Caos Dowing Street, timori Big Ben

LONDRA – Tony Blair temeva che Londra sarebbe stata il prossimo target. Che Big Ben, Downing Street e il Palazzo del Parlamento sarebbero entrati nel mirino dei kamikze di al Qaida che quella mattina dell’11 settembre avevano attaccato le Twin Towers. Il biografo dell’ex premier laburista Anthony Seldon racconta la confusione ai vertici dl governo britannico quando alle 8:46 di New York, le 13:46 di Londra, il primo aereo dei terroristi si schiantò sulla Torre Nord del World Trade Center e cambiò la storia. Blair era a Brighton: nello stesso albergo teatro nel 1984 dell’attentato dell’IRA contro Margaret Thatcher il primo ministro stava preparandosi a parlare al congresso del Tuc, il maggior sindacato del Regno Unito.


‘’What the hell is happening?’’, aveva urlato un collaboratore mentre sullo schermo delle tv arrivavano sgranate le immagini di oltre Atlantico. Il premier e i suoi uomini non avevano idea di quel che stava succedendo. Come milioni di persone nel resto del mondo seguivano gli eventi incollati alle tv. Blair chiamò il suo capo di gabinetto Jonathan Powell a Downing Street. Nessuno aveva idea di quel che stava accadendo.
‘’Fate in modo che nessun aereo colpisca Downing Street’’, fu tutto quello che il primo ministro trovò da dire. ‘’Una completa confusione regnava nel cuore del governo britannico’’, scrive Sedon sul Sunday Times. ‘’Non bisogna sottovalutare la paura che avevamo di essere sotto attacco. Nessuno sembrava essere al comando o dare ordini’’, ha detto una fonte al biografo.


Anche i vertici di MI5 e MI6 erano nel pallone. Il capo del Joint Intelligence Committee, John Scarlett, era al suo posto da otto giorni e un attentato di quella portata non aveva trovato posto nei suoi briefing. Davin Manning, il consigliere di politica estera di Downing Street stava rientrando da Washington ed era incontattabile. Sul cielo di Manhattan Manning vide fumo levarsi dalle Twin Towers senza capire cosa stava succedendo. Pochi minuti dopo il crollo della Torre Sud Blair parlò ai sindacalisti, fremendo per tornare a Londra: ‘’Il terrorismo di massa e’ il nuovo male del nostro mondo’’.


Il numero uno del Regno Unito era ansioso di parlare con Bush, in volo dalla Florida sull’Air Force One: Blair temeva che Bush fosse sopraffatto dagli eventi e si dovesse nascondere anzichè tornare a Washington per prendere in mano la situazione. In quelle ore, secondo il suo biografo, Blair confidò a chi gli stava vicino che non sapeva quel che sarebbe successo, ciò nonostante ‘’si sentiva l’unico al mondo con la presenza di spirito di sapere il da farsi’’.


Dietro richiesta dei servizi di sicurezza, il premier rientrò a Londra in treno, in un vagone sigillato e senza accesso a Internet. Il convoglio arrivò a Victoria Station proprio mentre l’Air Force One di Bush prendeva terra in Louisiana.