porterà avanti il suo lavoro fino al 2013. Nei 20 mesi che mancano il governo farà il governo, completerà le riforme, rafforzerà sempre di più il rapporto con le parti sociali e l’agenda per la crescita. Abbiamo la maggioranza, abbiamo la piena consapevolezza delle responsabilità e vogliamo riconsegnare agli italiani, tra due anni, un paese più forte».

Oggi il responso dei mercati. Nel frattempo, per convincerli, il ministro degli Esteri Frattini ha dato mandato agli ambasciatori italiani nel mondo ad illustrare alle autorità del paese dove risiedono gli obiettivi della manovra di bilancio, tra i quali il pareggio di bilancio al 2014, e di spiegare la solidità dei fondamentali dell’economia italiana.
– O lei ha sbagliato discorso o ha sbagliato Parlamento. Siamo in una situazione che non si può descrivere con i cieli azzurri e qualche nuvola. L’unico merito del suo discorso è la scelta dell’orario che è stato fatto a Borse chiuse – Così il segretario Pd Pier Luigi Bersani ha attaccato il premier esordendo nel suo intervento in Aula alla Camera.
– Non è per polemica politica o interessi di bottega che noi chiediamo una svolta politica – ha proseguito Bersani -. I problemi non si risolvono con un discorso o un monitoraggio con le parti sociali ma serve un po’ di tempo per una tregua con gli investitori ed i mercati e il tempo si può avere solo con un gesto politico.

Ha quindi prosegiuito:
– Non dite che va tutto bene, uno straccio di autocritica fatelo. Noi le proposte le abbiamo, Ora vedrò Alfano e gliele spiego visto che dice che non ne abbiamo e secondo noi chi ha di più deve dare di più
Bersani, poi ha rivendicato le proposte del Pd per la crescita.
– Se volete ascoltarci – afferma – le proposte le abbiamo, se serve il rigore sia doloroso ma intelligente ed equo. Davanti alle emergenze del paese, noi siamo disposti, a fronte di un vostro passo indietro responsabile, a fare un passo avanti noi – aggiunge – . Non intendete avere questa generosità e togliere l’impedimento? Ve ne prendete la responsabilità di fronte al paese e ai cittadini.
Per il segretario del Pd, «l’Italia è seriamente nei guai».

– Il nostro Paese – sostiene Bersani – è colpito da una crisi che non ha precedenti: dopo 8 anni di vostro governo, abbiamo perso 6 punti di Pil e ne stiamo rimontando 2 scarsi, come nessun altro paese, e mentre gli altri la contrazione l’hanno assorbita, noi ancora siamo qui a sforzarci di recuperare ciò che non abbiamo recuperato.

La crisi, afferma Bersani, «non è solo speculazione, sono gli investitori e i nostri creditori che non si fidano più». E questa sfiducia «non è un umore passeggero, i creditori hanno tirato le somme di una vicenda già conclusa». Inoltre, conclude, «nel nostro paese sta montando una disperazione che sta bruciando lo spirito civico di cui avremmo bisogno per reagire».
– Le parole di Silvio Berlusconi sono state oneste, serie, affidabili per un Paese che chiede affidabilità e serietà al governo che ha voluto che governasse – Così Angelino Alfano, segretario del Pdl, ha aperto il suo intervento puntando il dito contro il Pd, per poi esortare le opposizioni a collaborare ed esprimere una totale contrarietà a «fantomatici governi tecnici».

– Autorevoli esponenti del Pd – ha attaccato Alfano – hanno detto che il governo deve dimettersi perché i mercati lo chiedono. Siamo sgomenti: ma da quando in qua sono i mercati a scegliere il governo o a stabilire che debbano andare a casa? E il popolo, ciascun cittadino, che ruolo ha nella vostra visione politica e del paese? Per noi – ha aggiunto il segretario del PdL – sono espressione della gente, del popolo che rappresentano. Per questo siamo contrari a fantomatici governi tecnici, contrari all’idea di piegare la democrazia alla tecnocrazia.

