Espropri, dal mondo un conto salato

CARACAS – La politica di nazionalizzazioni ed espropri del governo di Hugo Chavez dal 2007 ad oggi potrebbe costare cara all’esecutivo venezuelano: una ventina di imprese di tutto il mondo, con le petrolifere Exxon Mobil e la Conoco Phillips in testa, avanzano infatti richieste di indennizzi per 40mila milioni di dollari.
La vicenda, spiegano gli analisti, potrebbe avere ripercussioni sulla capacità di Chavez di spendere denaro in vista delle elezioni presidenziali del 2012. E la resa dei conti, sebbene non sia chiaro quale cifra riuscirà a spuntare l’esecutivo venezuelano alla fine degli arbitrati, potrebbe costituire un precedente per tutta l’America Latina, dove più di un governo ha nazionalizzato rami dell’economia.


Come segnala il sito dell’organizzazione bolivariana ‘’Aporrea’’, sarebbero una ventina le imprese, che si sono rivolte al Centro internazionale per la soluzione delle dispute sugli investimenti (Ciadi), organismo della Banca mondiale, presentando richieste di indennizzi, per un totale di 40mila milioni di dollari. E proprio in questi giorni, sulla stampa locale, è circolata la notizia di un’offerta del governo Chavez alla Exxon Mobile di mille milioni di dollari per le attività espropriate nel 2007 nella fascia petrolifera dell’Orinoco, pari al 5% della richiesta avanzata originariamente dalla compagnia petrolifera.


Se il Venezuela vuole continuare ad attrarre investimenti per aumentare la sua produzione petrolifera e recuperare denaro da investire nei programmi sociali e procedere con la rivoluzione socialista bolivariana non potrà ignorare le richieste di indennizzo. Allo stesso tempo tuttavia, l’esborso di cifre così ingenti lo priverebbe di fondi per finanziare gli stessi progetti. Insomma l’esecutivo si trova in una vera e propria impasse.


Il presidente Chàvez, ed i suoi sostenitori, non pare ritengano opportuno arretrare rispetto alla politica perseguita fino ad oggi. Il Capo dello Stato, poi, è convinto che le imprese amministrate dallo Stato possano offrire servizi a minor costo e che costituiscano un tassello importante dello stato socialista da lui perseguito. Tra i settori nazionalizzati, quello dello cemento, dell’agricoltura, degli impianti petroliferi, dell’oro, delle finanze.