Intercettazioni, Bongiorno lascia. Pdl avanti con stop pubblicazioni

ROMA – E’ tornata alta la tensione sul ddl intercettazioni, dopo le aperture venute dal Terzo polo. L’intenzione del Pdl di insistere sull’emendamento che vieta la pubblicazione di ogni conversazione prima dell’udienza stralcio, con il parere favorevole del governo, porta alle dimissioni della relatrice Giulia Bongiorno, sostituita da Enrico Costa del Pdl.


– Mi dimetto perché non mi riconosco più in questo testo e credo inaccettabile che prima si fa un accordo e poi siccome c’è questo schioccar di dita del presidente del Consiglio tutti voltano le spalle – ha detto la Bongiorno – Credo che Angelino Alfano – ha sottolineato poi la deputata – sia politicamente intelligente e bravo. In questo caso avrebbe dovuto tenere il punto a prescindere da qualsiasi richiesta del premier, avrebbe potuto dire l’accordo l’ho fatto anch’io con la Bongiorno. Quello che non va nel Pdl è che da un lato si prospettano delle soluzioni, si arriva a degli accordi con loro, poi improvvisamente il premier dice qualche cosa, tutti si zittiscono e si stravolgono le cose. Ci vuole un minimo di spirito critico, bisognava soltanto spiegare perché si era raggiunto quell’accordo, io quello che non comprendo sono le giravolte improvvise.


Fino ad oggi non avevo dato le dimissioni – ha detto ancora la presidente della commissione Giustizia della Camera – ho voluto attendere l’ultimo secondo utile. Questa è una legge che preclude di dare la notizia per tantissimo tempo, quindi ci saranno una serie di notizie che possono essere rilevanti che non si potranno pubblicare. Perdono un’occasione – prosegue rivolgendosi alla maggioranza – perché potevano ripristinare una situazione di equilibrio, evitare questi pezzettini di pubblicazione, invece quando vieti troppo il divieto viene violato.


“Non comprendo le dimissioni del presidente Bongiorno”. Così il ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma che afferma:
– Mi pare che le variazioni che vi sono al testo licenziato dalla commissione siano minimali ed estremamente ragionevoli. Assolutamente in linea – aggiunge – con il significato dell’udienza filtro.


Quanto alla proposta del deputato del Pdl Maurizio Paniz, che chiede sanzioni penali per i giornalisti che pubblicano atti giudiziari non pubblicabili, il Guardasigilli la giudica “non interessante”.


Il nuovo relatore spera comunque ancora nella possibilità di arrivare a un testo condiviso anche al di fuori dei confini della maggioranza, confidando nell’allungamento dei tempi, causato dal protrarsi delle sedute per la nomina del nuovo giudice costituzionale. In pratica si inizierà a votare solo la prossima settimana, dopo che questa mattina sono state bocciate le pregiudiziali di costituzionalità di Pd e Idv, con l’astensione del Terzo polo che aveva ritirato la sua.


– Lavoro per allargare il consenso parlamentare, per questo aspetto delle proposte, ma certo non si può affermare soltanto cancelliamo tutto, come ho sentito dire fino a ora – afferma Costa, che spezza una lancia a favore dei giornalisti per quanto riguarda un eventuale inasprimento delle pene – Bisogna andarci con i piedi di piombo – spiega – Piuttosto occorrerebbe concentrarsi sugli editori in modo più efficace e severo.


Intanto Pier Ferdinando Casini ribadisce:
– La nostra astensione sulle pregiudiziali dimostra che se si vuole fare una legge seria per impedire gli abusi c’è lo spazio. Se invece vogliono fare censure o vendette non potremo essere complici.


Sempre pollice verso dal Pd.
– Sono morte quattro donne che venivano pagate 4 euro l’ora, c’è il declassamento di Moody’s – ricorda il segretario Pier Luigi Bersani – e noi siamo qui a parlare di intercettazioni. E’ scandaloso. Il governo ha perso totalmente la presa sul Paese, pensa solo agli affari suoi. Questo si vede in Italia ma lo vedono anche all’estero.