Arrestati 1.400 manifestanti anti-corruzione

NEW DELHI – La polizia ha disposto ieri il rilascio dell’attivista gandhiano Anna Hazare e dei suoi principali collaboratori in carcere da 12 ore. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa statale Pti. Non è chiaro tuttavia quanto tempo richiederanno le formalità burocratiche necessarie per il rilascio.


Hazare, a cui è stato impedito di cominciare uno sciopero della fame a tempo indeterminato contro la corruzione esistente in India, ha respinto nella sua cella il cibo che gli è stato offerto. Il suo arresto ha provocato vaste manifestazioni in tutto il paese, con l’annuncio di scioperi e cortei oggi a New Delhi ed in altre città indiane.


Per riportare l’ordine la polizia ha arrestato 1400 manifestanti a New Delhi e alcune decine a Mumbai.
Il 73anne attivista è stato prelevato dalla polizia dalla abitazione dopo che aveva respinto alcune condizioni per la sua protesta. In messaggio, posto su YouTube prima dell’arresto, ha esortato i suoi a continuare la lotta anche in sua assenza. Il magistrato ha disposto sette giorni di custodia cautelare per Hazare nel carcere di Tihar della capitale. Giustificando l’intervento della polizia, il ministro degli Interni, P. Chidambaram, ha detto che ‘’il governo non e’ contrario alle dimostrazioni pacifiche, ma che ci sono delle regole da seguire per il mantenimento dell’ordine’’.


La polizia aveva chiesto ad Hazare di limitare il suo digiuno a tre giorni e ristretto a 5 mila i sostenitori ammessi alla dimostrazione in un parco. A fianco del pacifista si è schierata l’opposizione indo nazionalista che ha inscenato una dura contestazione in Parlamento. Sostegno è arrivato anche da Baba Ramdev, il ‘’guru di mani pulite’’, dalla scrittrice e attivista Arundhati Roi e da alcuni attori di Bollywood. Hazare gode di ampio sostegno popolare dopo una massiccia protesta di aprile che ha costretto il governo, travolto da una serie di scandali, a presentare una legge anti corruzione (Lokpal). La bozza all’esame del Parlamento è però blanda rispetto a quella concordata con l’attivista sociale.