Siamo impegnati a risolvere il problema degli espropri

CARACAS – Se ne parla meno, molto meno. Sarà perchè la crisi economica mondiale è ormai al centro dell’attenzione, sarà perchè la prossimità dell’appuntamento elettorale ha spostato il baricentro dell’interesse verso i candidati alla poltrona di Miraflores, sarà perchè la salute del presidente Chávez è oggi tema inesauribile di polemiche e speculazioni, ma la ventata di espropri, che ha colpito anche un numero cospicuo di connazionali in tutto il paese, pare ormai bandito dal menù quotidiano che offre il dibattito politico ed economico. Ciò non vuol dire, però, che il problema sia stato risolto. Anzi. Di ciò è consapevole il nostro Ambasciatore, Paolo Serpi, che con gli strumenti che pone a sua disposizione “l’arte della diplomazia”, si adopera affinchè siano tutelati gli interessi dei connazionali e siano riconosciuti loro almeno i diritti contemplati nell’ordinamento giuridico nazionale. E, così, spezza lance a favore di chi, dopo una vita di lavoro, si è visto privare delle proprietà; proprietà che, in alcune occasioni, erano l’unica fonte di guadagno. Un intervento delicato, svolto in un contesto assai complesso e, a volte, difficile.
– Naturalmente – spiega l’Ambasciatore Serpi alla ‘Voce’ -, in questi casi è essenziale la collaborazione delle autorità venezolane, sia a livello governativo che a quello locale.

Il diplomatico non nasconde le proprie preoccupazioni nell’affrontare un argomento senza dubbio spinoso. Malgrado ciò, rassicura e sostiene che, per dare una risposta adeguata a coloro che, per una qualsiasi ragione, hanno subito l’esproprio di una fattoria, di un immobile o, più semplicemente, di un terreno “ci siamo appositamente organizzati”.
– I nostri Consolati e viceconsolati sono i primi ad intervenire – spiega -. Svolgono innanzitutto una attività di tutela; ma anche una funzione di raccolta di informazioni e di indicazioni riguardanti i connazionali colpiti dal provvedimento. Poi interviene l’Ambasciata.

Ammette che quello della missione diplomatica è un compito tutt’altro che facile.
– Il dialogo è sempre assai complesso – spiega -. Noi cerchiamo di fare tutto il possibile. Ci impegnamo al massimo.
Ora, con maggior ottimismo, rassicura:
– L’organizzazione interna che ci siamo dati ci è di grande aiuto. Ci consente di esercitare almeno un’azione informativa e di pressione. Insomma, di impulso per arrivare ad una risoluzione del problema. Certo, molto dipende dalle risposte che le autorità governative e settoriali danno alle nostre richieste.

Dagli espropri al nuovo ambasciatore del Venezuela in Italia. Il salto non è difficile. D’altronde quest’ultimo è di recente nomina e, come accade spesso in queste circostanze, la scelta suscita curiosità e interesse.
– Nei giorni scorsi è stato nominato il nuovo ambasciatore del Venezuela in Italia. Lo ha già incontrato? Pensa che ora vi potrebbe essere una maggior fluidità e, quindi dinamismo, nelle relazioni tra l’Italia e il Venezuela?
– Sì, lo abbiamo incontrato – afferma -. Com’è prassi diplomatica, è venuto a trovarmi in Ambasciata. E abbiamo conversato a lungo. Ho offerto in suo onore un pranzo al quale ho invitato autorità del ministero degli Esteri, deputati dell’Assemblea Nazionale e, naturalmente, i funzionari dell’Ambasciata e del Consolato. L’incontro in Ambasciata ed il pranzo ci hanno consentito di fare il punto sui temi di maggior interesse sia sul piano politico che su quelli economico e sociale, con l’ambasciatore Isaías Rodríguez.

Ci dice che ha avuto modo di dare “alcuni suggerimenti e consigli sull’Italia e sui possibili contatti con le autorità del Paese”. Poi, ottimista, aggiunge:
– Ho avuto un’ottima impressione sia dal punto di vista umano che professionale, l’ambasciatore Rodríguez ha espresso grande desiderio di lavorare al meglio per l’Italia ed il Venezuela. D’altronde, il suo profilo professionale, il suo curriculum estremamente importante, lasciano ben sperare. Li saprà mettere sicuramente a profitto e a beneficio di un consolidamento dei rapporti tra i due paesi.

