Accolti sei odg del Pd per gli italiani all’estero

ROMA – La manovra di stabilizzazione approvata, che per la sua drammatica necessità poteva essere un’occasione di riforme e liberalizzazioni profonde e attese, nelle mani di questo Governo e di questa maggioranza in stato confusionale è diventata iniqua e depressiva per la nostra economia. La rincorsa al recupero purchessia di risorse sta dando corpo ad un rischio serio di rottura degli anelli deboli dell’intervento pubblico. Tra questi quello riguardante le comunità italiane all’estero, non ancora considerate per il valore che hanno.


Come eletti del PD all’Estero non abbiamo tralasciato nemmeno questa occasione per ricordare a Parlamento e Governo due cose precise: le risorse per le politiche verso gli italiani all’estero hanno raggiunto da tempo il limite di guardia e non son più comprimibili; le nostre comunità sono una reale opportunità per la ripresa e per il rilancio degli interessi italiani nel mondo. Abbiamo presentato in commissione due emendamenti, l’uno per evitare che la rete consolare sia oggetto di una nuova attenzione “razionalizzatrice” da parte del Governo; l’altro sull’eliminazione della tassa del 2% sui trasferimenti di valuta dall’Italia all’estero da parte di ex cittadini e discendenti che non hanno codice fiscale e partita INPS. Maggioranza e Governo hanno respinto.
In occasione del voto finale in Aula, abbiamo utilizzato l’unico strumento consentitoci, quello degli ordini del giorno. Abbiamo chiesto al Governo di risparmiare da ulteriori tagli gli interventi per l’insegnamento della lingua e della cultura all’estero, in coerenza con la decisione di risparmiare dal recupero di risorse i settori scuola e ricerca in Italia. Abbiamo sollecitato a escludere la rete consolare, che ha già dato finora oltre il dovuto, dalla revisione della spesa prevista per i ministeri. Abbiamo riproposto la questione del superamento con un provvedimento normativo mirato della tassazione del 2% a carico dei connazionali che hanno ancora beni in Italia, anche se vivono all’estero da tempo. Ancora una volta abbiamo chiesto di adottare provvedimenti per sanare gli indebiti pensionistici degli anziani residenti all’estero in assenza di dolo e con determinati limiti reddittuali. Abbiamo sollecitato, non per la prima volta, a riallacciare il dialogo con il Governo svizzero e convocare un tavolo di concertazione per giungere ad una soluzione negoziale sulle questioni fiscali pendenti in ordine ai depositi bancari giacenti in quel paese, sulla falsariga di quello che hanno fatto Gran Bretagna e Germania, con vantaggi economici preziosi in questi tempi di vacche magre. Abbiamo chiesto di inserire il reato di “autoriciclaggio” nella normativa penale, per contrastare una delle forme di illegalità più penetranti e per limitare i confini dell’evasione.


Il Governo, non sappiamo se per doppiezza o perché un po’ si vergogna di quello che sta facendo, ha accolto gli odg su corsi di lingua e cultura, rete consolare, tassazione del 2%, accordo con le autorità svizzere. Ha dichiarato di accogliere come raccomandazione gli odg su indebiti e autoriciclaggio. Bucchino e Garavini hanno richiesto il voto dell’Aula, che ha sconfessato le ritrosie e le contraddizioni del Governo, approvando gli odg.


Non ci facciamo illusioni sul valore concreto degli ordini del giorno. Sappiamo che senza un’iniziativa intensa, continua e unitaria di comunità, Comites, Cgie, opinione pubblica, parlamentari eletti all’estero, non sarà facile frenare la deriva nella quale il centrodestra ci sta precipitando. Questi atti parlamentari li consideriamo solo un passaggio di questo più ampio e decisivo percorso. Ma un passaggio utile.


Bucchino, Farina, Fedi, Garavini, Narducci, Porta