Klose ‘purga’ la Roma nel recupero

ROMA – E’ fatta, Edy Reja può sfogarsi ed andare ad esultare a pugni chiusi sotto la curva nord per manifestare tutta la propria gioia, accanto all’aquila Olimpia portata sotto al settore della tifoseria più calda. E’ davvero lui, il tecnico, l’uomo derby, non nel senso in cui lo aveva benevolmente preso in giro Francesco Totti ma perché dopo cinque sconfitte consecutive, e quattro erano state dell’allenatore goriziano, la Lazio sfata la maledizione e vince finalmente la stracittadina. Reja sembrava il Mazzone sotto la sud di tante stracittadine fa, tanta era la sua esultanza mista a un pò di rabbia, quella mandata giù nelle precedenti occasioni ed ora tirata fuori quando forse non se l’aspettava più, perché la rete decisiva del solito Klose è arrivata all’ultimo secondo, al 93’. Così ora la Lazio sale ad undici punti e ad una sola lunghezza dalla vetta.

La Roma di Luis Enrique, che sembrava in crescita, subisce il giusto castigo per un’esibizione non all’altezza anche se per lei la partita era cominciata subito in discesa, con una rete, la quarta consecutiva in campionato di Osvaldo, dopo appena 5 minuti di gioco, quando l’argentino aveva trasformato con un sinistro l’assist di Pjanic e poi si era fatto beffe, con una maglietta ‘Totti-style’, dei sostenitori avversari. Già, Totti: è il primo derby che la Roma perde in assenza del suo capitano. In precedenza nei venti anni in giallorosso del numero dieci, quando l’uomo-simbolo era mancato, ovvero in sei occasioni, la squadra che porta il nome della città non era mai stata sconfitta, portando a casa 4 successi e 2 pareggi. Ma oggi non era serata, è stata discreta solo nel primo tempo, ed onestà vuole che si dica che dal 20’ della ripresa in campo c’é stata quasi solo una formazione, quella biancoceleste, che dopo il pareggio su rigore di Hernanes al 6’ st aveva pressato sempre alto, mettendo in affanno la Roma, e colpito una traversa con Klose (colpo di testa dei suoi) ed un palo pieno con un bel destro al volo di Cisse su cross di Mauri.

La Roma, rimasta in dieci dal 50’ per l’espulsione di Kjaer nell’azione del penalty (fallo da ultimo uomo, forse non necessario) su Brocchi, era sembrata in affanno, Hernanes era invece diventato l’autentico trascinatore dei suoi sfornando giocate d’autore ed assist, e il colpo di scena a favore della Lazio era sempre sul punto di arrivare. La beffa per la Roma è stata che sia successo a tempo abbondantemente scaduto, con Klose (6 gol in 8 partite con la maglia della Lazio, Europa compresa) che si è perfettamente inserito sull’assist di Matuzalem e ha segnato di piatto destro facendo esplodere di gioia in tribuna il presidente Lotito, il d.s. Tare e l’ex ministro Previti.

Stava per arrivare un pareggio per loro un pò amaro, invece è stata gioia assoluta, quello dell’urlo liberatorio dell’Olimpico biancoceleste, per meriti propri e per colpa di una Roma incapace di praticare il possesso palla ‘alla Barcellona’ predicato da Luis Enrique, impietrito in panchina dopo il gol dei rivali. Anzi, lo spagnolo sembra già aver rinunciato a certe idee, ma ciò che ne sta venendo fuori è una Roma con poca identità, tornata al trequartista che però, stasera con Pjanic, non incide, a parte l’assist dello 0-1 per Osvaldo, e con un Bojan di nuovo oggetto misterioso. Se a ciò si aggiunge che De Rossi non era in una delle sue migliori serate (sente troppo il derby?) e che oggi il suo uomo migliore é stato il difensore Heinze, sempre pronto ad arginare le folate avversarie, ne viene fuori che la Roma della rivoluzione americana e ‘baldiniana’ deve ricominciare da capo: questo colpo da Ko all’ultimo secondo non sarà facile da assorbire per un ambiente che ultimamente era tornato troppo su di giri.