Grecia nella morsa dell’austerity, l’Europa appesa all’Euro

ROMA – La Grecia corre, ancora una volta, ai ripari contro il rischio di default e uscita dall’euro. Sotto la pressione di Bce, Ue e Fmi, Atene è pronta a prendere le ennesime misure di austerity, nella speranza di ottenere la sesta tranche di aiuti da 8 miliardi di euro concordati con la troika che permetteranno al Paese di resistere fino alla fine dell’anno. Le discussioni sul nuovo piano di aiuti iniziati ieri tra il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos e gli ispettori di Ue, Fmi e Banca Mondiale, riprenderanno oggi.


Il pressing sul governo Papandreou, mai sopito in tutti questi mesi, ha toccato il suo culmine dopo l’Ecofin e le dichiarazioni del rappresentante del Fmi in missione in Grecia, Bob Traa, che ha invocato “misure supplementari” per ridurre il deficit. Traa non ha esitato da agitare lo spettro del default pur di spingere Atene ad attuare il piano di privatizzazioni da 50 miliardi di euro, rientrando nei tempi previsti.P>
Più morbida la posizione dell’Unione europea che, anziché nuove misure, ha chiesto il rispetto degli impegni già concordati. L’ultima cosa che l’Ue vorrebbe trovarsi a gestire è infatti proprio il default greco e l’effetto a cascata che il crack di un Paese di Eurolandia avrebbe non solo a livello economico ma anche politico. “La disgregazione dell’euro – ha avvertito Angela Merkel senza mezzi termini – porterà alla disgregazione dell’Europa”.


– Superare la crisi dell’euro è una missione su scala storica. Se l’euro crolla – ha detto – anche l’Ue crollerà. Bisogna proseguire con i salvataggi e la creazione di una rete di sicurezza per i Paesi più deboli.
La cancelliera ha ammonito la sua coalizione a “soppesare bene le parole”, perché la posizione del governo è che la Grecia, “sotto chiare condizioni”, va aiutata. Posizione condivisa a pieno a Parigi, dove il ministro dell’Economia, Francois Baroin ha scandito che il default di Atene “non è un’ipotesi di lavoro”.
Ad ammettere il ritardo sul programma di riforme è però lo stesso ministro delle finanze greco, pronto ad “accelerare” il ritmo per centrare gli obiettivi fissati. Atene, ha detto il ministro alle prese non solo con le pressioni internazionali ma anche con quelle di opposizione e piazza, deve “vendere beni statali, chiudere agenzie governative e ridurre il personale” nella p.a. Misure che il governo sta discutendo in un confronto fiume con la troika ed ormai ultime chance a disposizione in un Paese in cui “non è più possibile” imporre nuove tasse.


In una Europa squassata, con Borse ancora a picco e l’euro in sofferenza, l’argine arriva dalla Bce che segue nell’acquisto di bond italiani e spagnoli. Una strategia portata avanti nonostante le critiche della Bundesbank, secondo cui il piano dell’Eurotower rischia di rendere meno trasparente la demarcazione tra politica monetaria e politica di bilancio.