L’ambasciatore Serpi oltre che in Venezuela è accreditato in altri paesi centroamericani e dell’area caraibica e presso organismi regionali e multilaterali. E’ un dettaglio al quale troppo spesso, forse eccessivamente presi dalla realtà venezolana, non diamo l’importanza che effettivamente merita. Ma non in questa occasione. Ed allora chiediamo:
– Ci può fare il punto sulle relazioni dell’Italia con i paesi centroamericani e caraibici in cui lei rappresenta la Madrepatria?
– Oltre che in Venezuela – precisa – sono accreditato in altri 11 paesi e organismi internazionali. Ho visitato la Guyana e il Caricom. Questo organismo caraibico è molto importante poichè riunisce tante nazioni dell’area. Per il nostro Paese è un punto di riferimento prezioso. Ci permette, in un contesto multilaterale, di avere contatti con realtà diverse.

Ci dice, quindi, che durante la sua recente visita a Georgetown ha firmato accordi di cooperazione bilaterale tra Italia e Coricom.
– Dopo l’accreditamento in Guyana – prosegue -, ho iniziato la missione a Trinidad e Tobago. Qui, da oltre 40 anni, c’è una forte presenza dell’Eni che si dedica allo sfruttamento del gas.
Spiega poi che in data recente il consorzio italo-francese Atr “ha venduto ben 9 veivoli del tipo Atr-72”. E aggiunge:
– Trinidad e Tobago è una nazione di grande interesse nell’ambito regionale, economico ed energetico. Sono stato poi a Barbados, un paese per noi molto interessante sotto il profilo del turismo e della cooperazione nell’area ambientale.

Spiega che, essendo sede del Caribean Development Bank, di cui l’Italia è membro non regionale, riveste interesse anche nella sfera finanziaria.
– Anche a Barbados ho avuto contatti ed incontri – commenta -. E’ mia intenzione recarmi prossimamente a Santa Lucia e Saint Vincent. Spero di completare al più presto tutte le procedure di accreditamento.
Ci dice che la politica estera italiana è particolarmente attiva nell’ambito delle Nazioni Unite e in quello dei rapporti multilaterali. E’ quindi ovvio che, in questo contesto, i vincoli con i paesi caraibici rivestono interesse particolare.
– E le nostre comunità?
– Sono piccole – afferma -. In ogni caso, siamo presenti con i consolati onorari che svolgono un’ottima attività sotto il profilo dell’assistenza ai connazionali.

Spiega che paesi come Barbados o Trinidad y Tobago sono molto ben organizzati e ordinati. Di conseguenza, facilitano l’inserimento delle nostre comunità nell’ambito sociale ed economico.
– In Guyana, poi – aggiunge -, la nostra comunità è veramente piccola.
Per concludere, l’Ambasciatore Paolo Serpi traccia un bilancio delle manifestazioni svolte in occasione dei festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Dopo aver sottolineato che “le nostre comunità sono di sostegno alle attività diplomatiche”, svolgendo il ruolo “di ponte ideale tra Italia e Venezuela”, sostiene:
– Le manifestazioni organizzate in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, per me e per la Collettività, sono state l’occasione per sviluppare ed approfondire ulteriormente i vincoli storici che legano i due paesi: I’Italia e il Venezuela.

Ricorda nuovamente che fu un italiano, Amerigo Vespucci, colui che diede il nome al Venezuela e che tra coloro che firmarono la Carta dell’Independenza del Venezuela ci furono alcuni italiani. E sottolinea che il Venezuela, negli anni che seguirono la grande guerra, fu una delle mete preferite dei nostri pionieri, dell’emigrazione italiana. Quindi ha assicurato:
– Proseguirò il mio giro di conoscenza delle comunità italiane in Venezuela. Assieme costruiremo il nostro cammino, piano piano, passo a passo.

La giornata dell’Amicizia Italo-Venezolana

CARACAS – Fu fortemente voluta dall’Ambasciatore Gerardo Carante. Nel 2005, era ancora assai forte il ricordo dello sciopero generale; erano ancora vive nella memoria del paese le immagini delle immense e variopinte manifestazioni di protesta contro il Presidente Chávez. In quei lunghissimi serpentoni di venezolani che occupavano le principali arterie dell’Est della capitale c’era una presenza non certo secondaria di italo-venezolani, presenza tradita dalle numerose bandiere tricolori che si confondevano con quelle del Venezuela.

L’iniziativa, promossa dall’Ambasciatore Carante, aveva lo scopo principale di contrarrestare la matrice d’opinione negativa che si era creata in seno al governo e che poneva in pericolo le commesse già assegnate alle nostre aziende e quelle che avrebbero potuto ottenere, in futuro.
Come ogni manifestazione dagli obiettivi congiunturali, tutti, dopo l’entusiasmo iniziale, si dimenticarono del “Día de la Amistad Italo-Venezolana”. Specialmente coloro che, dopo aver assecondato l’iniziativa dell’ambasciatore Carante, si recarono a Miraflores per firmare l’”accordo” a nome della Collettività, nel corso di una cerimonia ufficiale in presenza del presidente Chávez e trasmessa a rete unificate. E così, quella che l’ambasciatore Carante descrisse come il “Columbus Day” della nostra comunità, non riuscì a dare neanche un primo passo.

