Tremonti: «Necessarie misure drastiche, le chiede la Bce»

ROMA – Giulio Tremonti arriva alla Camera, dribbla una selva di telecamere, appare sereno. Siede nella Sala del Mappamondo e fornisce la lista dei ‘tagli’ da fare per reperire 20 miliardi e raggiungere il pareggio di bilancio un anno prima, nel 2013. Come ‘suggerito’ dalla Bce. E molte delle misure sono infatti proprio quelle suggerite dalla stessa Bce che in cambio si è già impegnata ad acquistare titoli italiani. Una lista – quella fornita dal ministro dell’Economia in audizione in Parlamento – che tocca più o meno tutti i settori. Anche nevralgici. Interventi ‘’drastici’’ – li definisce il ministro – che vanno dalla deregulation sui licenziamenti (si tratterebbe di rivedere l’attuale articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori nel nuovo Statuto dei lavori, ndr) all’ulteriore blocco degli stipendi per la P.a., passando per l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie fino al contributo di solidarietà ribattezzato ‘Eurotassa’, ricordando analogo intervento di Giuliano Amato. E non si salverebbero neanche le festività: per aumentare la produttività quelle non religiose sarebbero accorpate alle domeniche. Cioè, salvo il Natale ma Primo Maggio a rischio domenicale.


Insomma un menù di rilievo che vede anche la presenza di due riforme costituzionali: il pareggio di bilancio in Costituzione (con la revisione dell’articolo 81 della Carta) e la libertà di impresa (articolo 41). Due riforme per le quali Tremonti, rivolto alle opposizioni, invoca il ‘’disarmo plurilaterale’’.
Tremonti esordisce davanti alle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio di Camera e Senato, sulla revisione dell’articolo 81 spiegando che ‘’non è un successo’’, basta guardare al nostro debito pubblico che è il ‘’terzo-quarto del mondo’’.
– Ora – sostiene – bisogna fare una scelta che segna la fine di un’epoca nella quale l’Occidente poteva piazzare titoli ai valori che voleva. Oggi viviamo in un’ epoca che costringe a scelte di maggior rigore: non puoi spendere più di quello che prendi soprattutto se con riluttanza prendono i tuoi titoli.


Quindi ora ‘’più forte è il passaggio costituzionale e meglio è’’, aggiunge il ministro augurandosi anche che i tempi dell’esame siano più corti di quanto previsto dalla legge. Tutto questo anche perchè ‘’la crisi ha preso un corso diverso, non ancora finito e non facile da prevedere nella sua dinamica’’.
– Io – sostiene – non sono accreditabile per formule ottimistiche, casomai per prudenza.
Insomma c’e’ ‘’un’intensificazione verticale della crisi finanziaria’’ e bisogna anticipare. Il ministro poi fornisce i titoli degli interventi aggiungendo però che le decisioni politiche sono ancora da prendere: piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali, dei servizi professionali e la privatizzazione su larga scala dei servizi locali; una sorta di ‘diritto di licenziare’; tagli stipendi agli statali (‘’ma noi non li vogliamo’’, dice); accorpare sulle domeniche le festività; tagli ai costi della politica; aumento sulle rendite (Bot esclusi); pensioni anzianità e donne; stop ai contratti a termine; contributo di solidarietà; lotta all’evasione.


– Insomma – commenta – si tratta dei molti suggerimenti, contenuti nella lettera inviata dalla Bce al governo ma le scelte di dettaglio sono ancora in corso e come fare, lo decideremo.
– Il tutto per superare quello che ormai è diventato – dice l’opposizione – il ‘caso Italia’.
Un’immagine che però il ministro respinge:
– Non c’e’ un ‘caso Italia’. Semmai il caso Italia è un caso nel caos.

Le opposizioni sconcertate dal governo

ROMA – ‘’Sconcertati’’, ‘’allibiti’’ dalla mancanza di idee del governo. Alla fine di una giornata che avrebbe dovuto segnare l’inizio del dialogo in Parlamento sugli interventi per affrontare la crisi, le opposizioni si ritrovano ancora più distanti dalla maggioranza e dall’esecutivo. Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini lo dicono anche al presidente della Repubblica, che li convoca al Quirinale: la ‘’responsabilità’’ di Pd e Terzo polo, sottolineano, resta immutata, ma dal ministro Tremonti non sono arrivate le risposte attese.
– Anzi, ci ha detto che il nostro aiuto non gli serve – sottolinea Bersani -. Farò finta di non aver sentito.

Ci sono tutti, i ‘big’ dell’opposizione, a Montecitorio per ascoltare l’informativa di Giulio Tremonti alle commissioni di Camera e Senato. Ognuno di loro è arrivato con in tasca le proprie proposte, che espone nel corso del dibattito. Ma tutti dichiarano il disappunto perchè il governo è arrivato a mani vuote e Tremonti non ha annunciato le misure per affrontare la crisi.
– Siamo ancora una volta sconcertati – dice il segretario del Pd -. C’è assenza di idee e di compattezza del governo e della maggioranza. Le uniche cose concrete le ha dette l’opposizione.
Tuona, Bersani:
– Abbiamo ore davanti, non mesi: al governo non deve tremare il polso, deve decidere.
– Sono allibito dalla mancanza di risposte esaurienti di Tremonti – è il commento lapidario che trapela da Gianfranco Fini. Mentre Casini sbotta con i suoi: ‘’Ma questo è scemo! Da ricoverare’’, sempre in riferimento al ministro.

