Correzione dei conti alla prova più impegnativa: quella dei mercati

ROMA – La correzione dei conti da oltre 45 miliardi alla prova piu’ dura: quella dei mercati. Dopo la pausa di Ferragosto infatti riapre la Borsa di Milano che comunque già venerdì aveva mostrato segnali di ripresa dopo i cali record della settimana, sostenuta soprattutto dagli acquisti di titoli italiani da parte della Bce (con un esborso record di 22 miliardi tra titoli italiani e spagnoli). Ma un primo segnale arriva già dall’andamento dello spread tra i titoli italiani e tedeschi rimasto su livelli bassi.


Gli occhi sono comunque puntati sul vertice odierno tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy sulla governance europea mentre non si dovrebbe discutere degli eurobond, idea avanzata dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Attesi sempre oggi i dati sul Pil in Germania, Spagna e nella zona euro. Sul fronte interno cresce il ‘partito’ di quanti, anche nel governo e nella maggioranza vogliono cambiare la manovra appena varata, che ha incassato l’ok da Berlino e dall’Ocse.


L’esame parlamentare parte lunedì 22 agosto da Palazzo Madama. Nel mirino c’è innanzitutto il contributo di solidarietà oltre i 90.000 euro di reddito che – come trapelato – non piace innanzitutto al premier, Silvio Berlusconi. Il contributo più che saltare potrebbe essere ritoccato per venire incontro a chi ha famiglia. L’alternativa sarebbe un aumento dell’Iva ordinaria (dal 20 al 21%) che libererebbe risorse per circa 6 miliardi. Si potrebbero così avere risorse anche per alleggerire i tagli ai ministeri.


Il ministro dell’Interno Roberto Maroni chiede anche di cancellare i tagli ai Comuni. Ma si fa strada anche un’altra idea: l’una tantum sui capitali rientrati grazie allo scudo fiscale. Idea avanzata dal Pd e che incontra il favore del vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi. Spunta anche l’idea di mettere mano al Tfr per stimolare la crescita: anticipata dai leader leghisti l’ipotesi sarebbe alo studio del ministro Tremonti. Servirebbe – come anticipato da Umberto Bossi – a far ‘’raddoppiare’’ gli stipendi. Ed è ancora sul tavolo la proposta di tassare i patrimoni.


Tornando all’incontro odierno tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, è già stato reso noto cheiIl tema degli Euro bond non sarà oggetto del vertice. E’ stato anche assicurato che dall’incontro tra i due capi di Stato non scaturiranno decisioni spettacolari.


Steffen Siebert, portavoce della Merkel, ha spiegato che il tema degli eurobond ‘’non giocherà alcun ruolo’’ nell’incontro.


– Gli euro bond non sono un’opzione – ha rincarato il portavoce del ministro delle finanze tedesco. Siebert ha poi raffreddato le attese sul vertice da cui ‘’non ci si deve attendere niente di spettacolare’’.
Dalla Germania sono arrivate anche parole di apprezzamento per la manovra-bis del governo italiano.
– La salutiamo con molto favore – ha detto Siebert sottolineando che questa ‘’è la strada giusta’’ per rafforzare l’euro.


Degli eurobond aveva parlato proprio pochi giorni fa il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che insieme al presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker, è il ‘padre’ di questa proposta.


– Se ci fossero gli eurobond – diceva Tremonti durante la conferenza stampa per la presentazione della manovra correttiva – non saremmo arrivati ad oggi: è fondamentale un maggior grado di consolidamento delle finanze pubbliche in Europa. In questo senso – ha proseguito – la soluzione maestra sarebbe stata quella degli Eurobond, sono convinto del modello proposto dal primo ministro del Lussemburgo e da me a livello internazionale. Siamo in attesa di sviluppi. Diversamente le complessità continuerebbero.


Ma lo stesso giorno, il 13 agosto, dalla Germania era arrivata una ‘bocciatura’: il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble si era infatti detto contrario agli eurobond e, più in generale, ad ulteriori aiuti ai Paesi in difficoltà della zona euro.


– Rimaniamo dove siamo: – diceva Schaeuble – non ci saranno condivisioni dei debiti, nè un sostegno illimitato.


Secondo Schaeuble, anzi, gli attuali meccanismi di sostegno ‘’saranno sottoposti a condizioni rigorose’’. Per quanto riguarda in particolare gli eurobond, il ministro dichiarava:
– Fintantochè gli Stati membri avranno ciascuno la propria politica finanziaria, avremo bisogno di tassi di interesse differenti per rendere possibili sanzioni e stimolare il rigore nei bilanci.