Oggi l’iniziativa è ripresa dall’ambasciatore Serpi. Vuole essere, come illustra l’ambasciatore stesso, un’occasione per ricordare la vicinanza tra le due nazioni.
– L’amicizia italo-venezolana – afferma il diplomatico – è di vecchia data. E’ molto antica. Vogliamo approfittare dell’occasione che ci offre questa commemorazione, stabilita dal presidente Chávez per celebrare il giuramento di Simón Bolívar sul Monte Sacro, per ricordarla. Noi italiani abbiamo un eroe molto simile a Simón Bolívar: Giuseppe Garibaldi. Garibaldi è un personaggio di grossissimo spessore; un uomo che lottò per i suoi ideali da una parte all’altra dell’oceano: in Italia e in America Latina.
Sottolinea, dunque, che per l’occasione non solo sarà ricordato Simón Bolívar ed il suo leggendario giuramento, ma anche Giuseppe Garibaldi. D’altronde, nella Piazza Italia, che sarà oggi alle ore 11 teatro della cerimonia promossa dalla nostra Ambasciata ed alla quale è invitata tutta la nostra Comunitá, oltre al busto di Simón Bolívar vi è anche quello dell’eroe italiano.

– In Piazza Italia – prosegue – c’è anche la statua di una donna. Questa fu donata dalla nostra comunità nel lontano 1911, in occasione del centenario dell’indipendenza venezolana.
Aggiunge che dopo questa celebrazione si potranno pensare altre iniziative orientate a cementare ancor più i solidi rapporti tra l’Italia ed il Venezuela. Ricorda, quindi, che per il primo semestre del prossimo anno, a Roma, è prevista l’organizzazione del “Consiglio Italo-Venezolano”.
– Sarà, questo – commenta -, un appuntamento molto importante che permetterà di fare il punto sulle relazioni italo-venezolane.

Il Parlamento e l’amicizia italo-venezolana

CARACAS – Il “Gruppo Parlamentario amici dell’Italia” già esisteva anni fa. E, come si ricorderà, la sua creazione fu accompagnata da tanti buoni propositi. Poi, però, travolto dagli avvenimenti che hanno caratterizzato la vita del Paese in questi anni, è stato dimenticato nel fondo del cassetto. Ora, dopo un lungo periodo di inattività, c’è chi, in Parlamento, vorrebbe ricostituirlo. Insomma, dargli un nuovo impulso.
– E’ già esistito – commenta l’Ambasciatore Serpi -. Ed ora si sta ricostituendo. E’ ovvio che alla ripresa delle attività, il nostro Parlamento saprà dare risposte concrete.

Sottolinea che oggi un dialogo tra i parlamentari del Venezuela e dell’Italia risulterebbe non solo opportuno ma “anche assai utile”. Quindi prosegue:
– I contatti che abbiamo con l’Assemblea Nazionale sono già molto importanti. Sono ottimi. Basta pensare che il presidente del Parlamento venezolano, Soto Rojas, ci ha fatto recentemente l’onore di essere presente alla celebrazione della nostra festa nazionale. Fu un gesto di attenzione e di amicizia nei confronti dell’Italia. La creazione del “Gruppo” aiuterà a mantenere più saldi i rapporti tra i due paesi.

Le origini del ‘Grupo’ parlamentare

CARACAS – Attraverso un Protocollo di collaborazione, firmato a Roma il 9 ottobre 2006, fu costituita una Commissione parlamentare di collaborazione, composta da un Presidente e da otto deputati per ciascuna parte. La Commissione, tra i suoi obiettivi, aveva quello di riunirsi con cadenza annuale per discutere dei problemi bilaterali e, inoltre, quello di organizzare seminari italo-venezuelani dedicati allo studio ed all’approfondimento delle rispettive realtà.

Nella XV legislatura la Commissione parlamentare di collaborazione italo-venezuelana fu presieduta, per la parte italiana, dall’on. Gennaro Migliore, Presidente del gruppo parlamentare Rifondazione Comunista – Sinistra europea. E ne fecero parte gli onorevoli Mariza Bafile (PD-U), Gianpaolo Dozzo (LNP), Fabio Evangelisti (IdV), Angela Napoli (AN), Giorgio Oppi (UDC), Dario Rivolta (FI), Ruggero Ruggeri (PD-U), Luana Zanella (Verdi). La parte venezuelana, invece, fu presieduta dall’on. Elvis Amoroso.
Nella legislazione seguente la Commissione non fu ricostittuita.

Mauro Bafile