Il Senatúr detta le sue condizioni

MILANO – E’ tregua, almeno al momento, nella Lega Nord: alla segreteria federale che si è riunita ieri nella sede di via Bellerio a Milano, convocata da Umberto Bossi per discutere delle modifiche alla manovra finanziaria, la linea che ha prevalso è infatti quella della cautela e dello ‘stringersi a coorte’, nonostante pesanti distinguo interni.

Ora basta discussioni, dunque, dato che il momento è difficile non solo per il Carroccio ma anche e soprattutto per il Paese. E sobrietà, soprattutto, dopo le pernacchie del ‘senatur’.
Un low profile, questo, ben fotografato dal silenzio che tutti i partecipanti hanno mantenuto al termine della segreteria durata poco più di un’ora. Le comunicazioni sono state affidate a un comunicato del Ministro della Semplificazione Roberto Calderoli con le tre linee che la Lega intende seguire: no secco (‘’da scrivere sul marmo’’) a modifiche sulle pensioni, diminuzione dei tagli per gli enti locali, come hanno chiesto a gran voce anche sindaci del Carroccio come Attilio Fontana e Flavio Tosi, e lotta ‘’alla grande evasione’’ con una proposta ‘’incisiva ed equa’’. Nessun cenno alla patrimoniale sul lusso che ha proposto lo stesso Calderoli e che, ormai, sembra una ipotesi tramontata.


A ricompattare il Carroccio, che più volte in passato in momenti delicati ha scelto di seguire la linea di una pax garantita dal segretario Umberto Bossi, più delle esigenze interne sembra possano aver contribuito le ‘sirene’ del leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, che a Silvio Berlusconi chiede di smarcarsi dai ricatti della Lega per garantirsi il sostegno centrista. Certo è evidente che non è bastata una riunione per sciogliere tutte le questioni interne al partito, ma che sia stata raggiunta una sorta di tregua – o, per lo meno, un punto d’incontro condiviso su pochi argomenti condivisibili – lo dimostra la decisione di affidarsi a un comunicato scritto. Non hanno parlato né Calderoli né Roberto Maroni, ma nemmeno il capogruppo al Senato Federico Bricolo o i governatori Luca Zaia e Roberto Cota. Un modo per evitare polemiche come quelle dei giorni scorsi fra il Carroccio e i giornalisti ma in parte anche per non dare adito a ulteriori interpretazioni. Può essere presa come un segno distensivo anche l’altra riunione che Calderoli, Bricolo, Cota e il presidente della commissione Bilancio della Camera, Giancarlo Giorgetti, hanno avuto con il presidente dell’associazione dei Comuni Osvaldo Napoli, il coordinatore dei piccoli Comuni Mauro Guerra e il presidente dell’Uncem (l’unione dei Comuni montani) Enrico Borghi.


Gli enti locali hanno chiesto di togliere i provvedimenti sulle cittadine che hanno meno di mille abitanti da quelli previsti per il taglio dei costi della politica. Calderoli ha promesso una modifica nel giro di 3-5 giorni. Nell’appuntamento non si è però parlato dei tagli previsti in manovra per gli enti locali, vero nodo della protesta. La segreteria politica intanto è convinta che sui tagli ci sia ‘’l’assoluta necessità di un ridimensionamento’’ anche perchè così si evitano nuovi strappi interni. Come quello che ha visto protagonista il sindaco di Verona, Flavio Tosi, che criticando la manovra è diventato una sorta di portavoce del malessere degli amministratori locali (leghisti e non solo).