Il ‘j’accuse’ di Della Valle contro la ‘casta’ scatena la polemica

ROMA – Sui principali quotidiani sabato in edicola si trovano intere pagine acquistate dall’imprenditore Diego Della Valle inizialmente per pubblicizzare le scarpe Tod’s ma usate poi per lanciare un durissimo j’accuse ai politici italiani. Il titolo che campeggia sugli spazi infatti è ‘Politici ora basta’.


“Lo spettacolo indecente – si legge nelle pagine – che molti di voi stanno dando non è più tollerabile da gran parte degli italiani e questo riguarda tutti gli schieramenti politici. Il vostro agire attento solo agli interessi personali e di partito trascurando quelli del paese ci sta portando al disastro e sta danneggiando la reputazione dell’Italia”.


Le accuse lanciate da Della Valle sono dure:
“La classe politica si è allontanata dalla realtà, la crisi economica impone serietà competenze e reputazione che gli attuali politici non hanno, salvo rare eccezioni. Le componenti responsabili della società civile che hanno a cuore le sorti del Paese lavorino per affrontare con la competenza e la serietà necessaria questo difficile momento. Alla parte migliore della politica e della società civile che si impegnerà a lavorare in questa direzione diremo grazie. A quei politici che si sono invece contraddistinti per la totale mancanza di competenza e di amor proprio per le sorti del Paese – conclude l’imprenditore – saremo sicuramente in molti a voler dire ‘vergognatevi’”.


Il manifesto anti-casta ha subito suscitato polemiche.


Il Pdl, con Fabrizio Cicchitto e Ignazio La Russa, sostiene che c’è il “disegno di spazzar via le attuali forze politiche” (Cicchitto) e che il patron di Tod’s “ha bisogno di pagare (con l’acquisto delle pagine sui giornali, ndr) per essere ascoltato” (La Russa).


Duro il ministro dell’Agricoltura, Saverio Romano:
– Le categorie apolitiche della vergogna e della decenza servono solo a fomentare l’antipolitica e l’odio sociale. E rischiano di richiamare in modo sterile quella violenza a cui troppe volte fa riferimento anche Di Pietro.


E proprio dal leader dell’Idv arriva un “ringraziamento” a Della Valle le cui accuse “non si rivolgono all’Italia dei Valori”, sostiene Di Pietro:
– Lo ringrazio per la mano che ci sta dando per migliorare il Paese, in una battaglia che stiamo combattendo ancor prima di lui.


Per Carmelo Briguglio, vice presidente vicario dei deputati di Fli, “la paginata di Della Valle, il manifesto-ultimatum della Marcegaglia e l’uscita di Versace dal Pdl segnano l’abbandono di Berlusconi da parte del suo bocco sociale”.


– Gli hanno suonato il gong, la partita del premier in nome e per conto degli industriali italiani è finita. Berlusconi – dice – ne prenda atto e passi la mano.


A condividere “parzialmente” il grido d’allarme dell’imprenditore è Roberto Maroni.


– Sono parole pesanti – ha risposto il ministro dell’Interno – Con il dovuto distinguo che lui fa sono parole almeno parzialmente condivisibili. Conosco Della Valle – ha continuato – lo stimo, è un grande imprenditore che ha le sue opinioni e il coraggio di esprimerle. Cosa che non tutti hanno e gli riconosco questo merito.
Per Susanna Camusso è sbagliato dire che tutta la classe politica è uguale e ugualmente responsabile, perché maggioranza e opposizione hanno ruoli diversi.


– Credo che da un lato sia indicativo della difficoltà che ha il paese e del giudizio che gli imprenditori riscontrano quando vanno all’estero; dopo di che penso ci siano responsabilità precise del governo – ha spiegato Camusso, secondo la quale poi – è sbagliato dire che tutti sono uguali: ci sono una maggioranza e un’opposizione e hanno ruoli diversi.


Esiste, tuttavia, un “problema vero” rappresentato da “tutta la classe dirigente”, che “per lungo tempo è stata zitta e oggi si accorge di quale situazione c’è. Il silenzio delle imprese per così tanto tempo è stato preoccupante – ha concluso la sindacalista.