Manovra, arriva l’Ok da Bruxelles ma chiede tempi rapidi

ROMA – Bruxelles promuove la manovra italiana: i contenuti dovranno essere approfonditi e il governo italiano si dovrà ora impegnare per trovare ‘’ampio consenso’’ e vararla in ‘’tempi rapidi’’. Ed effettivamente si prospetta un altro esame record per la manovra-bis varata venerdì scorso, anche se non sarà certo veloce e ‘indolore’ come quello della manovra di luglio (un record,fu approvata in 4 giorni).
La manovra, accompagnata dall’indicazione del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano che invita ad un ‘’confronto responsabile’’, sarà infatti all’esame della Commissione Bilancio di Palazzo Madama da lunedì 22 agosto per arrivare all’aula dal 5 settembre. Poi il passaggio alla Camera dove però, come ormai prassi, la manovra arriverebbe blindata. La fiducia che non dovrebbe essere posta a Palazzo Madama, come annunciato dallo stesso Silvio Berlusconi, potrebbe però arrivare a Montecitorio. Anche perchè molti sono i mal di pancia, anche all’interno della stessa maggioranza, per norme che colpiscono sia gli stessi parlamentari, sia gli amministratori locali. Ma anche le professioni.

Su tre norme in particolare ancora si discute molto: il contributo di solidarietà, (per farlo partire è comunque atteso un decreto del ministero del Tesoro entro fine settembre) che secondo alcune indiscrezioni lo stesso premier vorrebbe cancellare; l’introduzione dell’aumento di 3 punti di Iva, che trova l’appoggio di Confindustria e la totale contrarietà di Confcommercio; e la ‘cancellazione’ del sistema di tracciabilità dei rifiuti (il Sistri) che ha mandato su tutte le furie il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo e che pertanto potrebbe essere rivista.

Ma le acque in Parlamento sono già agitate e lo testimonia per tutti il sottosegretario Stefano Saglia che si scaglia contro la ‘fronda’ all’interno del Pdl.
– O emendamenti concordati – sostiene – oppure andiamo tutti a casa.
Per quanto riguarda la reazione europea la Commissione ‘’accoglie con favore’’ la manovra varata venerdì e chiede al Governo ‘’di cercare un ampio consenso sulle riforme anche per assicurarne la rapida approvazione del Parlamento’’. Bruxelles attende di ‘’conoscere i dettagli del pacchetto approvato e maggiori informazioni sulle singole misure’’, al fine di darne una valutazione più appropriata. Ma il giudizio per il momento è positivo.

Per quanto riguarda le misure specifiche, mentre il Pd insiste ancora per l’introduzione della patrimoniale (che ha i suoi tifosi anche in alcuni settori del centrodestra) e di una più incisiva lotta all’evasione e la Cgil si prepara allo sciopero generale non seguita da Cisl e Uil, c’è chi nella maggioranza pensa già di togliere il contributo di solidarietà, le famose ‘’mani nelle tasche degli italiani’’ evocate da Berlusconi, e sostituirlo con l’aumento dell’Iva. Lo stesso premier, secondo le indiscrezioni, sarebbe favorevole allo scambio, al limite inserendolo nella delega fiscale: tra l’altro, visto che il ritocco di un punto di Iva dovrebbe portare nelle casse dello Stato circa 6 miliardi, si potrebbe non solo cancellare il prelievo sui redditi (che vale un miliardo) ma anche alleggerire i tagli ai ministeri e agli enti locali.

Per ora, il governo sembra orientato a un intervento meno radicale: potrebbe essere accolto un emendamento dell’Udc che alleggerisce il contributo di solidarietà per chi ha figli a carico. Contro il ritocco dell’Iva si è scagliato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.
– Confermiamo tutta la nostra contrarietà – avrebbe detto -. Perchè colpirebbe i consumi ed i redditi medio-bassi. Perchè indurrebbe inflazione. Perchè, in definitiva, indebolirebbe la crescita’’. I consumatori propongono in alternativa l’una tantum sui capitali scudati, che frutterebbe 21 miliardi. Il tutto in attesa della bocciatura o della promozione della manovra alla riapertura dei mercati.