Alfano ha poi proseguito:
– Un governo fa le sue scelte, poi torna dal popolo e viene giudicato. I governi tecnici no e gli italiani, ogni volta che sentono parlare di governi tecnici devono sentire profumo di tasse. Il governo Berlusconi è legittimato a governare perché ha vinto le elezioni. Voi nel 2008 avete varcato la soglia di sbarramento e siete la principale forza di opposizione. A ciascuno il suo mestiere.

Lo sforzo comune sulla manovra «ha funzionato e bisogna replicarlo, ma se voi dite di aver dato idee e contributi negli ultimi 3 anni noi non li abbiamo sentiti».
– Siamo pronti – dice Alfano – ad accordi qui in Parlamento, non con governi tecnici, e chiediamo alle opposizioni di collaborare con spirito patriottico ad una fase difficile, perché la crisi c’é, nessuno la nega ma noi siamo fiduciosi di uscire dal mare in tempesta non perché velleitari, ma perché fiduciosi negli italiani.
– Abbiamo una manovra spalmata su più anni: chiediamo di anticipare con un decreto parti significative della manovra 2013-2014, per dare concretezza all’impegno assunto dall’Italia con la finanziaria di quest’anno -. E’ la proposta fatta dal leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, nel suo intervento dopo le comunicazioni sulla crisi del presidente del Consiglio. Casini invita il governo ad anticipare parti della manovra e aggiunge:
– Il Parlamento dovrà riunirsi al più presto, anche ad agosto, per esaminare il decreto dell’esecutivo.

Per il leader dell’Udc «è la responsabilità, il dialogo e la collaborazione che ci viene richiesta» in questo momento di crisi economica.
– Da tempo dico che solo una fase non di supplenza tecnica della politica, ma di armistizio tra i principali partiti può salvare l’Italia. Non improbabili governi tecnici, ma governi che nascano dalla volontà del Parlamento, dei partiti. Perché abbiamo da fare scelte impopolari e dolorose che nessun governo che abbia la paura di perdere le elezioni è in grado di assumere.

Così il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, nel suo intervento dopo le comunicazioni sulla crisi del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in Aula alla Camera. Infine, Casini ha chiesto che «il governo istituisca una commissione per la crescita», formata da «rappresentanti di maggioranza e opposizione», con «60 giorni di tempo per elaborare proposte per la crescita» del Paese.
– Oggi Bossi aveva una visita, la sua non è un’assenza politica. Ci siamo sentiti per telefono stamattina, è tutto a posto – Cosi’ il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, parlando in Transatlantico dopo l’informativa del presidente del Consiglio alla Camera, interpellato dai cronisti a proposito dell’assenza del Senatur.
– I leghisti – ha aggiunto – oggi c’erano praticamente tutti, ribadisco che le ipotesi di divisioni nella Lega sono una stronzata, i soliti retroscena inventati.

Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, si è detto «molto soddisfatto dell’intervento del presidente del Consiglio» Silvio Berlusconi, in occasione dell’informativa alla Camera dei deputati sulla situazione economica del paese. Parlando con i giornalisti a Montecitorio il ministro ha spiegato come l’intervento del premier sia stato «concreto, solido». Un discorso, ha aggiunto, che inoltre «apre prospettive importanti di dialogo con l’opposizione».

Per il leader dell’Idv, Antonio Di Pietrio «il problema della Crisi economica è il premier Silvio Berlusconi, per questo il presidente della Repubblica deve sciogliere le Camere per andare a nuove elezioni».
Prendendo la parola alla Camera durante il dibattito che ha fatto seguito all’informativa del presidente del Consiglio, Berlusconi, sulla situazione economica del paese, Di Pietro ha detto che «c’e’ una crisi mondiale ma in Italia c’è una crisi nella crisi che si chiama Berlusconi».
– E’ il suo governo che fa scappare gli investitori. Io sono dell’idea che quando il Governo non funziona più bisogna richiedere il voto ai cittadini, ecco quello che chiediamo noi’’- ha proseguito il leader dell’Idv- che poi ha invocato Giorgio Napolitano affermando:
– Faccia come Ciampi e Scalfaro, lo sciolga questo Parlamento per farne uno nuovo’ missioni.