– Non vorrei arrivasse il 118. Mi sembra di essere sulla luna – scherza Bersani facendo notare i ‘’rimbrotti’’ ricevuti da Tremonti per non essersi limitati a discutere solo dell’inserimento in Costituzione del pareggio di bilancio.
– Aria fritta – è il giudizio di Antonio Di Pietro sulle parole del ministro.
– L’esecutivo se ne deve andare per mancanza di credibilità. La nostra è un’opposizione responsabile e alternativa – dice a più riprese Bersani. Che rassicura sul punto anche Napolitano: il Pd è disponibile a collaborare, tant’è che illustra le sue proposte (taglio dei parlamentari, liberalizzazioni, lotta all’evasione) ma è il governo a dover fare una mossa, annunciare le sue misure.

Dovrà essere presentata, invoca il leader democratico, una manovra ‘’equa’’, secondo il principio che ‘’chi più ha, più dà’’. Se non sarà così, avverte, ‘’non sarà solo il sindacato a opporsi’’. E poi c’è il nodo politico, che il segretario Pd affronta anche con il capo dello Stato. La convinzione del Pd resta quella ribadita negli ultimo giorni che il governo Berlusconi deve lasciare a un esecutivo con personalità ‘’di spessore’’.
Se l’esecutivo non è in grado di fronteggiare la crisi, è il ragionamento, dovrebbe essere consentita l’apertura di nuovi spazi.
– Saremo seri e all’opposizione – dice per il Terzo polo Francesco Rutelli.

Una responsabilità che ribadisce a Napolitano anche Casini, che alla Camera elenca le sue proposte (dall’abolizione delle province, all’intervento sulle pensioni, ma con un quoziente familiare previdenziale). Il leader dell’Udc avverte:
– Il commissariamento dell’Italia è un dato di fatto e non riguarda solo il governo, ma tutto il sistema politico.
Angelino Alfano, segretario del Pdl, ribatte:
– Le principali forze politiche la smettano di litigare. L’opposizione dia il suo contributo.

Ma erano risposte, non inviti alla convergenza che le opposizioni si aspettavano.
– Ringrazio Tremonti per la cortesia di essere venuto a riferire alle Camera – riassume Casini – Ma avevo capito di più dalla lettura giornali che da quello che ho sentito oggi.

Dalle rendite alle pensioni: ecco le misure allo studio

ROMA – E’ un menù lunghissimo: i tecnici del Tesoro sono al lavoro su uno spettro di misure amplissimo per il decreto che forse già oggi, e al più tardi la prossima settimana, verrà varato dal consiglio dei ministri per anticipare il pareggio di bilancio al 2013 e far fronte alla nuova crisi. Si va dal rafforzamento di alcune norme che erano state inserite nella manovra di luglio all’accelerazione di pezzi di riforma, come quella fiscale e assistenziale. Ma si vagliano anche i drastici ‘’suggerimenti’’ della Banca Centrale Europea che vanno dai licenziamenti più facili, al taglio degli stipendi degli statali, anche se quest’ultima indicazione di Francoforte viene esclusa dallo stesso ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

– Rendite – L’allineamento al 20%, esclusi Bot e titoli di Stato che resterebbero tassati al 12,5%, è già previsto nella delega ma la misura potrebbe rientrare nel decreto e dunque essere immediata.
– Contributo di solidarietà – Patrimoniale? Eurotassa? Il governo è ancora al lavoro ma si ipotizzerebbe anche un contributo tra il 5 e il 10% per tutti i redditi, pubblici e privati, sopra i 90.000 euro.

– Pensioni – Possibile intervento su quelle di anzianità, un innalzamento dell’età minima a 60 o 62 anni. Si tratterebbe in sostanza di un blocco generalizzato delle anzianita’. Possibile anticipo già al 2012
– Costi della politica – E’ all’esame un nuovo intervento sui costi dei politici, ‘’non solo su quanto prendono ma anche su quanti sono’
– Lotta evasione – Si lavora a nuove misure di contrasto. L’obiettivo è rafforzare la tracciabilità dei pagamenti e inasprire le sanzioni per chi non rilascia fatture e scontrini.
– Liberalizzazioni e privatizzazioni – Piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali, dei servizi professionali e la privatizzazione su larga scala dei servizi locali
– Festività – L’idea è quella di accorpare sulle domeniche le festività non religiose.
– Licenziamenti – Sempre la Bce consiglierebbe di adottare un diritto a licenziare, compensato da meccanismi di assicurazione e di più facile collocamento sul mercato del lavoro.
– Tagli lineari – Non esclusi: potrebbero riguardare la spesa pubblica statale ma anche gli enti locali.