Allegri: Pato o Robinho… questo è il dilemma

PECHINO – In attesa del primo derby della stagione – nel quale cercherà di superare i “cugini” interisti e conquistare la Supercoppa nella partita di domani a Pechino – il Milan si rilassa.


“La formazione? Certo che ci ho pensato, ma ancora non ho deciso”, dice mister Massimiliano Allegri durante un ‘evento’ – la presentazione di un libro fotografico sui giocatori campioni d’Italia – nello sfolgorante negozio di Dolce&Gabbana nel Central Business District (Cbd), il quartiere delle multinazionali nel cuore di Pechino. Allegri e la squadra sono venuti per rispettare uno dei tanti impegni di public relations che stanno affrontando in questi giorni le squadre milanesi, venute a giocarsi la Supercoppa ma anche a promuovere il calcio italiano, il calcio in generale e se stesse nel mercato del futuro. Secondo indiscrezioni, il mister avrebbe intenzione di far riposare almeno uno dei due attaccanti brasiliani, probabilmente Robinho perché Pato è così popolare tra le giovani fan cinesi che difficilmente potrà essere lasciato in panchina.


La squadra è stata accolta dalla ormai solita folla di fans, che hanno applaudito a lungo e tormentato i giocatori per farsi firmare magliette le magliette rossonere o per convincerli a posare con loro per una foto.
“Non sono preoccupato per questi impegni di pubbliche relazioni, noi del Milan ci siamo abituati, i giocatori sanno che fa parte dei loro compiti”, ha spiegato Allegri. Luca Antonini gli fa eco: “nessun problema, è un modo come un altro per uscire dall’albergo”, ha sostenuto il difensore milanista. Nel tardo pomeriggio locale (tra la Cina e l’Italia ci sono sei ore di differenza), la squadra ha sostenuto una seduta di allenamento. “Alcuni giocatori si lamentano perchè non riescono a dormire e non hanno assorbito la differenza di fuso orario”, ha sottolineato Allegri.


Clarence Seedorf, da parte sua, ha voluto sfatare la leggenda del ‘clima impossibile’ di Pechino. “Non è così terribile – ha affermato – niente al confronto dei problemi che abbiamo avuto nel 2003 a New York”.