Pd: Renzi prepara il «big bang» per portare una ventata di freschezza

ROMA – Niente inciuci con il centrodestra né complotti contro il segretario perchè, assicura Walter Veltroni, ‘’non farò a Bersani quello che hanno fatto a me’’. Ma le garanzie, offerte dalla minoranza del Pd, non placano il clima di sospetti incrociati o, come dice Beppe Fioroni, ‘’cattivi pensieri’’ dentro il partito, anche perchè le divergenze di linea restano tutte. Vecchie liturgie di partito per il sindaco di Firenze Matteo Renzi, che prepara per fine mese il ‘’big bang’’di una fase nuova per portare ‘’freschezza’’ a fronte di ‘’una classe dirigente che è sul vicolino del tramonto e sta concludendo l’esperienza nel peggiore dei modi’’.


I ‘pontieri’ Enrico Letta e Dario Franceschini sono andati con le migliori intenzioni, perorando le ragioni dell’unità, all’assemblea nazionale convocata a Roma da Veltroni, Fioroni e Gentiloni. Letta si è spinto fino a dire che senza compattezza ‘’si rischia di mettere a dura prova l’esistenza stessa del Pd’’. Ma, se tutti, a parole, sostengono le ragioni della coesione interna, le critiche della minoranza al vertice del pd restano, dal governo di transizione, alle alleanze, con un no tondo all’intesa a tre con Vendola e Di Pietro.


Il più esplicito è Paolo Gentiloni che chiede ‘’un cambio di rotta’’ del partito, accusato di ‘’oscillare tra ricette riformiste e le sbandate di chi tiene gli occhi puntati sullo specchietto retrovisore e guarda indietro al passato’’. Bandite le parole ‘’primarie’’ e ‘’leadership’’, anche se Enrico Morando chiede di anticipare il congresso del 2013, la minoranza va all’attacco sulla disponibilità espressa da Bersani sia al governo di emergenza sia alle elezioni.


– E’ come tessere la tela di Penelope – evidenzia Fioroni che butta lá ‘’un cattivo pensiero’’ riguardo chi propende per le elezioni anticipate:
– Io vorrei che si fosse immuni dalla sindrome dell’ultimo giro di giostra perchè se si andasse alle elezioni si farebbe un danno all’Italia non posponendo aspettative immediate ad un disegno più ampio.
Un ‘’cattivo pensiero’’ che però centra in pieno il clima di sospetti dentro il Pd e al quale dà corpo anche Veltroni.


– Come non è giusto dire – avverte l’ex segretario – che Bersani ed i suoi parlino di elezioni con l’obiettivo di blindare il leader, così è ingiusto dire che noi pensiamo ad un governo di transizione per cambiare il leader.
Il problema è il grado di riformismo del Pd e la capacità di ‘’parole d’ordine’’ che allarghino i consensi mentre il berlusconismo è al tramonto.


– Un leader è colui che è capace di dire cose non quando sono accadute ma prima del tempo – è l’accusa implicita di Veltroni sul ritardo del partito sul referendum come sull’abolizione delle province. Bersani ribadisce la doppia opzione elezioni-governo tecnico e lascia che i suoi lo difendano, denunciando ‘’il tentativo di logorare – afferma Oriano Giovannelli – il segretario Pier Luigi Bersani per motivi interni al Pd’’.


Ma il segretario non è solo nel mirino della minoranza. Matteo Renzi affila le armi in vista della seconda convention alla stazione Leopolda a Firenze. Non annuncerà la sua candidatura in caso di elezioni ma una ‘’sorpresa diversa’’ perchè ‘’vogliamo un Big Bang che segni l’inizio di un’altra storia’’. Un appuntamento che riceve il placet di Veltroni che consiglia ai quarantenni del Pd di evitare l’errore da loro addebitato ad altri di ‘’chiudere porte e finestre’’.