Israele accetta negoziati, palestinesi: “Congeli colonie”

GERUSALEMME – Israele ha accettato la richiesta del Quartetto (Usa, Unione Europea, Onu, Russia) per la ripresa rapida dei negoziati bilaterali di pace con i palestinesi. Oltre alla ripresa dei negoziati diretti, il piano presentato dalla Rappresentante dell’Ue, Catherine Ashton, chiede che siano presentate proposte sulle frontiere e sulla sicurezza entro tre mesi e il raggiungimento di un accordo finale entro la fine del 2012.
In un comunicato del primo ministro si legge che “Israele accoglie la richiesta del Quartetto per negoziati diretti tra le parti senza precondizioni, così come voluto sia dal presidente Usa Barack Obama che dal presidente del Consiglio israeliano Benjamin Netanyahu”.


Nella dichiarazione non si nasconde l’esistenza di critiche del piano messo a punto dal Quartetto di negoziatori da parte di Israele, ma si precisa che queste saranno sollevate durante i colloqui.


Lo stato ebraico quindi si rivolge ai palestinesi:
– Israele chiede all’Autorità palestinese di aderire immediatamente ai negoziati diretti – si legge.
La risposta dei palestinesi all’annuncio formale di Israele di accogliere il piano del Quartetto non si è fatta attendere: se lo Stato ebraico accetta la proposta del Quartetto, significa che deve congelare le colonie.
– Se accetta la proposta del Quartetto, allora deve annunciare il blocco delle colonie e accettare le frontiere del 1967 perchè è esattamente questo che chiede il Quartetto – ha ribadito il negoziatore palestinese Saeb Erakat


Erakat ha definito le mosse israeliane “un esercizio per ingannare la comunità internazionale” ed ha anche ribadito la volontà palestinese che venga “accettato il principio dei confini del 1967”.


Il testo del comunicato è stato approvato ieri in una consultazione che si è tenuta tra gli otto principali ministri del governo e il premier Benjamin Netanyahu.


Fino a qualche giorno fa la proposta del Quartetto, per riprendere entro un mese i negoziati e arrivare a un accordo di pace con i palestinesi entro la fine del 2012, non aveva ottenuto ancora il via libera di tutti membri de governo israeliano tra cui regnavano ancora molte perplessità.


La proposta non contiene la richiesta dello stop agli insediamenti e l’avvio delle trattative basate sui confini del 1967. Abu Mazen, proprio per questo aveva preso subito le distanze dall’iniziativa.
Sabato il ministro degli Esteri francese, Alain Juppe aveva avvertito che lo status quo era “pericoloso” sollecitando le parti a riprendere i colloqui.