Bce, allarme contagio a rischio l’economia reale

ROMA – La Banca centrale europea lancia l’allarme del contagio della crisi del debito. Che dall’epicentro di Atene, si sta allargando al settore bancario e richiederebbe di intervenire con il fondo-salva Stati a sostegno di Spagna e Italia per evitare un effetto domino. Mentre gli sherpa europei cercano l’accordo sugli aiuti alle banche e l’effetto-domino travolge la franco-belga Dexia (un ‘’antipasto dell’effetto domino’’ secondo il ministro degli Esteri Franco Frattini), la Bce manda in Italia il vice-presidente Vitor Constancio. Che, invitato alla Bocconi a parlare di banche e competitività, è costretto dagli eventi a un fuori programma sul tema scottante del ‘’contagio’’.


La parola, che fino a poche settimane fa si pronunciava sottovoce all’Eurotower, ricorrerà oltre 50 volte nel suo intervento milanese. Facendo intendere che il portoghese, a Milano, è arrivato col preciso compito di lanciare un vero e proprio allarme a pochi giorni dal passaggio di consegne Trichet-Draghi. Il vice di Jean-Claude Trichet, con un linguaggio diretto raro per un banchiere centrale, parla di ‘’evidenze significative di veri e propri segni di contagio’’. E – avverte la platea di economisti e studenti presenti – ‘’notate che potrebbero esserci rischi latenti di contagio che ancora non si sono materializzati’’: in assenza di misure di gestione della crisi, ‘’il contagio rischia di essere più grave di quanto non si veda ora’’.


Fra le macerie lasciate dal crac di Lehman Brothers – avverte Constancio – i rischi sono cresciuti i Paesi più indebitati. E così ‘’a luglio le tensioni sul debito sovrano si sono allargate non solo all’Italia e alla Spagna, ma anche alle banche esposte al debito sovrano di questi Paesi’’. Uno scenario di fronte al quale la Bce, per bocca di Constancio, chiede che il futuro fondo ‘’salva-Stati’’ europeo non solo possa ricapitalizzare le banche, ma ‘’ancora più importante che fornisca sostegno alle nuove emissioni di bond di Italia o Spagna, per esempio’’. Quasi un allarme per la capacità di finanziarsi degli Stati.


La Bce – assicura Constancio – continuerà a comprare titoli di Stato finchè non passerà il testimone all’Efsf. Certo è però che, nel caso di Italia e Spagna come in precedenza con Grecia, Portogallo e Irlanda, gli acquisti si stanno rarefacendo: nella prima settimana in cui erano diretti a sostenere i Btp italiani e i bonos spagnoli, le operazioni avevano totalizzato 22 miliardi, la scorsa settimana sono scesi a meno di tre miliardi. E Joerg Asmussen, il tedesco designato consigliere esecutivo della Bce al posto di Juergen Stark e che ieri ha ricevuto l’appoggio del Parlamento Ue, rimarca la posizione tedesca: il fondo Efsf non dovrà avere acceso ai prestiti della Bce.


Dopo la promessa di un accordo a giorni arrivata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal presidente francese Nicolas Sarkozy, la Bce torna a rimandare la palla nel capo dei leader politici: i governi più indebitati consolidino i conti, i ‘virtuosi’ spengano l’incendio prima che sia troppo tardi. No all’ipotesi che la Bce finanzi il fondo di salvataggio, ribadisce Joerg Asmussen, il tedesco designato prossimo consigliere esecutivo Bce. Intanto emerge che la Bce è fermamente opposta a ogni ipotesi di rivedere gli accordi del 21 luglio.


– Francia e Germania sono coscienti della grande responsabilità che hanno in questa crisi – assicura da Berlino il portavoce del Governo tedesco Steffen Seibert – e puntano a evitare o almeno contenere il contagio all’economia reale.


Intanto, però, il Financial Times Deutschland rilancia per l’ennesima volta la tesi secondo cui ‘’Merkel spinge per il fallimento della Grecia’’. Ma sui dettagli tecnici – commenta Seibert lasciando aperto l’interrogativo – c’è un accordo di ‘’riservatezza’’.