Marcinelle 55 anni dopo: ancora poca la sicurezza

ROMA – Si celebra oggi l’anniversario del disastro di Marcinelle avvenuto la mattina dell’8 agosto 1956 in una miniera di carbone a Marcinelle, nei pressi di Charleroi, in Belgio. L’incidente provocò 262 morti su un totale di 274 uomini: nella storia dei minatori italiani emigrati, è la terza più cruenta disgrazia dopo quella di Monongah e di Dawson.

Pagano: Abruzzo ha pagato un pesante tributo “L’anniversario della tragedia di Marcinelle rappresenta ancora oggi un dolore indelebile per l’emigrazione abruzzese’’. Così il Presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Nazario Pagano, ricorda la tragedia accaduta nella miniera del Bois du Cazier (Belgio) l’8 agosto 1956.
‘’Nella tragedia mineraria di Marcinelle – prosegue Pagano – l’Abruzzo ha pagato un tributo pesante. A distanza di 55 anni, il sentimento verso quel ‘sacrificio’ è ancora forte e attuale. I nostri emigranti abruzzesi, che nei 150 anni di storia sono partiti verso nuovi Paesi per un futuro lavorativo migliore, hanno contribuito con la loro capacità, dignità e dedizione al lavoro, a divenire un esempio di grande operosità nel mondo, contribuendo – conclude Pagano – alla diffusione di una immagine dinamica del nostro Abruzzo fuori dai confini regionali’’.

L’anniversario della tragedia è stata proclamato nel 2001 ‘’Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo’’, quale momento di celebrazione di tutti gli Italiani caduti sul lavoro all’estero e di onore alla loro memoria.

Frattini: un minuto di silenzio

Con un messaggio ai connazionali nel mondo il ministro degli Affari Esteri Franco Frattini esprime la sua partecipazione all’anniversario della tragedia di Marcinelle.
“I milioni di italiani che nei 150 anni di storia nazionale unitaria sono emigrati fuori dai nostri confini – afferma il ministro – hanno fornito innumerevoli esempi di altissima capacità, dignità e dedizione al lavoro. I nostri emigranti hanno contribuito in modo determinante alla diffusione dell’immagine di un’Italia attiva e fiera, collaborando con la propria instancabile operosità all’edificazione delle società che li hanno accolti. Vorrei ricordare con deferente e commosso omaggio i nostri lavoratori scomparsi, che l’anniversario della tragedia di Marcinelle vuole riunire in una giornata di commemorazione. Come in passato, ho disposto che le Rappresentanze diplomatiche e consolari osservino un minuto di silenzio per ricordare le vittime del lavoro che in tutto il mondo e in ogni tempo hanno onorato l’Italia con il loro sacrificio”.

Garavini: in Italia 384 morti sul lavoro nel 2011

Laura Garavini (Pd) sarà presente oggi a Marcinelle per rendere omaggio alle vittime. “La storia dell’emigrazione italiana – spiega – è piena di sofferenze e sacrifici che contribuirono a fare dell’Italia un grande Paese e degli italiani un popolo di lavoratori stimati e apprezzati in tutto il mondo”. Per Garavini non va dimenticato che “se quell’incidente si trasformò in tragedia è perché la manutenzione e la sicurezza del sito erano ridotte al minimo”, segnalando come anche oggi il problema sicurezza sul lavoro abbia provocato in Italia la morte di 384 persone, dall’inizio dell’anno, “15.6% in più rispetto al 2010” precisa, accusando il governo di sottovalutare la questione.

“Quella sul lavoro è la forma più grave d’insicurezza, perché colpisce gli individui mentre si guadagnano da vivere. E con buona pace della retorica xenofoba e populista, a pagarne il prezzo più alto sono le categorie più deboli, tra le quali spicca proprio quella degli immigrati. Oggi ci stringiamo tutti nel ricordo dei nostri connazionali caduti a Marcinelle. Ma la loro memoria – conclude – impone l’obbligo politico di agire concretamente per tutelare i lavoratori e togliere all’Italia l’ignobile primato di Paese più insicuro d’Europa”.

