Reja e la Lazio guardano lontano

ROMA – Andare, se possibile, fino in fondo in Europa, anche per mettere a tacere una volta per tutte quei fischi che continuano a piovergli addosso con un pizzico di “irriconoscenza per quanto fatto in un anno e mezzo alla Lazio”.


Edy Reja tira dritto per la sua strada, e con un Zarate ormai sempre più ai margini del suo progetto e in attesa di un compratore che rischia di non arrivare, prepara l’esordio stagionale contro i macedoni del Rabotnicki. “Eravamo già competitivi lo scorso anno, e abbiamo aggiunto forze importanti per qualità ed esperienza – ha ammesso il tecnico – insomma la carrozzeria è buona, ora bisogna vedere sul campo se avremo motore, testa e costanza. Siamo tutti ottimisti al momento, ma servono verifiche già contro il Rabotnicki”.


In questa macchina, a cui è stato aggiunto il turbo con l’arrivo di Klose e Cissé (“Per quello che hanno fatto vedere hanno un potenziale importante e cercheremo di metterli nelle condizioni di rendere al massimo”), è ormai chiaro che non ci sarà più spazio per Zarate, se non in maniera marginale. Per questo motivo la società ha chiesto a Reja di convocare sì l’argentino per la gara di stasera (andrà in panchina), ma con la preghiera di non utilizzarlo in queste due sfide di Europa League, nemmeno per un minuto: solo così il club biancoceleste può sperare ancora di vendere Zarate fino al 31 agosto. Un suo utilizzo chiuderebbe infatti giochi, visto che il giocatore diventerebbe poi meno appetibile sul mercato. Intanto Reja si aggrappa alle condizioni fisiche dell’argentino.


“L’utilizzo di Zarate? Ha avuto la febbre per due giorni – ha aggiunto il tecnico – ora verificherò le sue condizioni e farò le mie scelte. Non sono mai stato condizionato nelle decisioni dal mio arrivo e così farò anche in futuro. Certo, se ci saranno ordini superiori a livello societario in ottica mercato, allora è un altro discorso, ma lo valuteremo”.


Valutazioni che poi hanno saggiamente portato alla convocazione di Zarate (per non ricreare un caso), che a meno di clamorose sorprese (Sculli è out) non scenderà in campo.


“E’ ovvio che non gradisco – ha confessato – L’anno scorso siamo stati sempre nelle prime posizioni e poi alla fine, per un niente, abbiamo perso la Champions. Se poi aggiungiamo i derby persi, è normale che io non sia simpatico a qualcuno, ma non ci posso fare niente, se non evidenziare quanto ho fatto in questo anno e mezzo: ho preso una squadra praticamente retrocessa, portandola nel giro di un anno e mezzo a entrare nel giro della Champions, sfiorata per un niente”.


Ma Zarate non è l’unico cruccio di Reja che vorrebbe una riduzione importante di una rosa troppo ampia.
“Non è facile gestire un gruppo così numeroso di bravi giocatori – ha detto – tutti avanzano pretese, giustamente, per giocare, e mi auguro che venga risolta questa situazione. Voglio lavorare con un numero adeguato di giocatori anche per soddisfare le esigenze di tutti”.


Intanto per l’esordio ufficiale della stagione l’obiettivo è chiudere il discorso qualificazione già stasera all’Olimpico. Il modulo sarà il collaudato 4-2-3-1: Scaloni, Biava, Dias e Radu formeranno il quartetto difensivo, poi Brocchi e Ledesma davanti al pacchetto arretrato, e Mauri, Hernanes e Cissé alle spalle della punta centrale che sarà Klose. “Abbiamo faticato molto per raggiungere questo obiettivo – ha concluso Reja – è un impegno che va onorato. Quello che conta è passare questo turno e arrivare ai gironi. Sarebbe un sogno ripetere quello che fece Eriksson quando arrivò in finale contro l’Inter”.