G20, 3.000 miliardi per salvare l’euro

LONDRA – Tremila miliardi per salvare l’euro: secondo il Sunday Times è uno dei punti di un “ambizioso” piano – che sarà presentato a giorni – su cui stanno lavorando i ministri delle finanze dei paesi del G20 per espandere il fondo di bailout europeo in vista di un default della Grecia ai primi di novembre.


Fonti vicine al vertice tra ministri e Fondo Monetario Internazionale hanno detto al Times che il piano avrebbe tre aspetti: la ricapitalizzazione di almeno 16 banche europee vulnerabili, il fondo di bailout da 440 miliardi alzato fino a tremila miliardi e il default pilotato della Grecia facendo rimanere il paese all’interno della Eurozona.


Secondo gli analisti il conferimento potrebbe riguardare capitale “di contingenza”, vale a dire riserve che potrebbero essere utilizzate solo in caso di bisogno. A quel punto, essendo stato approntato un sostegno alle banche, la Grecia potrebbe andare in default, vale a dire in stato d’insolvenza sui propri debiti: sarebbe stato risolto così uno dei principali ostacoli che impediva ai politici europei di avallare un default di Atene a causa della loro preoccupazione per l’impatto sulle banche continentali – a partire da quelle francesi – che detengono miliardi di euro di titoli di stato ellenici.


Il piano non faceva parte dei draft d’ingresso delle riunioni del G20 ma sarebbe maturato nel corso di un’intensa attività della diplomazia finanziaria internazionale (anche il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha fatto riferimento nella sua conferenza stampa di sabato a “riunioni avvenute in formato riservato” per trovare una soluzione alla crisi europea mentre, sul versante finanziario il presidente del Financial stability board Mario Draghi ha avuto un’agenda fittissima di incontri bilaterali ad alto livello).


– Ci impegnamo ad adottare tutte le azioni necessarie a mantenere la stabilità del sistema bancario e dei mercati finanziari – scrivono i ministri e i governatori della banche centrali del G20 nel comunicato diffuso a Washington dopo la cena a margine della riunione del Fondo Monetario Internazionale.


I rappresentanti del G20 assicurano una “risposta forte e coordinata per affrontare le nuove sfide dell’economia mondiale” e si impegnano a varare interventi “credibili di risanamento” e un “piano d’azione comune, ambizioso, in cui ciascuno farà la sua parte per sostenere la crescita”.


In particolare per quanto riguarda l’Europa nel comunicato si sottolinea che “i paesi dell’area euro stanno mettendo in atto le decisioni prese il 21 luglio 2011” e sono pronti ad “adottare le azioni necessarie per aumentare la flessibilità” del fondo salva-Stati (Efsf) così da ottenere “il massimo impatto” contro il rischio di “contagio” della crisi. I membri del G20, inoltre, assicurano che “le banche siano adeguatamente capitalizzate e abbiano un adeguato accesso ai fondi necessari per affrontare gli attuali rischi e per mettere in atto Basilea 3”.


In questo quadro, si sottolinea, “le banche centrali continueranno a essere pronte a fornire liquidità alle banche” con l’obiettivo di “politiche monetarie per mantenere la stabilita’ dei prezzi e continuare a sostenere la crescita”.


– La questione non è più se la Grecia andrà in default quanto assicurare che ci sia la potenza di fuoco finanziaria per far fronte a un default e assicurare che il contagio non si diffonda attraverso l’Eurozona quando succederà – ha detto, parlando da Washington, Gerard Lyons, chief economist della banca Standard Chartered.


Di un piano lungo le stesse linee e che potrebbe essere annunciato nei prossimi giorni parla anche il Sunday Telegraph: mirerebbe a circoscrivere la crisi a Grecia, Portogallo e Irlanda evitando il contagio a Italia e Spagna.


Occhi puntati anche sulla Banca Centrale europea, che potrebbe annunciare ulteriori misure per facilitare l’accesso delle banche alla liquidità, a partire da un taglio d’emergenza dei tassi.