Processo Mills: taglio dei testimoni, ora la sentenza è più vicina

ROMA – I giudici del processo Mills, che vede imputato Silvio Berlusconi, hanno deciso di ‘tagliare’ le testimonianze di una decina di testi che erano previste, in particolare quelle per rogatoria, e dunque la sentenza a carico del premier dovrebbe arrivare in tempi più rapidi. Infatti, l’ultimo testimone da sentire sarà l’avvocato David Mills il 24 ottobre e poi il 28 ottobre è fissato l’interrogatorio dell’imputato Berlusconi.
Sarà Silvio Berlusconi a decidere se farsi interrogare nell’ambito del processo milanese sul caso Mills dove risponde di corruzione in atti giudiziari. Lo afferma Niccolò Ghedini, parlamentare del Pdl e difensore del premier. Il Tribunale di Milano “ha abdicato ai suoi doveri”, ha commentato il legale l’ordinanza con la quale i giudici hanno ‘cancellato’ una serie di testimoni. A questo punto, ha aggiunto, “la presenza della difesa è inutile. Se non ci vengono dati i testi resta poco da fare”. Anche per Piero Longo con questa ordinanza “il Tribunale rinuncia alla sua giurisdizione”.
Il pm Fabio De Pasquale, invece, lancia durante l’udienza e alla presenza anche di Silvio Berlusconi “un appello per salvare il processo Mills e anticipare quindi i tempi delle rogatorie in Inghilterra”.
Il pm ha chiesto di anticipare rispetto alla fine di ottobre l’audizione dei testi inglesi tra i quali David Mills che ha dato la disponibilità per il 24 dello stesso mese ad essere sentito:
– Fissare al 31 ottobre significa che il procedimento dibattimentale è bloccato anche senza logica. Se c’è una possibilità che questo processo arrivi a conclusione, bisognerebbe fissare le rogatorie in tre giorni consecutivi e non a data così lontana. E’ un estremo appello che rivolgo al tribunale.
I giudici si sono riuniti in camera di consiglio per decidere sulla richiesta del pm e sull’istanza della difesa del presidente del consiglio di inserire nella loro lista testimoniale altri due testi che furono tolti tempo fa.
Ieri mattina in aula è stata sentita in videoconferenza da Berna, Maria Pia De Fusco, la consulente che dall’ottobre 1997 ha gestito Struie, la società sul cui conto, secondo l’accusa, sarebbero transitati i 600mila dollari che, sempre secondo l’accusa, sarebbe il denaro che Berlusconi avrebbe versato a David Mills per ‘comprare’ il suo silenzio o comunque la sua testimonianza reticente nei processi per le tangenti alla Gdf e All-Iberian.
Fusco avrebbe messo in evidenza la “confusione” relativa ai soldi transitati sul conto di Struie riferendosi in particolare a circa 1 milione e 600mila dollari accreditati nel novembre 1997: cifra che lei pensava provenisse da Fb Trust di Flavio Briatore ma che poi Mills le rivelò essere di sua proprietà. Inoltre la teste ha detto che non era “usuale” e che non si “aspettava” che la società avesse avuto due denominazioni e due conti bancari diversi.
Durante il controesame rispondendo alle domande della difesa De Fusco ha affermato di non aver mai conosciuto Carlo Bernasconi, dirigente Fininvest che secondo gli inquirenti sarebbe stato il tramite per il versamento a Mills dei 600mila dollari.