Borsa, scoppia la bufera. Piazza Affari in tilt

MILANO – Piazza Affari è andata in tilt proprio sull’orlo del precipizio. La spia rossa si era accesa circa un’ora e mezza prima della chiusura, con una nota che allertava il mercato su possibili difficoltà nel calcolo dell’indice di riferimento Ftse Mib. Fino alle 17, però, si è pensato al falso allarme, ma già dopo 5 minuti era chiaro che qualcosa stava succedendo. Così, mentre le altre borse europee si appesantivano sulla scia di Wall Street, Milano era letteralmente al buio, anche se il listino di riferimento indicava chiaramente che le cose non stavano andando affatto bene.

I titoli sospesi per eccesso di ribasso erano circa 13 su 40 e 8 minuti prima della chiusura il blocco diventava ufficiale con un comunicato stringato di Borsa Italiana. Il comunicato successivo è arrivato dopo quasi 3 ore per spiegare che l’incidente è stato causato da ‘’ritardi nella distribuzione dei dati attraverso alcuni canali di informativa’’. Sul caso è intervenuta la Consob, che si è messa in contatto con Borsa Italiana, mentre nelle sale operative si parlava di una sorta di ondata di vendite che avrebbe creato l’effetto imbuto proprio nell’ultima mezz’ora.
In effetti i tempi coincidono, ma qualche operatore è rimasto insospettito dal fatto che Borsa Italiana avesse previsto l’incidente con largo anticipo. Quanto agli scambi, poi, il controvalore totale, pari a 3 miliardi di euro, è stato inferiore a quello delle ultime sedute: 3,67 miliardi l’altro ieri e 3,19 miliardi il giorno prima.
– Oggi probabilmente l’incidente è stato causato dalla concitazione del mercato – ipotizza un’economista dall’ufficio studi di una primaria banca d’affari che preferisce non essere citato – tra le tantissime sospensioni che si sono susseguite nella giornata.

E il danno è soprattutto sul piano della reputazione anche se, non è escluso che, chi non ha potuto liquidare un contratto o dare esecuzione a un ordine su uno strumento che ha come sottostante l’indice, opzioni o future per esempio, ‘’ora possa avanzare rivalse legali’’.

Per Piazza Affari non è la prima volta che il sistema va in blocco e i guasti riportano fino al lontano 1991, quando la borsa è passata dalle grida al sistema telematico. Il più recente risale allo scorso 22 gennaio, quando un guasto tecnico ha azzerato il fuso orario tra Milano e New York, facendo aprire in contemporanea le due borse, con la piazza italiana in ritardo di 6 ore e mezza. La seduta in Italia si è così ristretta a solo un paio d’ore con il blocco di tutti i mercati, dalle azioni ai titoli di stato. Il 3 gennaio, in concomitanza con il debutto in Borsa di Fiat e Fiat Industrial, l’indice principale Ftse Mib è andato in tilt rendendo furiosi gli operatori per l’errore, i pasticci di comunicazione, la cancellazione di quasi un’ora di contratti conclusi nel primo mattino sui derivati e la riapertura di questo ‘mercato’ solo nel pomeriggio.

Solo per citare gli episodi piu’ eclatanti risaliamo al settembre 1996 quando un guasto al sistema telematico delle Borse Valori ha impedito completamente lo svolgimento della seduta di Borsa. Un episodio simile è avvenuto nel 1994, quando ci fu un black-out completo. Il 3 agosto di due anni prima il sistema telematico si bloccò, ma i prezzi vennero formati secondo il vecchio sistema delle grida, per il cui svolgimento allora esisteva ancora un luogo ‘fisico’, il cosiddetto ‘gabbiotto’ di piazza Affari, che oggi ospita i convegni. Prima ancora, nel 1990 e nel 1991, all’epoca delle agitazioni sindacali dei procuratori di Borsa minacciati nel posto di lavoro dall’avvento del big bang telematico, gli agenti di cambio, in quanto pubblici ufficiali, avevano comunque dovuto ‘fissare’ dei prezzi nominali, scendendo in grida, allo scopo di evitare possibili strascichi legali.

Crisi, allarme Barroso-Trichet

BRUXELLES – La crisi del debito avanza rapidamente, dalla periferia della zona euro arriva a minacciare il cuore del Vecchio continente e spinge la Bce ad intervenire con acquisti di bond già partiti e liquidità supplementare alle banche dalla prossima settimana. Ma nemmeno questo spegne l’incendio sui mercati: gli spread schizzano a nuovi record e le borse europee sprofondano.

