Tettamanzi: «Da Tangentopoli non è cambiato nulla»

ROMA – Dopo nove anni, sta per lasciare la guida della diocesi di Milano. E lo fa certo di lasciarvi una una realtà vitale, ma anche con la sensazione che è quasi una certezza, che dal tempo di Tangentopoli non sia cambiato nulla, che quella lezione non sia servita. Seppure con grande misura, il cardinale Dionigi Tettamanzi, pur senza farvi cenno, entra con decisione nell’attualità, nella vicenda di mazzette e politica che sta sconvolgendo la realtà milanese.


Il porporato, che sta per lasciare il testimone di arcivescovo di Milano al patriarca di Venezia Angelo Scola, ama la città ambrosiana e resterà nella diocesi milanese, per ‘’una nuova esperienza’’, come ha detto lui stesso ad Ancona, dove è intervenuto al Congresso Eucaristico. A Milano ha deciso di donare la sua biblioteca personale, oltre 9.000 tra testi di teologia, spiritualità, bioetica, opere di esegesi biblica e dei Padri della Chiesa, filosofia e storia che andranno alla Biblioteca Centrale Sormani. Un gesto di affetto. Quell’affetto che traspare anche dall’intervista al settimanale dei Paolini.


– Milano – dice Tettamanzi – è molto cambiata, ma i cambiamenti vanno letti in modo accorto e rivelano il progressivo impoverimento economico delle famiglie, ma al tempo stesso l’aumento della pratica della solidarietà; la crescente disaffezione verso la politica e l’aumentata voglia di ‘dire la propria’ sulla città; il peggioramento di alcune prospettive di stabilità per il lavoro dei giovani ma, insieme, le accresciute opportunità formative e culturali.


Ma c’è una cosa che non è cambiata:
– Gli anni della cosiddetta Tangentopoli pare che qui non abbiano insegnato nulla. Ogni giorno, leggendo i giornali – dice Tettamanzi, pensando evidentemente non solo a Milano – si è portati a pensare che si stia sprofondando sempre più in basso.