“Serve una scossa per salvare il Paese”

ROMA – Una scossa per salvare il Paese, con la nascita di un governo appoggiato da una maggioranza più vasta rispetto all’attuale. Questo Claudio Scajola chiede al presidente del Consiglio, respingendo così le critiche di chi accusa l’ex ministro di tramare contro il premier. E da Angelino Alfano arriva l’apertura al confronto.


– Berlusconi deve essere protagonista di una grande scossa, una grande svolta altrimenti questo Paese non si salva e questi non sono temi né da carbonari né da chi pensa di colpire qualcuno alle spalle – dice durante il convegno ‘Verso un nuovo Pdl’ – Chi usa quei linguaggi – osserva l’ex ministro per lo Sviluppo economico – e quei metodi non può riferirsi a un gruppo di moderati che lavora per il bene dell’Italia. Non possiamo pensare di affrontare questo momento difficile attraverso la politica urlata. E’ necessario che Berlusconi, che nel ‘94 ha fermato la macchina da guerra di Occhetto, ora colga la necessità di essere protagonista di una grande scossa. C’è bisogno di un governo che abbia una maggioranza parlamentare più vasta per garantire di poter uscire dalla situazione difficile in cui ci troviamo.


Per Scajola, “il Pdl non è mai nato e bisogna costruire un percorso dove il nuovo partito possa essere raccoglitore dei moderati che si sono persi durante quest’anomalo bipolarismo.


Sulle fibrillazioni era già intervenuto Alfano.


– Avrò un incontro con Scajola – aveva detto – per valutare quali siano i quesiti politici forti, che intendiamo considerare con serietà. Non sono preoccupato della fronda interna. Sono convinto che ci siano soggetti importanti all’interno del Pdl e nella storia di Forza Italia, come Scajola, che pongono questioni che non vanno sottovalutate’.


Rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se fosse possibile aprire un dialogo con Casini, ha spiegato:
– Non ho mai interrotto il dialogo con nessuno, ma il dialogo non deve essere un bla bla reciproco. Noi abbiamo intenzione di fare qualcosa di ambizioso e importante – ha aggiunto l’ex Guardasigilli – unire i moderati italiani sotto le bandiere del Ppe. Non c’è ragione perché ciò che è unito in Europa resti diviso in Italia.