“Siamo preoccupati, manovra debole e inadeguata”

MILANO – “A quasi un mese di distanza dal monito della Bce, la manovra che si sta faticosamente profilando appare debole e inadeguata”. E’ il giudizio della Confindustria sulla manovra correttiva in una nota del consiglio direttivo dell’associazione degli industriali, riunitosi ieri a Milano.


Per Confindustria “mancano le misure strutturali.


La manovra è squilibrata sulle entrate e non contiene misure adeguate per la crescita”.


La manovra inoltre, secondo il direttivo di Confindustria, “rinvia sine die i tagli ai costi della politica e degli apparati amministrativi. I tagli ai costi della politica, si ribadisce dall’associazione degli imprenditori, “non sono rinviabili”.


Alcune componenti della manovra correttiva in discussione “non sono valutabili e non c’è quindi la necessaria certezza sui saldi”. Confindustria esprime, così, “forte preoccupazione per il modo in cui viene affrontata la grave situazione della finanza pubblica italiana e della ripresa della crescita” evidenziando, inoltre, “i rischi che una inadeguata gestione di questi problemi può avere per l’Italia e per tutta l’Europa”. Poi richiama “alla necessità di agire con grande senso di responsabilità e determinazione, facendo appello alla coesione di tutte le forze politiche e sociali”.


Per Confindustria “occorre superare i corporativismi: i sacrifici, purtroppo necessari, devono essere equamente distribuiti tra tutti”.


Ed ecco la ‘ricetta’ indicata dagli industriali per “coniugare il rigore dei conti e l’indispensabile crescita”: intervenire sul sistema pensionistico, ridurre le tasse su chi produce, privatizzare, liberalizzare e investire sulle infrastrutture.


Per viale dell’Astronomia sono necessari “interventi sul sistema pensionistico che ci portino a un livello di vita lavorativa in linea con i Paesi europei più avanzati. Provvedimenti che riducano le tasse su chi produce, lavoratori e imprese, spostando il carico su tutto il resto, nulla escluso”.


Inoltre per Confindustria occorre puntare su “privatizzazioni, a partire dalle società di servizi pubblici locali per liberarle dall’ingerenza politica e recuperare efficienza; dismissioni dei patrimoni immobiliari pubblici” e su “liberalizzazioni delle professioni e dei servizi pubblici locali più incisive e certe rispetto a quanto previsto nell’attuale formulazione della manovra”.


Infine occorre investire “in infrastrutture anche attraverso l’utilizzo dei fondi europei”. Questi interventi, secondo il consiglio direttivo di Confindustria “vanno attuati contemporaneamente in un disegno strutturale e unitario” e “devono essere accompagnati da una profonda riorganizzazione del funzionamento della macchina dello Stato, da una riduzione del suo perimetro e dei suoi costi”.


In questo scenario, si conclude, “gli imprenditori non si tireranno indietro di fronte a ulteriori impegni e sacrifici”.