Premier da Napolitano: “Reggo, no passi indietro”

ROMA – E’ durato un’ora il colloquio tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Nel faccia a faccia Napolitano ha ribadito la propria preoccupazione per la situazione economica del nostro Paese, nel giorno in cui S&P ha declassato sette banche italiane.


Berlusconi ha illustrato al capo dello Stato le misure che il governo ha intenzione di adottare per rilanciare crescita e sviluppo, un passaggio che il Colle ritiene indispensabile per superare la crisi. Così come è fondamentale, Napolitano lo ha ribadito, varare misure condivise tra le forze politiche e che siano frutto di “consultazioni ampie”, coinvolgendo anche le parti sociali.


Dal canto suo Berlusconi ha ribadito che non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro.
“Il mio governo ha una maggioranza solida e i numeri in Parlamento per andare avanti”, avrebbe sottolineato il Cavaliere, secondo quanto riferito da fonti parlamentari della maggioranza. Anche ieri il premier avrebbe ribadito ai suoi che c’è solo un modo per farlo cadere: sfiduciarlo in Parlamento. Il Cavaliere è determinato a non lasciare palazzo Chigi. “Perché e per chi dovrei fare un passo indietro?”, avrebbe detto ai suoi.


Intanto i capigruppo del Pdl, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, e il ministro leghista dell’Interno, Roberto Maroni, sono stati ricevuti a loro volta dal capo dello Stato per sondare la maggioranza e capire la sua capacità di affrontare la crisi economica.


I vertici pidiellini, riferiscono ambienti di via dell’Umiltà, avrebbero garantito al presidente della Repubblica che il governo è saldo, ha i numeri in Parlamento per andare avanti e ha i mezzi adeguati per superare l’attuale momento di difficoltà.


– Non auspico che il governo caschi sul caso Milanese – dice il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani – per questo spererei nelle dimissioni di Berlusconi prima del voto della Camera.
Intanto il presidente dell’Idv, Antonio Di Pietro, sul suo blog invita il premier a lasciare “prima che ci scappi il morto”.


– Governo e maggioranza non ci sono più – si legge -. Domani (oggi, ndr) sarà la cartina di tornasole per verificare se in Parlamento c’è ancora qualche parlamentare di maggioranza che ha un po’ di dignità e di onore. Domani (oggi, ndr) – aggiunge Di Pietro – però si rischia che la decisione del Parlamento venga assunta non per motivi di legge ma per motivi politici.