Sul piatto la bozza Calderoli e il ‘no’ alla Circoscrizione Estero

ROMA – Circoscrizione Estero sì, poi no, poi ancora sì. Ed ora un altro capitolo. La ormai nota “bozza Calderoli” – il testo di riforma costituzionale dello scorso luglio che conteneva, tra le altre cose, la soppressione della circoscrizione Estero – potrebbe infatti diventare presto legge.


Mercoledì sera il ministro per la Semplificazione normativa, Roberto Calderoli ha annunciato che il Cdm ha sciolto le intese rispetto alla riforma ed è stata dichiarata l’urgenza per poterla inviare alle Camere. La bozza Calderoli sarà trasmessa ai due rami del Parlamento per dare il via all’iter legislativo, e secondo il ministro leghista ci vorrà poco più di un anno perché la bozza divenga legge.


– Dopo due anni di tagli lineari e politiche di smantellamento che hanno ridotto in uno stato di coma le strutture e i rapporti tra l’Italia e gli italiani nel mondo, ora il Governo si avvia a staccare definitivamente la spina – denuncia il Responsabile del PD all’estero, Eugenio Marino – È inaccettabile che si continui ancora ad accanirsi con i cittadini italiani all’estero senza voler accettare che essi sono parte integrante del nostro Paese e volano di sviluppo economico e culturale in un mondo globalizzato nel quale i paesi avanzati valorizzano i concittadini all’estero.
Secondo l’esponente di opposizione, “è ora di fare chiarezza” e “dire una volta per tutte se questo Governo vuole avere un rapporto reale o no con questi connazionali”. Bisogna isomma “avviare una riflessione seria e a 360 gradi su questo rapporto, senza tentare pericolose e superficiali fughe in avanti come quella imposta dalla maggioranza al Senato sulla legge di riforma del CGIE e che deve invece avere un iter diverso alla Camera”.


– Non si può pensare – spiega Marino – di chiudere i consolati, ridurre drasticamente il numero dei Comites, cambiare la ragione sociale del CGIE, abolire la Circoscrizione estero e imporre il quasi azzeramento delle risorse economiche parlando di “riforme”, poiché tutto ciò corrisponde alla volontà di un massacro.


Roberto Calderoli ha precisato che la volta scorsa per varare la riforma costituzionale il Governo impiegò 13-14 mesi e ora gli articoli sono di meno ma i tempi dovrebbero essere gli stessi. L’esponente del Carroccio ha spiegato che sono già stati avviati contatti con i presidenti delle camere per assegnare il testo alle commissioni competenti. Alla prima commissione della Camera dovrebbe andare il provvedimento sulle Province, mentre, a quella del Senato la riforma complessiva.


Per quanto riguarda un possibile dialogo con l’opposizione, Calderoli ha affermato:
– Per il momento abbiamo trovato un accordo in maggioranza. Appena il testo sarà presentato alle commissioni ne parleremo anche con l’opposizione. Dateci il tempo di presentarlo.