Ruby, processo a Berlusconi va avanti Rinviati a giudizio Fede, Mora e Minetti

MILANO – I giudici milanesi del processo Ruby hanno bocciato la richiesta avanzata dai legali del premier di sospendere il dibattimento fino alla decisione della Consulta sul conflitto tra poteri dello Stato. Dopo 5 ore di camera di consiglio i giudici hanno ricordato, bocciando le richieste avanzate dalla difesa del premier, che le ipotesi di sospensione del processo, “sono tassativamente previste dalla legge”, e il Tribunale “è soggetto solo alla legge e non può operare al di fuori”.


Quanto alla questione di legittimità costituzionale sollevata in subordine dai legali di Berlusconi laddove non si prevede l’obbligatorietà della sospensione del procedimento, il Tribunale ha ‘liquidato’ la questione come “irrilevante” e “manifestamente infondata”.


Il processo è stato così aggiornato a sabato 22 ottobre. In quella data le parti discuteranno sui temi di prova presentati ieri ai giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano.


Nel frattempo il gup di Milano Maria Grazia Domanico ha deciso il rinvio a giudizio per Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione nell’ambito del caso Ruby.
Domanico ha nominato tre periti che avranno il compito di trascrivere le intercettazioni presenti nel fascicolo sul caso Ruby. Le trascrizioni inizieranno il 22 ottobre e i periti hanno a disposizione 60 giorni. Inoltre, nella richiesta di rinvio a giudizio, ha ammesso le dichiazioni di Imane Fadil, una delle 32 ragazze presenti nelle serate ad Arcore. Nella sua ordinanza il gup ha spiegato che il processo deve restare a Milano a differenza di quanto richiesto dalle difese degli imputati che chiedevano che il processo fosse trasferito a Messina, città in cui Fede avrebbe ‘reclutato’ Ruby durante un concorso di bellezza. Per il giudice a Messina ci sono solo “atti prodomici”. A Messina c’è stato solo un contatto, ma il reato si è consumato a Milano. Il processo prenderà il via il 21 novembre prossimo.


Domanico aveva già respinto la richiesta della difesa di Fede di trascrivere le intercettazioni riguardanti i parlamentari contenute nel fascicolo sul caso Ruby. Il gup ha accolto la linea della Procura rappresentata dai pm Antonio Sangermano e Pietro Forno che si erano opposti alla trascrizione a “garanzia dei parlamentari”.


“Ci si difenderà davanti al tribunale’’, ha detto Pier Maria Corso, difensore della Minetti. Ieri, per la prima volta, la Minetti era presente in aula. Durante la pausa pranzo, però, è andata via e non ha assistito alla decisione del gup. “Sono a pezzi. Stanotte non ho dormito per l’agitazione”, aveva detto il consigliere regionale aggiungendo: ma “sono tranquilla e fiduciosa. Sono qui perché volevo farmi vedere dal giudice”.
“Francamente ce l’aspettavamo”, è stato il commentodi Luca Giuliante, legale di Lele Mora. “Ci ha colpito il termine del 21 novembre, piuttosto inusuale per il tribunale di Milano”, ha aggiunto. Sulla stessa linea Gaetano Pecorella, uno dei legali di Fede: “Sono stati battuti due record. Il giudice ha dato ragione solo al pm e ha fissato l’udienza a meno di due mesi. Nessun processo si è mai svolto in tempi così ravvicinati”.


Imane Fadil, una delle 32 ragazze presenti ad Arcore, si costituirà parte civile. La 27enne marocchina, presente ieri in aula, si è detta felice per la decisione del gup. “Sono soddisfatta e lo sarò di più quando finirà il processo”.