L’Fmi taglia le stime sull’Italia

ROMA – L’economia globale sta rallentando, è diventata più squilibrata e la volatilità dei mercati finanziari è aumentata considerevolmente, così come l’avversione al rischio da parte degli investitori. Per i mesi a venire le previsioni non sono rosee: i rischi al ribasso per la crescita sono in aumento. E anche in Italia dobbiamo prepararci a un futuro di crescita sempre più bassa, che non riuscirà a raggiungere neppure l’1%. Giunto ormai a quasi tre quarti di un anno che ha visto susseguirsi una serie di shock in varie aree del mondo, il Fondo Monetario Internazionale si è trovato costretto a dare una sforbiciata alle proprie previsioni di crescita. E lo ha fatto in maniera un po’ generalizzata, lasciando invariate solo le stime per il blocco dei paesi emergenti e in via di sviluppo.

Nella bozza del World Economic Outlook il Fmi individua i principali problemi negli Stati Uniti e nell’Eurozona. Se gli Usa sono il paese che ha subito il maggior taglio delle stime – quasi un punto percentuale rispetto alle ultime previsioni di giugno, con una crescita che si attesterà all’1,6% nel 2011 e al 2% nel 2012 – anche in Eurolandia la ripresa è fiacca. E tra i grandi partner, l’Italia avanzerà di appena lo 0,8% quest’anno e dello 0,7% il prossimo, con una revisione al ribasso rispettivamente di 0,2 e 0,6 punti percentuali.

Per quello che ci riguarda il Fmi apprezza comunque il recente rafforzamento del programma fiscale di medio periodo e, nel documento presentato il 17 agosto scorso, sottolinea che ‘’il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013, che è l’obiettivo del governo, richiederebbe alcune misure addizionali’’. Il Pil mondiale avanzerà quest’anno del 4,2% e il prossimo del 4,3%, con una riduzione rispettivamente di 0,1 e 0,2 punti percentuali, mentre il complesso delle economie avanzate registrerà una crescita dell’1,8% nel 2011 e del 2,2% nel 2012, con un taglio di 0,4 punti percentuali in entrambi i casi. Per il blocco dei paesi emergenti e in via di sviluppo, invece, le attese di crescita restano ferme ad un +6,6% e +6,4% nel 2011 e 2012.
In Eurolandia il Pil si fermerà quest’anno al +1,9%, 0,1 punti percentuali in meno, mentre per il 2012 la revisione al ribasso è di 0,3 punti al +1,4%. Le stime per la Francia sono state poi decurtate di 0,3 punti nel 2011 e 2012 al +1,8% e +1,6%. Quelle della Spagna sono state tagliate di 0,1 punti percentuali al +0,7% nel 2011 e di 0,3 punti per il 2012 con un Pil in crescita dell’1,3%. Mentre nel caso della Germania, resta tutto invariato per il 2011 (+3,2%) e nel 2012 le stime sono state decurtate di 0,4 punti al +1,6%).

In generale la situazione dell’Eurozona ricalca le parole del presidente della Bce Jean-Claude Trichet secondo il quale le prospettive sono ‘’modeste’’ e ci sono ‘’forti incertezze determinate dagli aggiustamenti di bilancio in alcuni paesi membri’’. Il Fmi spiega che sullo sfondo di una serie di fragilità strutturali irrisolte, l’economia internazionale è stata colpita quest’anno da alcuni grandi shock: il terremoto e lo tsunami in Giappone, le tensioni in alcuni paesi produttori di petrolio e la grande turbolenza finanziaria dell’area euro. Il Fmi snocciola infine una serie di suggerimenti alle principali banche centrali.

‘’Se i rischi al ribasso proseguono la Banca Centrale europea avrebbe spazio per allentare ulteriormente la propria politica monetaria’’ è il messaggio per la Bce alla quale il Fondo suggerisce anche che ‘’dovrà continuare a intervenire con forza sui mercati dei titoli del debito sovrano per fermare l’eccesso di volatilità’’.
Alla Fed invece dice che visti ‘’i crescenti rischi per la crescita Usa, dovrebbe tenersi pronta ad adottare nuove misure non convenzionali di sostegno all’economia’’.