Sicilia, Naro festeggia i suoi emigranti e premia l’italo-venezuelano Vincenzo Fonzo

CARACAS – Una giornata dedicata ai concittadini “emigrati e mai più ritornati” quella di martedì scorso a Naro, in provincia di Agrigento. Al 55enne Vincenzo Fonzo – che da trent’anni, con baffetti e coppola in testa, diffonde in Venezuela la cultura narese e siciliana – sono stati consegnati due diplomi di merito dal sindaco Pippo Morello e dal responsabile per i Beni culturali, Lillo Novella.


Il primo attestato, (“per il suo zelante impegno nell’integrazione storico-culturale delle tradizioni italiche nel progresso socio-intellettuale venezuelano”), conferma Fonzo come cittadino che onora le proprie radici e promuove la cultura siciliana nel mondo; il secondo (“all’appassionato cultore della fulgentissima Naro”) risalta invece il suo studio dell’emigrazione narese in Venezuela.


Il primo cittadino, dinanzi ad un significativo monumento (“Un ricordo nella terra natia per l’emigrato partito e mai più ritornato”) ha ricordato l’epoca delle emigrazioni naresi sottolineando come i concittadini all’estero siano “i più grandi ambasciatori” dell’Italia.


“Con il popolo venezuelano in particolare – ha detto Morello – il nostro popolo ha allacciato un legame speciale e profondo. Alcuni hanno fatto ritorno e vivono serenamente la loro vecchiaia in terra natia; alcuni hanno lasciato figli che già hanno messo radici e costruito famiglie; altri non hanno fatto ritorno per motivi comprensibili”.


Proprio in omaggio a questo “profondo legame” tra i due popoli, annuncia alla ‘Voce’ Vincenzo Fonzo, “gli italiani di Maracaibo consegneranno a breve un riconoscimento per il Bicentenario dell’indipendenza venezuelana ed in cambio ne riceveranno uno per i 150 anni dell’Unità italiana”.


Hanno sottolineato la proficua integrazione italo-venezuelana anche le parole Giovanni Tesè, grande amico di Fonzo e presidente dell’Associazione di Volontariato in favore degli Emigranti siciliani nel Mondo (Coes) che tra non molto compirà i suoi primi 50 anni di attività. L’avvocato ha fatto notare al pubblico la presenza della figlia di Fonzo, Santina, classe 1986, a rappresentanza simbolica di tutti i figli e le figlie degli emigrati all’estero.


Vincenzo Fonzo è una figura nota all’interno della collettività italiana del Venezuela e soprattutto dello stato Zulia, nell’ovest del Paese.


È stato membro del Comites, fondatore di una Associazione siciliana e responsabile della Cultura nella Casa d’Italia di Maracaibo; oggi è presidente dell’Associazione Culturale italo-venezuelana Filippo Gagliardi e rappresenta la ‘Sociedad Bolivariana del Estado Zulia’ in tutti gli eventi organizzati dalla Gobernación regionale.


Oltre che per questa incessante attività, i connazionali lo riconoscono per diffondere in Venezuela, giorno dopo giorno, la cultura narese e siciliana. Grazie a Vincenzo infatti i venezuelani conoscono il recipiente di coccio detto “‘u bummulu”, i carretti siciliani e “‘u magarruni”, italianamente conosciuto come lo ‘schiaccia pensieri’, il cui ricordo emoziona ancora Giovanni Vaccaro che circa quarant’anni fa fondò un gruppo folkloristico che porta in giro per il mondo la cultura siciliana.


“Ho visto crescere Enzo all’interno del gruppo folk – ricorda durante la cerimonia – e non posso dimenticare come con “‘u magarruni” non soltanto accompagnava la tarantella: la suonava”.


Vaccaro ha ricordato anche come, proprio grazie all’amico Vincenzo, il carrettino siciliano con tanto di cavallo e pennacchio, costruito e decorato dallo stesso Fonzo, “cammina ancora dopo 35 anni”.


Fonzo è un personaggio noto ai media venezuelani, dove spesso appare per trattare il tema dell’integrazione italo-venezuelana in tutti i suoi aspetti. In tal senso, ha realizzato incontri con integranti dell’Accademia di Storia dello Zulia per uno studio sui protagonisti italiani, militari ed intellettuali, dei movimenti indipendentisti venezuelani ed ha reso nota una scoperta dell’ex presidente dell’Accademia, Vinicio Nava Uribarri: i nomi di tre ufficiali italiani di alto rango che parteciparono alla famosa battaglia navale del Lago di Maracaibo, nel 1823.


Per lo sforzo professato nel divulgare la storia della presenza italiana in Venezuela, la città di Maracaibo lo ha decorato con uno dei suoi più alti riconoscimenti: il “San Sebastian en su primera clase”.