La vinotinto vuole rinascere contro l’Argentina

CARACAS – Cesar Farías, allenatore del Venezuela, vuole assolutamente voltare pagina dopo la sconfitta per 2-0 subita venerdì scorso a Quito contro l’Ecuador.

Oggi, per la 300º gara della sua storia, la nazionale ‘criolla’ dovrà fare i conti con l’Argentina guidata dal giocatore più forte del mondo: Lionel Messi. Data l’importanza dell’appuntamento, Farías avrà a disposizione tutti i suoi gioielli: Juan Arango, Gabriel Cichero, Miku Fedor, Salomón Rondón, Oswaldo Vizcarrondo, Fernando Amorebieta ed altri campioni.


“Dobbiamo giocare una gara perfetta, abbiamo i giocatori che possono fare la differenza. Questa situazione ci da ottimismo ed illusione, ma non voliamo più di tanto” ha spiegato il commissario tecnico.


Alla domanda su come sta vivendo la vigilia della partita contro l’albiceleste, Farías risponde così:
– Abbiamo una grossa responsabilità, non solo contro l’Argentina, ma contro tutte le nazionali che affronteremo. Vogliamo andare al mondiale, stiamo lavorando per riuscirci.


Il tecnico vinotinto, poi, aggiunge:
– Stiamo lavorando per avere al top tutti i nostri giocatori in vista di questo lungo cammino che dobbiamo percorrere. Inoltre bisogna cercare di creare una rivalità nell’ambito sportivo per dare una carica in più ai nostri giocatori.


Da quello che si è visto negli allenamenti, tra i titolari ci dovrebbero essere Amorebieta, Julio Alvarez, Rondón, Fedor e ‘Maestrico’ Gonzalez.


– Messi è un giocatore che non può avere un marcatore fisso. Tutti sappiamo quello che può fare in campo, per questo motivo è il migliore calciatore del mondo. Dobbiamo pensare a noi stessi, essere ordinati e mantenere la giusta concentrazione per provare ad ottenere un buon risultato – ha commentato l’italo-venezuelano Gabriel Cichero.


La vinotinto per la sfida odierna dovrà fare i conti anche con la storia: nelle 18 occasioni in cui ha affrontato i ‘gauchos’ ha ricevuto altrettante sconfitte subendo 34 reti e segnandone solo 6. In casa, il Venezuela non segna un gol all’Argentina dal 9 ottobre del 1996, cioè da 5476 giorni: in quell’occasione la rete fu realizzata niente meno che dal portiere Rafael Dudamel su calcio di punizione.


I tifosi che riempiranno lo stadio José Antonio Anzoátegui, sperano che questa scia negativa finisca al più presto e, perché no, che si materializzi il sogno di molti fan della vinotinto: quello di battere la bi-campione del Mondo.


Messi vuole conquistare il mondo, anche con l’albiceleste!


Lionel Andrés Messi – noto anche con il diminuitivo di Leo – nasce a Rosario, il 24 giugno 1987 e gioca nel Barcellona.

Messi è di lontane origini italiane, essendo il suo trisavolo Angelo Messi emigrato da Recanati a Rosario nel 1893. A dodici anni gli diagnosticarono un problema all’ormone della crescita.

Nel 2009 con la maglia del Barça, Messi ha centrato il ‘triplete’ ed è stato eletto miglior attaccante e miglior giocatore della Champions, ha vinto anche il Pallone d’oro 2009 con un distacco record sul secondo classificato. Conquista il FIFA World Player nel 2009, dopo essere arrivato secondo in classifica nel 2008 e nel 2007, al termine di una trionfale stagione con il Barcellona che si conclude con la vittoria di sei trofei, tra cui la Champions League 2008-2009 ed il Mondiale per club 2009. È uno dei sei calciatori che hanno segnato una quaterna in una sola partita di Champions, ma è il primo a farlo nella fase ad eliminazione diretta: Messi condivide il record con Van Basten, Shevchenko, Inzaghi, Van Nistelrooy e Prso.

