Riforma Comites-Cgie, si discute alla Camera

ROMA – Prosegue alla Commissione Affari Esteri della Camera l’esame della riforma di Comites e Cgie così come approvata dal Senato. Diversi gli interventi alla presenza del sottosegretario Alfredo Mantica che ha colto l’occasione per ribadire la “contrarietà del Governo all’abolizione della circoscrizione estero”.


Ma andiamo con ordine. Ad inizio seduta, Stefani ha ricordato che questa settimana ci sarà alla Farnesina la plenaria del Consiglio generale e che lì la Commissione avvierà un “un ciclo di approfondimenti conoscitivi” sulla riforma.


L’on. Garavini (Pd) ha elencato le sue perplessità sul testo, non prima di aver ribadito come la “vera priorità sia mettere in sicurezza il voto degli italiani all’estero alla luce delle irregolarità registrate anche in occasione delle ultime consultazioni referendarie”. Ha poi richiamato “l’incertezza” dovuta alla “prospettiva di soppressione della Circoscrizione Estero.


– Credo sia incongruo procedere ad una riforma in senso restrittivo di Comites e Cgie alla luce della possibile soppressione della Circoscrizione Estero e del rischio che questo lavoro perda credibilità e legittimazione. La soppressione di Comites e Cgie comporta rischi di privazione di ogni forma di rappresentanza soprattutto per le comunità che risiedono in continenti di grandi dimensioni.


La parlamentare ha sostenuto che “le proposte di adozione del sistema maggioritario rischiano di provare le rilevanti realtà associative all’estero della loro capacità rappresentativa delle comunità a vantaggio di soggetti capaci di condizionare il voto senza rappresentare i territori in pari misura”.


Per la deputata, infine, sarebbe opportuno “disgiungere la riforma dei Comites da quella del Cgie dando la priorità al rinnovo dei Comites”.


Il sottosegretario Mantica ha prima auspicato che la Commissione “proceda celermente” alla riforma del voto all’estero, precisando che per il Governo “non è secondaria la questione della stampa e spedizione delle schede elettorali, da affidare in sede locale per ridurre gli elevati costi attuali” e poi garantito “la piena disponibilità del Governo a cooperare”.


Quanto alla Circoscrizione Estero “l’Esecutivo è contrario alla sua soppressione. Credo sia prevedibile la riduzione dei parlamentari eletti all’estero se sarà ridotto il numero dei parlamentari eletti in Italia”.


Farina (Pd) si è detto “contrario alla proposta di affidare la stampa e distribuzione delle schede elettorali all’estero, perché ne deriverebbero irregolarità e un carico di lavoro eccessivo per le diverse agenzie consolari”. Tornando alla riforma di Comites e Cgie il testo approvato dal Senato “evidenzia una lacunosa cultura democratica e una scarsa conoscenza della realtà italiana all’estero. L’impostazione partitica e maggioritaria della riforma non è in armonia con la cultura delle nostre comunità nel mondo”.
Il deputato eletto in Europa ha espresso “forti perplessità sul far coincidere Comites e circoscrizioni consolari, specie alla luce della loro riorganizzazione”.


– La rappresentanza delle collettività all’estero si è sviluppata in un clima di partecipazione democratica che partiva dalla base e trovava riscontro nell’attività di parlamentari che mostravano sensibilità verso tali temi. Credo occorra mantenere questo legame per apportare miglioramenti alla struttura dei Comites, senza operare stravolgimenti in ragione dell’impianto già ottimo e del fatto che già si tiene conto della presenza di eletti all’estero”.


“Necessaria” per Farina è invece la riforma del Cgie che, però, “andrebbe fatta attraverso un distinto provvedimento e salvando le commissioni continentali, che hanno rappresentato un elemento di grande novità. Il Consiglio generale è un esempio per gli altri Paesi europei”.


Presidente del Maie, l’on. Merlo ha ricordato che “il ritardo nel rinnovo dei Comites pone un problema di legittimità e capacità rappresentativa di questi organi di rappresentanza”. Contrariamente ai colleghi, il deputato eletto in Sud America si è detto “favorevole all’introduzione del sistema maggioritario, soprattutto alla luce dell’esperienza maturata con la numerosissima comunità italiana di Buenos Aires, dove l’eccessiva proliferazione delle liste rende difficile l’assunzione di decisioni rapide”. “Opportuno” per Merlo, anche “ampliare il numero di firme necessarie per la presentazione di liste.


– Insieme al presidente Casini, – ha ricordato – ho presentato una proposta di legge per assicurare maggiore trasparenza al voto per la circoscrizione estero, istituendo comitati di controllo, aperti anche ai rappresentanti di lista, per assistere a tutte le operazioni relative all’esercizio del voto.


Merlo ha citato “’immagine negativa che presso una parte della maggioranza hanno gli italiani all’estero, considerati alla stregua di una voce di costo inefficiente, quando invece sono una risorsa alla quale si dovrebbe attingere soprattutto in una fase come questa, in cui occorre rilanciare la presenza imprenditoriale italiana nel mondo e promuovere il cosiddetto sistema Paese”.


Deputato eletto in Sud America, Giuseppe Angeli (PdL) è intervenuto per dire che “il problema relativo alle schede è garantire che esse siano davvero consegnate ai destinatari”. Mantica ha quindi concluso ricordando “i costi particolarmente elevati per la spedizione delle schede in Argentina a causa della necessità di affidare il servizio postale a soggetti privati”.