Brasile 2014: la vinotinto vuole esserci

CARACAS – Il Venezuela si presenta alle qualificazioni per il Mondiale Brasile 2014 con il sogno nel cassetto di strappare uno dei biglietti Conmebol.

La nazionale di Farías arriva gasata dalle prestazioni alla recente Coppa America, dove per la prima volta nella sua storia è arrivata alle semifinali. L’ottima prestazione al torneo che si è disputato nel mese di luglio in Argentina ha certificato che la vinotinto gode del marchio D.O.C. ed è pronta a sfidare tutti i colossi del Sud America e lottare fino in fondo per un posto nel mondiale.


La sfida di oggi contro l’Ecuador, fischio d’inizio alle 16.30, sarà il primo impegno nel lungo cammino delle qualificazioni Conmebol. Oltre alla gara contro ‘el equipo tricolor’, la vinotinto se la vedrà in questo 2011 con Argentina (martedì a Puerto La Cruz), Colombia (11 novembre a Barranquilla) e Bolivia (a San Cristobal il 15 novembre).


“Il Venezuela, ha le capacità per arrivare lontano, questa situazione mi rallegra e mi da una carica in più” ha detto César Farías durante la conferenza stampa di domenica.


Per preparare questa gara, la nazionale ha svolto una serie di test nella località di Mucuchies, nello stato Mérida, per adattarsi all’altezza in cui si trova lo stadio Quito.


Per il doppio impegno di qualificazione Farías ha convocato giocatori provenienti dalla Spagna, dall’Argentina, dalla Germania, dalla Francia e dall’Italia. Spiccano i nomi di Fernando Amorebieta (Athletic Bilbao), José Salomón Rondón (Málaga), Rolf Feltscher (Parma), Juan Arango del Borussia Moenchengladbach, Tomás Rincón dell’Amburgo, e Yohandry Orozco del Wolfsburg.


Per il momento, la nazionale di Farías ha uno score favorevole, nelle ultime tre sfide (2 per le qualificazioni a Sudafrica 2010 e la più recente nella Coppa America di quest’anno) contro l’Ecuador ha sempre vinto.
La sorte della vinotinto e del ‘Progetto’ Farías dipenderà molto dalle prime sfide: bisognerà vedere se il ciclo vincente intrapreso nella Coppa America continuerà anche in vista del mondiale Brasile 2014. Grazie a questo periodo d’oro il Venezuela, ex cenerentola del pallone continentale, può vantarsi di essersi guadagnato il rispetto delle sorelle sudamericane.


L’Ecuador a caccia della terza qualificazione mondiale


L’Ecuador è una nazionale ricca di talenti pronti a sbocciare nei prossimi due anni, nelle sue file ci sono campioni del calibro di Jaime Ayoví e Segundo Castillo (Pachuca), Christian Benítez (America), Walter Ayoví (Monterrey), Christian Suárez (Santos) e Michael Arroyo (San Luis), ma senza dubbio la stella di questa squadra è Antonio Valencia del Manchester United.


Il ‘Tri’ è attualmente allenato dal colombiano Reinaldo Rueda ed occupa la 64ª posizione nel ranking mondiale Fifa.


L’esordio internazionale della nazionale ecuadoriana data 8 agosto 1938, giorno della sfida contro la Bolivia: a Santiago la gara finì con un pareggio per 1-1. Ma in precedenza nel 1930 la selezione ecuadoriana fu invitata a partecipare alla prima edizione della Coppa del Mondo, ma rinunciò per motivi economici.


La prima partecipazione alle qualificazioni per un Mondiale fu nel 1962, ma il ‘Tri’ fu eliminato dall’Argentina. Quattro anni dopo, l’Ecuador disputò lo spareggio contro il Cile per l’accesso al Mondiale inglese, ma la sfida, giocata in Perù, fu vinta per 2-1 dalla ‘roja’.


Molti anni dopo, nel 1996, durante le qualificazioni per il campionato del mondo 1998, la qualificazione fu sfiorata per quattro punti, ma a Quito l’Ecuador batté per la prima volta nelle qualificazioni l’Argentina e il Venezuela.


Nel nuovo millennio l’Ecuador è stato protagonista di una rapida ascesa, fino a conquistare la prima qualificazione al Mondiale in occasione di Giappone-Corea del Sud 2002, la seconda per l’edizione di Germania 2006, dove raggiunse gli ottavi di finale, subendo la sconfitta contro l’Inghilterra. Unico neo: la mancata qualificazione all’edizione di Sudafrica 2010. Da rimarcare è il fatto che l’Ecuador figuri tra le Nazionali sudamericane che hanno compiuto più progressi a partire dai primi anni del XXI secolo.


La sede delle imprese ecuadoriane


Dedicato ad Atahualpa (1502-1533), ultimo sovrano dell’Impero Inca, lo stadio sorge nel quartiere di El Batán, nella periferia settentrionale di Quito.


L’Olimpico Atahualpa è, per capacità, il secondo stadio dell’Ecuador (dopo il Monumental di Guayaquil), potendo ospitare circa 40.000 spettatori.


L’impianto ha forma ellittica e le tribune sono divise in 6 settori: General Nor Occidental, General Nor Oriental, General Sur, Preferencia, Tribuna e Palcos.


Lo stadio fu edificato nel 1951, fu inaugurato il 25 novembre di quell’anno. Fu scelto per la prima volta dalla nazionale ecuadoriana per ospitare una gara ufficiale in occasione delle qualificazioni ai mondiali di Germania Ovest 1974: era il 1º luglio 1973 e la Tricolor uscì battuta 1-2 dall’Uruguay. Dopo aver ospitato ben 6 delle 9 gare interne per le partite di qualificazione a Francia ‘98, l’impianto fu dichiarato “la casa de la Selección Ecuatoriana de Fútbol”. Durante le qualificazioni a Giappone-Corea del Sud 2002 la Tricolor disputò qui 7 gare su 9 e al termine delle eliminatorie colse la sua prima storica qualificazione alla rassegna iridata.


Infine, in occasione delle eliminatorie per Germania 2006, l’Ecuador giocò qui addirittura 9 volte su 9: anche in questo caso il cammino fu suggellato con la qualificazione al mondiale (dove, oltretutto, la Tricolor giunse brillantemente fino agli ottavi di finale).