Riina jr a Padova, Lega: “Non lo vogliamo”

ROMA – No al figlio di Totò Riina a Padova. La notizia dell’intenzione del figlio dell’ex boss ha provocato la preoccupazione della Lega al Senato, dove Luciano Cagnin ha chiesto un intervento del ministero della Giustizia Francesco Nitto Palma.


La circostanza “sta mettendo in apprensione – afferma – tutti noi padovani, tutti noi veneti. Noi siamo memori di tutti i mafiosi che abbiamo ricevuto in passato con il tanto triste provvedimento del soggiorno obbligato: quei mafiosi che hanno poi fatto scuola ai nostri criminali come Felice Maniero”.


Il senatore del Carroccio sottolinea in un comunicato che Salvuccio Riina “non si è mai pentito né tanto meno ha mai rinnegato le sue origini, la sua attività mafiosa all’interno dell’organizzazione del padre, incontrastato numero uno”.


– Il suo passato aleggia pesante attorno a lui – afferma Cagnin – e pensiamo che Padova non possa essere, per le sue dimensioni, le sue caratteristiche e i suoi problemi, il posto giusto per l’inserimento nella società del signor Riina.


Dopo aver fatto appello al ministro Nitto Palma per un intervento presso gli uffici competenti della magistratura, Cagnin ricorda come i senatori della Lega Nord, in aula e sul territorio “sono sempre stati impegnati in prima linea nella lotta contro la mafia e i malfattori”.


– Se Riina arriverà – prosegue – ci saremo anche noi, con le nostre fiaccolate, a difendere il nostro territorio, il nostro Paese, la nostra gente, come già accaduto in passato, perché noi con la mafia non abbiamo mai avuto a che fare e abbiamo già dato troppo. Riina e la mafia in genere non fanno parte della nostra cultura. Confidiamo – conclude – in un intervento del ministro Nitto Palma volto a convincere il signor Riina che da noi non si può stare e a non attuare il suo intento”.