Sorgi (Inas Cisl): “Ricordare non basta”

“Ricordare Marcinelle non basta. 980 morti sul lavoro, 775.000 denunce per infortunio, e 42.350 per le malattie professionali nel 2010, reclamano un impegno ben più ampio di una semplice commemorazione”, dice il presidente del patronato Inas Cisl Antonino Sorgi.
“L’aumento spaventoso delle malattie professionali, le morti bianche che continuano a verificarsi ci costringono a pensare al presente, a tutte le vite in pericolo: a questo deve servire il ricordo di quanto avvenuto al Bois du Cazier”, continua Sorgi. “Ciò che è avvenuto a Marcinelle è tragicamente attuale. Per questo oggi – ricorda – l’Inas investe sulla prevenzione, con la nascita recente di sportelli specializzati in ogni sede dedicati all’assistenza e tutela di chi è colpito da malattie professionali, ma anche di chi è vittima di infortuni sul lavoro”.

“Crediamo nel valore della prevenzione e dell’informazione per i lavoratori, come primaria forma di difesa dai pericoli del lavoro: per ricordare Marcinelle senza dimenticare il presente – annuncia Sorgi – l’Inas dedica uno speciale sul sito web www.inas.it alla sicurezza. Siamo convinti che informare sui rischi e le tutele da mettere in atto quando si timbra il cartellino sia il modo migliore per rendere giustizia alla memoria di chi è morto in Belgio”.

Rilanciare le politiche per gli italiani all’estero

“Commemorare le vittime della tragedia di Marcinelle, simbolo della giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, rappresenta per il nostro Paese e per i milioni di italiani che vivono fuori dai confini nazionali la rivisitazione di una parte importante della storia d’Italia e dei suoi cittadini.


Abbiamo ricordato in occasione dell’ultima Assemblea Plenaria del Cgie, svoltasi dal 18 al 20 maggio a Torino, cosa è stata la storia dell’Italia fuori in questi primi 150 anni di Unità del Paese. Quella tragedia, avvenuta l’8 agosto 1956, segnò allora la presa di posizione del nostro Paese verso quella grande diaspora e iniziò il cammino verso il riconoscimento dei diritti e della partecipazione di milioni di italiani.
Commemoriamo il 55esimo anniversario in un momento molto difficile, complesso e delicato del rapporto del nostro Paese verso le comunità all’estero: si smantellano le politiche conquistate negli anni, particolarmente quelle legate alla lingua e alla cultura italiana, all’informazione e all’assistenza ai più deboli, nonché ai servizi, e si attaccano in modo frontale i diritti, specie sul voto e sulla rappresentanza.


Per il nostro Paese, il modo migliore per onorare le centinaia di vittime della sciagura mineraria è quello di invertire la tendenza attuale e di rimettere al centro dell’attenzione la risorsa rappresentata ancora oggi – e forse più di ieri – dai milioni di connazionali che vivono fuori dall’Italia. Un rilancio delle politiche per le collettività all’estero contribuirebbe a rafforzare il legame, soprattutto delle nuove generazioni, con la patria di origine e a rinnovare l’immagine del nostro Paese nel mondo.


Rievocare i morti di Marcinelle senza riconoscere pari dignità e diritti a chi, come loro, lascia la propria terra e la propria famiglia per cercare lavoro e futuro, significa sminuire il loro sacrificio del valore umano e storico.


Oggi l’Italia è approdo di speranza per tante persone che cercano nelle nostre terre migliori condizioni di vita. Non si può, in questa ricorrenza, dimenticare l’incessante dramma che vivono migliaia di emigranti che lasciano il loro Paese e che trovano la morte al largo delle nostre coste, animati dalla speranza che quel viaggio possa costituire una nuova speranza di vita.


Si avverte come indispensabile l’esigenza che gli avvenimenti che videro protagonista l’emigrazione italiana aiutino a comprendere i fenomeni migratori del nostro Paese, affinchè siano parte integrante del codice etico che segna i diritti sociali e politici dell’Italia di oggi”.