Le banche centrali corrono per evitare la recessione

NEW YORK – Le banche centrali corrono ai ripari per evitare una nuova recessione. I mercati non hanno premiato gli sforzi e hanno accusato forti cali, con gli investitori in fuga verso i beni rifugio. L’oro è schizzato a 1.801 dollari l’oncia. I rendiemtni dei titoli di stato americani sono scesi ai minimi e la domanda nelle aste delle ultime ore è risultata due o tre volte superiore all’offerta.


Nelle 72 ore che hanno seguito il G7 – riporta Bloomberg -, la Fed si è impegnata a mantenere i tassi ‘’eccezionalmente bassi’’ almeno fino alle metà del 2013 e a usare tutti gli strumenti a sua disposizione per aiutare la crescita ‘’se appropriato’’. La Banca Centrale Europea (Bce) è intervenuta sul mercato dei bond. La Banca d’Inghilterra si è detta pronta a ulteriori stimoli se necessario. La Banca del Giappone ha ribadito i propri timori sullo yen e la Banca centrale Svizzera si è impegnata ad aumentare le forniture di franchi per evitare la ‘’massiccia sopravalutazione’’.


Le azioni non sono direttamente coordinate ma sono lo sforzo più ampio da quando la Fed, la Bce e altre quattro banche centrali hanno tagliato insieme i tassi di interesse nel 2008 per limitare l’impatto del crollo di Lehman Brothers.
– Le banche centrali sono state finora il punto di forza – evidenzia Stefan Schneider, analista di Deutsche Bank -. La politica ha fatto tutto quello che poteva per distruggere la fiducia nella propria capacità di risolvere i problemi che deve affrontare.