Crisi, Ft: “La Cina ha comprato il 4% del debito italiano”

ROMA – La Cina avrebbe acquistato circa il 4% del debito pubblico italiano, che ammonta a 1.900 miliardi di euro. Lo scrive il Financial Times citando fonti ufficiali italiane, in un articolo dedicato all’attenzione di Pechino per i nostri titoli di Stato, confermata da una recente visita a Roma di Lou Jiwei, presidente della China Investment Corp., uno dei più grandi fondi di investimento mondiali.


Nel suo tour italiano (che segue la recente missione a Pechino di Vittorio Grilli), Lou avrebbe avuto colloqui con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e con rappresentanti della Cassa Depositi e Prestiti.


E mentre fonti del Tesoro confermano l’incontro tra Tremonti e Lou Jiwei lo scorso settembre – ma non fanno trapelare alcuna indiscrezione sul contenuto dei colloqui – il sottosegretario all’Economia Antonio Gentile interviene:
– Non abbiamo richiesto alcun aiuto particolare alla Cina. La domanda di titoli di Stato italiani tiene. Con la Cina nessuna operazione straordinaria sull’acquisto di titoli, ma solo incontri istituzionali in calendario da tempo per valutare opportunità di investimento in Italia, prevalentemente a carattere industriale.


Lapidario il commento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi da Strasburgo:
– Con Barroso non ne abbiamo parlato – ha detto riferendosi alla possibilità che la Cina acquisti debito italiano.


Come ricorda il quotidiano britannico, proprio “Tremonti in passato aveva scritto sui suoi timori per la ‘colonizzazione al contrario’ dell’Europa ad opera della Cina”. Tuttavia, aggiunge il Ft, il ministro “ha finito con il cercare nuove alternative” anche alla luce “dei moniti della Banca centrale europa sul fatto che il suo programma di acquisto di titoli non può andare avanti all’infinito”.


Riguardo l’ipotesi di acquisto, però, analisti citati dal Wall Street Journal sono certi: la Cina potrebbe acquistare i bond italiani ma non in quantità tali allentare le tensioni sul mercato del debito.


Il Safe, State Administration of Foreign Exchange, e la Cic, China Investment Corportation, i fondi che si occupano degli investimenti sovrani del colosso asiatico – continua il quotidiano – hanno declinato ogni commento sulle eventuali mosse sul debito italiano, mentre il portavoce del ministro degli Esteri cinese, Jiang Yu ha detto sebbene Pechino abbia fiducia sulla stabilità dell’Europa e dell’euro, si augura che l’Unione europea possa approvare misure efficaci per garantire gli investimenti cinesi nel Vecchio Continente.
La Cina, principale detentore di titoli di Stato statunitensi, da tempo parla di diversificare gli investimenti all’estero (che attualmente ammontano a 3,2 trilioni di dollari) dal biglietto verde. Ecco perché il colosso asiatico è “un partner potenziale di grande attrazione per le istituzioni e i governi che hanno bisogno di iniezioni di liquidità”.


Secondo gli analisti “la Cina di recente ha incrementato gli acquisti di titoli di paesi europei e non Usa in generale”.


– Ma – scrive il Wsj – il paese è stato attento a investire sulla base di valutazioni commerciali e non politiche, e gli analisti ritengono improbabile che Pechino mobiliti riserve di dimensioni tali da risolevare un’economia in difficoltà, specialmente una delle dimensioni di quella italiana che, secondo Goldman Sachs, tra settembre e la fine dell’anno ha bisogno di 111,3 mld di euro per rifinanziare il debito”.