Bossi rilancia la Padania: “Pronti al referendum”

VENEZIA – “In Padania milioni di persone sono disposte a combattere per la libertà della Padania. E’ grande l’esercito della Padania”. Umberto Bossi lo scandisce dal palco della festa dei popoli padani a Venezia. “Piano piano – dice – non possiamo illuderci di fare senza la secessione. Dobbiamo avere la forza per ottenere la nostra libertà. E a chi dice che la Padania non esiste dico che esiste e paga per tutti”.


Prima della secessione Bossi ha evocato la “via democratica, forse anche attraverso un referendum, perché un popolo importante e lavoratore come il nostro non può continuare a mantenere l’Italia”. Poi, incalzato dal grido “secessione” dei militanti, ha evidenziato che “milioni di padani sono pronti a combattere per la libertà”.
– Molti dei nostri sono morti pensando a un paese democratico nella prima guerra mondiale. Ma se sapessero lo schifo di Paese che c’è oggi – tuona il Senatur – avrebbero forse sparato dall’altra parte. E’ tornato il fascismo con altri nomi, siamo in un Paese che sta perdendo la democrazia.


L’attacco non risparmia la stampa:


– Prima o dopo le cose fatte male ritornano moltiplicate per cento. I giornalisti sono dei grandissimi str… raccontano bugie. Attaccano la mia famiglia perché non possono attaccare me. Sono dei disgraziati.
Il Senatur ribadisce poi la posizione sulle pensioni.


– Abbiamo convinto Tremonti a non toccare le pensioni – rivendica – Giù le mani dalle pensioni di chi ha lavorato una vita. E chi se ne frega dell’Europa che vuol tagliare tutto. Noi andiamo avanti come prima.
Il leader del Carroccio ha annunciato poi una grande manifestazione “in un luogo bellissimo in primavera” e con questo annuncio sulle note del Va’ Pensiero ha chiuso la tre giorni padana tra Monviso e Venezia. Ha lasciato il palco dopo il classico rito dell’ampolla: l’acqua del Po prelevata alle sorgenti per poi ricongiungerla alla Laguna di Venezia.


Il governo andrà “avanti così fino alla fine” aveva detto in precedenza nel corso del suo intervento, sull’ipotesi di un governo tecnico, il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli.


– L’opposizione fa il suo lavoro, ma così non fa altro che allungarci la vita – ha sottolineato Calderoli – In questo momento, poi, il governo sta ancora pensando alla manovra, mentre poi dovrà dedicarsi alle riforme. Il nostro – ha tenuto a rimarcare il ministro – è un governo politico, ad altri piacciono gli inciuci.


Poi, rivolto evidentemente ai dissidenti in seno al partito, ha attaccato:
– A me stanno sulle balle quelli che sono più realisti del Re, più bossiani di Bossi. Dicono e cantano fuori dal coro e così hanno lo spazio sui giornali. A questi dico che senza Bossi non sarebbero nulla.


E poi:
– Sulla prima camicia verde del ‘96 avevo scritto Fratelli sul Libero Suol e non Fratelli Coltelli. Dico a questi che senza Bossi non c’era la Lega e il nostro progetto. Quando c’è da candidare qualcuno sono lì con le orecchie basse. Poi: noi rappresentiamo le istituzioni; no: polvere eri e polvere ritornerai – ha tuonato, non mancando di rilevare che “chi va a votare vota sullo spadone di Alberto da Giussano e non sullo spadino di quattro sfigati”.


L’attacco non ha risparmiato la stampa:
– Ci hanno spaccato i c… i giornalisti che continuano a scrivere che nella Lega ci sono le divisioni.
A rassicurare sui rapporti all’interno del Carroccio è intervenuto anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni.
– Io contro Calderoli? Balle. Non leggete i giornali. Io non ho mai trovato uno più lavoratore di lui – ha detto Maroni – Anzi, dovrebbe lavorare un po’ meno. Da dentro le istituzioni combattiamo la battaglia per il federalismo. Stiamo li. Resistiamo – ha scandito il titolare del Viminale – Almeno finché ce lo dirà Bossi. E mentre noi ci danniamo per strappare risultati concreti c’è chi si occupa di certe porcate. Basta parlare di intercettazioni, case fantasma offerte da misteriosi benefattori. Questo modo romano di far politica non è quello che ci ha insegnato Bossi.


Il ministro dell’Interno ha voluto anche “ringraziare Polizia e Carabinieri che ieri hanno dato una lezione a questi delinquenti” con riferimento agli scontri tra forze dell’ordine e no global.


– Se i no tav scagliano massi da 50 chili che cos’è questo se non tentato omicidio? Lo dico a certi magistrati.
Sono circa 50mila, secondo gli organizzatori, i militanti che hanno partecipato alla festa dei popoli padani.