Kate esce dal carcere, ora rischia la lapidazione

ROMA – E’ stata scarcerata Kate Omoregbe, la nigeriana di 34 anni che rischia la lapidazione nel suo Paese. La donna ha lasciato il carcere di Castrovillari ribadendo la sua innocenza rispetto ai fatti per i quali ha scontato la condanna – spaccio di droga – e ringraziato quanti si sono interessati al suo caso.

Ha poi manifestato la volontà di restare in Calabria: “Voglio restare libera in un Paese libero”.
– Non pensavo che ce l’avrei fatta, grazie a tutti, agli italiani, ai calabresi, al presidente Napolitano, al movimento Diritti civili.

Le sue parole davanti al leader del movimento Diritti civili, Franco Corbelli, che da 40 giorni è impegnato per evitarle l’espulsione dall’Italia. Unico a poter incontrarla, ha visto la donna gettarsi in ginocchio ai suoi piedi per esprimergli gratitudine.

– Kate – ha riferito Corbelli – vuole rimanere in Italia, in Calabria. Ha detto ‘voglio riprendere gli studi, laurearmi. Amo il vostro Paese e tutte le persone che con grande cuore si sono mobilitate per me. Oggi un sogno si è avverato’. Sono strafelice perché abbiamo vinto una battaglia di grande umanità, solidarietà, civiltà’’. Il 19 ottobre sarà valutata la richiesta di asilo politico avanzato dalla nigeriana.
‘’Il caso di Kate tira ancora una volta in ballo il rispetto dei diritti fondamentali, principio che l’Italia non ha mai considerato una battaglia ad intermittenza. Il Governo italiano è impegnato a salvare la vita di Kate, evitarle la pena di morte che, presumibilmente, le toccherebbe in sorte nel suo Paese di origine”. Così il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il Ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, in una nota congiunta.
‘’L’Italia è da sempre in prima fila nella battaglia per la moratoria sulla pena di morte nel mondo e in quella per il rispetto dei diritti delle donne: questa battaglia passa anche per la vicenda di Kate’’, prosegue la nota. ‘’Il Governo ringrazia le autorità competenti, le organizzazioni laiche e religiose, le migliaia di persone che si sono mobilitate: tutti rappresentano l’esempio più lampante che l’Italia è un Paese attento, generoso ed accogliente’’.

Sul suo blog ‘Diario italiano’, Frattini ha scritto: “Kate, nigeriana cattolica di 34 anni, che qualche anno fa disse no a uno sposo che non aveva scelto e ad una religione cui non credeva, vedrà aprire le porte di un carcere italiano, ma non potrà sentirsi completamente libera. Una più terribile punizione pende su di lei: il rischio di rimpatrio nella sua terra dove l’aspetta la forma più crudele, inumana e degradante di violenza verso la persona umana, la lapidazione”, prosegue Frattini, sottolineando che “non esiste una libertà relativa” e invitando i suoi lettori a un nuovo impegno a favore “del rispetto dei diritti fondamentali che non conosce distinguo”. “Mi avete aiutato – ricorda il ministro – quando abbiamo lanciato appelli in difesa di Sakineh e Asia Bibi, sono certo che mi sarete accanto anche questa volta. L’ordine di scarcerazione è un primo elemento positivo. La domanda di asilo in Italia, già presentata, il secondo. Le autorità faranno certamente il loro dovere, ma la mia opinione – di fronte al pericolo di un atto di barbarie, quando una riconquistata libertà si trasformerebbe in una trappola così brutale – è che l’asilo vada concesso senza indugi”.