Manovra, subito in carcere chi evade oltre 3 milioni

ROMA – Per evasioni oltre i 3 milioni di euro non sarà più possibile beneficiare della sospensione della pena. Lo prevede uno degli emendamenti alla manovra presentati dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti e dal relatore Antonio Azzollini.

Via il contributo di solidarietà sopra i 90mila euro di reddito, mentre restano in vigore il taglio degli stipendi dei manager della pubblica amministrazione fino al 2013 e delle pensioni d’oro.

Un altro emendamento prevede che saranno pubblicati on line, sui siti dei comuni, i redditi di “categorie di contribuenti o di redditi”. Sarà un decreto del presidente del Cdm, su proposta del ministero dell’Economia, d’intesa con la Conferenza Stato – città e autonomie locali, a stabilire criteri e modalità per la pubblicazione.
Saranno individuati “gli ulteriori dati che l’Agenzia delle entrate mette a disposizione dei Comuni e dei Consigli tributari per favorire la partecipazione all’attività di accertamento, nonché le modalità di trasmissione idonee a garantire la necessaria riservatezza’’. I consigli tributari presso i comuni, spiega Tremonti, presentando il pacchetto di misure anti-evasione che saranno inserite in manovra, “riceveranno i dati dalle agenzie delle entrate e avranno una funzione di controllo”. Per incentivare la partecipazione dei comuni ‘’la partecipazione dei comuni all’attività di accertamento tributario è elevata al 100%’’.

“Nella dichiarazione dei redditi dei contribuenti dovranno indicare le proprie banche e gli operatori finanziari”, ha aggiunto il ministro. Il mancato gettito dal contributo di solidarietà sarà compensato, ha spiegato, con il pacchetto di misure per la lotta all’evasione. Il gettito derivante dalla Robin Hood tax “va agli enti locali”, ha precisato. I saldi della manovra di Ferragosto, ha assicurato, “restano invariati’’.

Per le società di comodo arriva l’Ires maggiorata del 10,5%. L’aliquota si applica al reddito “imputato per trasparenza’’. La norma prevede che alle società di comodo venga applicata una sorta di ‘minimun tax’; l’imponibile sarà calcolato in base ad alcuni parametri e non alle risultanze delle imprese. Una volta calcolato l’imponibile, si applicherà l’Ires maggiorata del 10,5%, che passerà dall’attuale 27,5% al 38%.

Tra le altre novità province salve e taglio del 50% dei consiglieri. L’emendamento alla manovra salva gli enti locali sopprimendo la norma contenuta nel dl. Resta il taglio dei consiglieri. Previsto l’accorpamento di servizi e funzioni dei comuni con meno di 1.000 abitanti, salvando però gli organismi.

Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, dopo un colloquio col governo a Palazzo Chigi sulla manovra, ha dichiarato: “Il giudizio che diamo dell’incontro è fortemente negativo: non abbiamo avuto alcuna risposta”. Le Regioni, a causa dei tagli, non saranno in grado di garantire il trasporto pubblico locale, per cui “porteremo al governo i contratti sul tpl e gli chiederemo di rispondere a questi contratti”.

Nella manovra c’è “uno squilibrio inaccettabile” tra i tagli allo Stato Centrale e quelli alle autonomie aveva detto il leader dei governatori prima dell’incontro, sottolineando che va cambiata o ci sarà “un conflitto istituzionale” per scelta del governo.

Il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, dopo l’incontro con il governo ha commentato: “E’ seppellito il federalismo fiscale: oggi le Regioni hanno meno autonomia di ieri”.

Anche i Comuni auspicano “forti modifiche altrimenti la situazione è disastrosa”, ha detto il presidente facente funzioni dell’Anci, Osvaldo Napoli secondo cui “la mobilitazione dei sindaci continua”.

La manovra sarà all’esame dell’Aula del Senato da martedì. L’assemblea avrà tempo per licenziare il provvedimento fino a sabato. Un “auspicio” a ridurre il numero degli emendamenti alla manovra è arrivato dal presidente del Senato, Renato Schifani. L’appello è stato accolto dai gruppi che hanno assicurato un “impegno in questo senso”.