Indignati italiani scendono in piazza, accampamento davanti a Bankitalia

ROMA – Prove di 15 ottobre, l’I-Day sempre più atteso e temuto, il giorno degli Indignati. A Roma ieri prove di protesta a bassa intensità, con i manifestanti e le forze dell’ordine a fronteggiarsi quasi per misurare le rispettive capacità. Ma sabato si annuncia diverso, con migliaia di giovani portati nella capitale dal movimento da tutta Italia e dall’estero. E alcune decine si sono già accampati non lontano da Bankitalia con l’intenzione di restarci tre giorni.


A Bologna invece una ragazza è stata ferita alla bocca durante tafferugli con la polizia davanti alla sede locale della Banca d’Italia. E sempre a Bologna c’è stata un’irruzione negli uffici della Corte d’Appello.


‘Okkupiamo Bankitalia’ era lo slogan della giornata, di scena anche in altre città, tra cui Firenze, Palermo e Ancona. Contro i tagli contenuti nella manovra del governo, la crisi economica e il ruolo pernicioso della finanza, secondo chi è sceso in piazza, quasi tutti ragazzi. A Roma con slogan caustici in particolare per il governatore Mario Draghi, prossima guida della Banca centrale europea.


Intorno alla sede dell’istituto in via Nazionale, dove si svolgeva un convegno con Draghi e il presidente Giorgio Napolitano, uno schieramento impressionante di polizia e carabinieri. Una delle più grandi arterie della capitale chiusa al traffico e presidiata. E così gli ‘indignados’ romani hanno dovuto accontentarsi di accamparsi a poche centinaia di metri da Palazzo Koch, davanti al Palazzo delle Esposizioni, di fronte ai mezzi delle forze dell’ordine che sbarravano il passo. Su cui hanno attaccato manifesti e disegni, maschere e ritratti con la faccia di Draghi, i ‘Draghi ribelli’.


E slogan come ‘La vostra rendita la nostra precarietà’ e ‘Dividiamo la grana – Noi siamo il 99%’, la seconda frase in inglese come a Wall Street.


Alcune centinaia i manifestanti, in gran parte studenti. Con l’intenzione di restare lì fino a sabato, modello Madrid. Nel frattempo avrebbero voluto consegnare a Napolitano una lettera con le loro richieste.


Il pomeriggio era iniziato con un sit-in di una cinquantina di ‘Indignati tricolori’ davanti a Montecitorio. ‘Solo bandiere italiane e costituzione’, avevano chiesto i promotori via internet. Dalla Camera la piccola protesta si è spostata in via del Corso, dove ha bloccato il traffico per alcuni minuti. Quindi in piazza Santi Apostoli, a due passi da Piazza Venezia, dove c’è scappato qualche spintone con i funzionari di polizia schierati. Un uomo che da giugno fa lo sciopero della fame “contro i privilegi della casta’’, Gaetano Ferrieri, ha avuto un malore.


La suspance si è poi spostata tutta davanti al quartier generale della Banca d’Italia. Decine di giornalisti, cameraman e fotografi si sono radunati in attesa degli Indignati, ma tutte le strade erano sbarrate da polizia e carabinieri. Solo qualche turista, gli spettatori del teatro Eliseo con il biglietto in mano e i commessi dei negozi di via Nazionale sono riusciti a passare. Gli elicotteri controllavano dall’alto. Lontano, oltre i blindati, rullavano i tamburi della protesta. Che sabato si annuncia ben più massiccia.


– Giorno della rabbia? Per noi sarà il giorno dell’impegno per garantire i diritti e la sicurezza di tutti – ha detto il questore di Roma Francesco Tagliente.


– Non vogliamo che la situazione degeneri in violenza o in scontri di piazza – ha affermato il sindaco Gianni Alemanno – chiediamo massima attenzione per superare questi giorni senza problemi.


Yes, we camp…


ROMA – Tende e un grande gazebo a via Nazionale. Gli indignati che manifestano contro le misure anticrisi sono determinati a non abbandonare il presidio nato dal tentato blitz alla Banca d’Italia e si apprestano a farne un presidio permanente.

Diverse centinaia di persone sono arrivate in via Nazionale: in molti sono assiepati sulla scalinata del palazzo delle Esposizioni, il grosso è fermo sul selciato e alcuni si sono già accampati, muniti di sacco a pelo.

I blindati della polizia posizionati a pochi metri dalla Banca d’Italia, intanto, sono diventati delle immense bacheche sulle quali i manifestanti hanno affisso poster con uno slogan che suona come una promessa: “Yes we camp. Occupy Rome”. Non mancano poi biglietti contro il governatore Mario Draghi, a cui è indirizzato anche un cartello in romanesco: “Draghi, magari te… sbraghi”.