Corruzione, allarme Corte dei Conti: “Terza fonte di danno per lo Stato”

ROMA – “Il fenomeno corruttivo, in costante crescita in Italia, si è dimostrato essersi insediato e annidato dentro le pubbliche amministrazioni e rappresenta la terza fonte di danno erariale in ordine di importanza, stando ai dati riscontrati nelle citazioni emesse dalle procure regionali nell’anno 2010 (17,7 %)”. Lo ha affermato il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino nel corso dell’audizione di ieri alla I e II commissione della Camera sul disegno di legge del Governo recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”.


Nel corso del 2010 infatti ha detto Giampaolino, “con 47 sentenze emesse dalle quattro Sezioni d’appello della Corte dei conti sono stati condannati per danni da reato contro la Pubblica amministrazione 90 agenti pubblici per il complessivo importo di 32.199.904,24 per danni patrimoniali e di 4.731.248,17 per danni all’immagine”. Secondo quanto ha specificato il presidente, 26 sentenze riguardano danni da reati di corruzione e concussione; 13 da reati di peculato e appropriazione indebita; 1 da reato di abuso d’ufficio; 7 da reati di truffa e falso.


Il presidente della Corte dei Conti ha evidenziato:
– Anche con riferimento alle specifiche competenze professionali richieste per la nomina a componente, non si può non evidenziare come i requisiti previsti non appaiano coerenti con le specifiche funzioni attribuite al medesimo organismo con il provvedimento in oggetto. Inoltre si rileva un possibile disallineamento tra le nuove disposizioni concernenti il Piano nazionale anticorruzione, recate dal ddl all’esame, e le disposizioni contenute nel decreto legislativo 150 del 2009, che prevedono che la Civit predisponga le linee guida del Programma triennale per l’integrità e la trasparenza di cui art. 11, ne verifichi l’effettiva adozione e vigili sul rispetto degli obblighi in materia di trasparenza da parte di ciascuna amministrazione.


Prosegue Giampaolino:
– Resta fermo che sull’attività amministrativa della Civit e del Dipartimento della funzione pubblica nelle materie previste dall’art. 1 del ddl, – sottolinea – saranno esercitate tutte le funzioni della Corte dei conti, specialmente quelle di controllo nell’ambito delle proprie attribuzioni istituzionali di ausilio indipendente al Parlamento, anche al fine delle valutazioni sul miglioramento dell’efficacia dell’azione amministrativa.
Infine, sarebbe opportuno, per Giampaolino prevedere che “la Civit analizzi le cause ed i fattori della corruzione ed individui gli interventi che ne possano favorire la prevenzione e il contrasto, valorizzando a tal fine gli elementi che emergono dall’attività giurisdizionale delle magistrature superiori e dall’attività di controllo della Corte dei conti”.