Scontri copti-militari, al Cairo almeno 20 morti

IL CAIRO – Ultime notizie portano a 22 il numero dei morti negli scontri tra copti ed esercito al Cairo: 18 sarebbero i manifestanti e 4 i militari uccisi, in circostanze ancora poco chiare. Gli incidenti non sono avvenuti solo davanti alla sede della tv di Stato ma anche nel quartiere vicino di Shubra.

Secondo testimoni oculari il quartiere di Shubra – dove la presenza dei copti è molto consistente, e dal quale si è mosso il corteo dei manifestanti che voleva raggiungere il palazzo Maspero (la tv di stato) – è stato blindato da soldati e polizia militare, e nessuno può accedervi. Si teme che anche in quel quartiere possano essere avvenuti scontri con bilanci tragici, ma nessuno è in grado di confermarlo. E’ proprio all’uscita di Shubra, secondo alcuni testimoni, che i copti in corteo per chiedere la rimozione di un governatore dopo l’incendio di una chiesta cristiana da parte di gruppi musulmani integralisti, sono stati attaccati con bottiglie molotov, lanci di pietre e forse armi da fuoco da teppisti e uomini che vengono indicati come ‘baltageya’, cioé teppaglia al soldo dei controrivoluzionari. I copti avrebbero reagito ma sarebbero stati circondati da poliziotti o polizia militare (la circostanza non è chiara) che avrebbero sparato in aria per disperderli e poi avrebbero lanciato un gran numero di lacrimogeni.

Premier: “Non cedete ad appelli a sedizione”

Il primo ministro egiziano Essan Sharaf ha ammonito cristiani e musulmani del suo paese a non cedere “agli appelli alla sedizione” dopo i sanguinosi scontri tra manifestanti copti e forze dell’ordine al Cairo. “Mi rivolgo a tutti i figli della patria – ha detto Sharaf – perché non cedano agli appelli alla sedizione…. quello è un fuoco che brucia tutto e non fa differenze tra noi”.

3.000 musulmani e copti insieme a piazza Tahrir

Circa tremila musulmani e copti si sono radunati insieme in piazza Abdel Moein Ryad, all’ingresso di piazza Tahrir dalla parte del Museo Egizio – riferiscono fonti giornalistiche – per scandire slogan sull’unità tra i fedeli delle due religioni.

“Musulmani e copti, una sola mano” è uno degli slogan ripresi dai primi giorni della rivoluzione del 25 gennaio e scandito a gran voce dai partecipanti alla riunione, mentre erano ancora in corso incidenti tra copti e esercito sul LungoNilo, davanti alla tv di stato.