– E’ chiaro che non abbiamo più a che fare solo con una crisi della periferia dell’area euro – ha avvertito il presidente della Commissione Ue Josè Barroso. Subito dopo, arriva la risposta della Banca centrale europea, attesa da governi e istituzioni. Francoforte lascia invariati i tassi ma scende in campo riattivando due delle sue misure anti-crisi piu potenti: l’acquisto dei bond dei Paesi sotto stress e ‘’un’operazione supplementare di liquidità’’ per le banche.

– L’acquisto dei titoli non si è mai fermato – ha spiegato Trichet nella sua attesa conferenza stampa. E proprio mentre il presidente parlava, i trader registravano un’attività della Bce sul mercato dei bond portoghesi e irlandesi. Ma l’intervento a gamba tesa della Bce – non voluto da alcuni membri del consiglio direttivo – non calma la tempesta sui mercati. Segno che gli sforzi dell’Europa non possono finire qui. Trichet e Barroso richiamano i leader al loro dovere: il ‘’prima possibile’’, che significa già entro settembre, vogliono che sia operativo l’unico strumento in grado di blindare l’euro, ovvero il fondo salva-Stati. Anche Trichet mette fretta ai governi:
– I rischi per l’Europa si intensificano – avverte -, e finchè non ci sarà il fondo, l’unica arma di difesa dell’euro continua a rimanere la Bce.

Governo e Bce affossano Piazza Affari

MILANO – Da una parte la delusione per l’assenza di misure concrete da parte del governo italiano per sottrarre Piazza Affari alla tenaglia della speculazione. Dall’altro l’autogol della Bce sul riavvio del programma di acquisto dei titoli di Stato che – è emerso – non interesserà quelli italiani e spagnoli, come il mercato sperava. In mezzo, per non farsi mancare niente, la paura per una brusca frenata dell’economia americana. L’ennesima giornata nera a Piazza Affari ha molte facce secondo quanto spiegano analisti ed operatori. Una seduta schizofrenica che ha visto la borsa tentare il rimbalzo in apertura e poi inabissarsi assieme a Wall Street e alle altre borse europee, indossando ancora una volta la maglia nera dei listini mondiali.

– E’ stata una delle giornate più deliranti dei miei 25 anni di attività. Oggi non si vendono solo le banche: oggi si vende tutta l’Italia. Le parole di Berlusconi non hanno frenato la speculazione -commentava un ‘decano’ di Piazza Affari mentre il listino milanese colava a picco e gli spread tra Bund e Btp tornavano a 390 punti base.
Il colpo di grazia su Piazza Affari è però arrivato dalla Bce, secondo l’economista di Intesa Sanpaolo, Luca (Luca, rpt) Mezzomo. Accanto a misure positive sulla liquidità ‘’per evitare tensioni sull’interbancario’’, la Bce ha fatto ‘’un disastro’’ con l’ ‘’annuncio bomba’’ del presidente, Jean-Claude Trichet, sul riavvio del programma di riacquisto dei bond governativi.
– Tutti – ha spiegato – si aspettavano che avrebbero riguardato i titoli spagnoli e italiani tanto che, dopo l’annuncio, c’è stato un restringimento degli spread.

Invece, è poi emerso, gli acquisti si sono limitati a Irlanda e Portogallo, facendo galoppare nuovamente il differenziale tra Bund e Btp. Ad acuire la tensione ha contribuito l’andamento disastroso di Wall Street per i ‘’timori di un rallentamento della crescita economica americana’’. Ma a Piazza Affari più di un operatore punta il dito sull’ ‘assenza’ del governo.

‘’La mancanza di un piano di azione concreto e dettagliato potrebbe deludere le aspettative degli investitori’’ sottolineava Unicredit in un report sull’intervento di Berlusconi, in cui si definiva ‘’deludente’’ un’ ‘’agenda delle riforme’’ che non si concentra su riforma del mercato del lavoro e liberalizzazioni, ‘’i principali ostacoli per riguadagnare competitività’’, e in cui manca un piano dettagliato per anticipare le misure della finanziaria. Il ‘fattore politica’ si misura anche nell’allineamento dello spread tra i titoli decennali di Italia e Spagna, ristrettosi da metà giugno a oggi da 81 a 9 punti base.
– L’Italia è ormai considerata come la Spagna – commenta un analista di una primaria banca italiana -: da noi pesa la situazione politica. La scelta di Zapatero di andare alle elezioni dimostra che la classe politica è disposta a cambiare, sono state varate delle riforma per migliorare il mercato del lavoro mentre in Italia c’è una situazione di stallo.

E in presenza di un debito pubblico di quasi 1.900 miliardi e una crescita attesa attorno all’1% nel 2011 – secondo molte voci a Piazza Affari – questo è un lusso che non ci è più concesso.