Maradona quando si riferisce alla ‘pulce’ dice: “Il pallone gli resta incollato al piede; ho visto grandi giocatori nella mia vita, ma nessuno con un controllo di palla come quello di Messi”.

Tra le curiosità, troviamo che nel 2002 fu in procinto di pasarse al Como, come dichiarato da Enrico Preziosi, allora presidente della squadra lariana, ma il trasferimento non andò in porto: “Venne da noi per un provino: aveva 15 anni e lo scartammo”.

Con la rappresentativa Under-20 dell’albiceleste si impone a livello internazionale nell’estate 2005 quando, segnando 6 gol in 7 partite, contribuisce alla vittoria della sua nazionale al Mondiale Under 20 in Olanda. Pekerman lo convoca nella Nazionale maggiore e debutta contro l’Ungheria, ma si rivela un’occasione da dimenticare.

Entrato al 63’, lascia il campo in lacrime dopo solo 40 secondi, espulso dall’arbitro, il tedesco Markus Merk, per una gomitata rifilata al difensore Vanczák, aggrappatosi alla sua maglia. Nel mondiale del 2006 diventa il più giovane giocatore a rappresentare l’Argentina ad una Coppa del Mondo. Dopo pochi minuti sigla il gol finale della vittoria per 6-0, che lo rende il più giovane marcatore della competizione del 2006.

Messi, è stato anche il più giovane giocatore nella Copa America Venezuela 2007, ha vinto anche la medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Pechino.

I ‘gauchos’ vogliono espugnare il José Antonio Anzoátegui

CARACAS – Nella pampa ora sognano che, dopo quasi trent’anni anni, l’Argentina vinca un mondiale e nientemeno che in casa dell’acerrimo rivale (il Brasile). Il condottiero è Alejandro Sabella (ex centrocampista negli anni ‘70 e ’80). L’ex giocatore del River Plate dovrà saper gestire una rosa piena di campioni come Leo Messi, Gonzalo Higuain, Sergio ‘Kun’ Agüero e Carlos Tevez.

Sabella conta tra le sue fila anche alcuni giocatori che giocano nei principali campionati europei e possono vantare sul proprio curriculum due mondiali disputati. Tutti sperano che ‘la pulga’ Messi ingrani negli schemi della nazionale e segni gli stessi gol che ogni settimana regala al pubblico del Camp Nou.

Chiamati a mostrare le proprie doti anche il ‘Kun’ Aguero e l’apache Tevez. Il resto dei giocatori ‘albicelestes’ hanno vestito la maglia della nazionale già dalle categorie giovanili, in cui hanno vinto diversi premi.

L’Argentina non vince un titolo dalla Coppa America del ’93, nel 2007 ha sfiorato il titolo qui in Venezuela e nel torneo di casa è stato battuto dall’Uruguay ai calci di rigore.

Ha vinto il mondiale in due occasioni, nel ’78 in casa e nell’86 in Messico. La fase di qualificazione a Brasile 2014 può aprire le porte ad una generazione d’oro dell’albiceleste. Ma tutto dipenderà dalla sorte e da come Sabella gestirà la sua rosa.

Un monumento del calcio

L’Estadio General José Antonio Anzoátegui è un impianto calcistico di Puerto La Cruz. Fu inaugurato l’8 dicembre 1965 dall’allora presidente Raúl Leoni, lo stadio si chiamava “Complejo Polideportivo Luis Ramos de Puerto La Cruz”. In vista della Coppa America 2007 è stato ricostruito ed è stato intitolato al generale José Antonio Anzoátegui, eroe della guerra d’indipendenza venezuelana.

Lo stadio è uno dei più moderni del Paese, potendo contare su un avveniristico sistema di illuminazione, strutture di sicurezza, ristorante, un auditorium ed altro. Ottima pure la sua collocazione logistica, sorgendo nei pressi dell’autostrada che collega Puerto La Cruz a Barcelona, la capitale dello Stato Anzoátegui.

Utilizzato per le proprie gare interne dal locale club calcistico del Deportivo Anzoátegui, l’impianto ha ospitato tre partite della Copa América 2007.