Libia, catturato il portavoce di Gheddafi

ROMA – “La prossima volta, ci vedremo in una Tripoli liberata”. Così il capo della diplomazia italiana, Franco Frattini, si congedò, quattro mesi fa, da Bengasi, dove aveva portato il sostegno dell’Italia alla rivolta contro Muammar Gheddafi. E oggi il ministro degli Esteri torna in Libia, stavolta a Tripoli come promesso, per ribadire l’aiuto italiano alla transizione. Una visita – la prima di un esponente del governo italiano dopo la cacciata del rais – che avviene in tutt’altre condizioni rispetto a quella di maggio scorso.

Sul terreno il Cnt, che controlla quasi tutto il Paese, afferma (ma non è la prima volta) di aver preso il controllo dell’aeroporto di Sirte, città natale di Gheddafi. E di aver catturato, alle porte della città, il portavoce del colonnello, Moussa Ibrahim, uno dei volti più noti di quel che resta del regime in fuga. Su richiesta dello stesso Cnt, l’Interpol ha inoltre spiccato oggi un mandato di arresto internazionale per uno dei figli di Gheddafi, Saadi, accusato di “appropriazione indebita tramite la forza e l’intimidazione armata quando era a capo della Federazione libica di calcio”.

Il rampollo dell’ex dittatore libico, con velleità da calciatore in Italia, è rifugiato in Niger che però ne “esclude per ora” l’estradizione. Frattini vola a Tripoli in una situazione che, si sottolinea alla Farnesina, “si va normalizzando, con le scuole aperte, meno file per il pane e il carburante, ma dove permangono difficoltà amministrative, in un Paese in cui non è mai esistito uno Stato”. Il ministro, accompagnato da una delegazione di imprenditori italiani, vedrà le massime autorità del Cnt, tra cui il presidente Mustafa Abdel Jalil e il ‘premier’ Mahmud Jibril, con il quale firmerà un memorandum di intesa.

L’accordo fa seguito all’incontro con lo stesso Jibril, appena una settimana fa a margine dell’Assemblea generale dell’Onu a New York, con il quale – come ha ricordato Frattini – è stato creato un “comitato di coordinamento congiunto” con l’obiettivo di riattivare il Trattato di amicizia italo-libico, non appena si sarà insediato un nuovo governo. Un nuovo governo che “dovrà essere inclusivo di tutte le componenti della Libia che hanno partecipato alla liberazione”, è la posizione italiana, che domani – ha spiegato il portavoce della Farnesina Maurizio Massari – Frattini ribadirà ai suoi interlocutori. Tra gli incontri che il ministro avrà a Tripoli, anche quello con il vescovo della capitale libica, mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, che oggi ha lanciato un nuovo appello per la situazione “tragica” degli ospedali con “ancora numerosi feriti”.