Manovra: domani al Senato partiti ‘tutti contro tutti’

ROMA – Manca poco all’inizio dell’iter parlamentare della manovra economica (da domani in commissione al Senato, il 5 settembre in aula) da 45,5 miliardi approvata dal Cdm. Stretta sulle pensioni di anzianità, anticipo per l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne, dismissioni di una quota del patrimonio statale, ritocco di un punto per tutte le aliquote Iva ma anche una nuova operazione di rimpatrio dei capitali: è lunga la lista delle ipotesi su cui la maggioranza lavora per reperire nuove risorse.


Tra le forze parlamentari e all’interno dei partiti di maggioranza è un ‘tutti contro tutti’. Da un lato, i berlusconiani insistono sull’idea di ritoccare le pensioni; dall’altro, la Lega non ne vuole sapere. I capigruppo del pdl, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, fanno sapere che la maggioranza è “aperta al dibattito ed a ipotesi migliorative”, ma la manovra “non può essere smontata pezzo per pezzo o blindata in modo acritico”.

L’opposizione, dal canto suo, attacca: “La maggioranza è in confusione e temo che chiederanno la fiducia”, sottolinea Vannino Chiti, del Pd. E i democratici alzano le barricate sui contratti: “E’ grave – dice l’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano – che l’art. 8 della manovra consenta ‘implicitamente’ di derogare a leggi e contratti, compreso lo Statuto dei lavoratori”.